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Una marcia trionfale partita il 17 ottobre e terminata il 5 giugno con l’ultimo Barrage che ha decretato Cus Torino squadra promossa in Peroni Top10. Le statistiche dicono 18 vittorie consecutive, 16 in campionato e due nei playoff. Sia contro Valsugana che contro la Capitolina i torinesi erano però sotto all’intervallo salvo poi ribaltare il risultato nel secondo tempo. Il 25-29 di domenica a Roma in quella che era una vera e propria finale ha decretato il ritorno di Torino nel massimo campionato 43 anni dopo l’Ambrosetti. Gli annali che vanno fino al 1986 dicono che nessuna squadra era riuscita ad essere promossa in massima serie senza perdere nemmeno una partita.

 

La meta decisiva nei minuti finali dell'ala Andrea Civita, un ingegnere aerospaziale, ha portato in trionfo i piemontesi che dei 33 atleti in rosa vantano 27 studenti universitari. A completare la squadra qualche innesto: Leon Bakchellian, un centro argentino, e il numero 8 rumeno Sergiu Ursache. L’età media è attorno ai 23-24 anni.

Un sistema quello del Cus Torino che promette vitto, alloggio, tasse universitarie pagate e macchina in condivisione con i coinquilini ma solo qualche centinaio di euro ai più meritevoli. Un progetto totalmente diverso da ogni altro club, promosso dalla collaborazione con il Politecnico torinese.

A guidare il CUS alla ribalta è stato coach Lucas D’Angelo, arrivato in Italia dall’Argentina nel 2001 giocando estremo tra Asti, Genova, Pro Recco e Roma, dal 2015 è allenatore del Cus Torino Rugby.

“Giocheremo il Top 10 così, con questa impostazione. Il nostro è un modello che riteniamo positivo, vogliamo mantenerlo” commenta D’Angelo dalla Gazzetta dello Sport.

C’è molta differenza tra Serie A e Top10, sia per la rosa, sia per il livello fisico e tecnico che dobbiamo innalzare. Servirà un percorso di apprendimento al Top 10, ma siamo fiduciosi”.

 

Non trattiene l’entusiasmo per la promozione Davide Ciotoli, seconda linea del Cus: “E’ stata una gioia immensa, concludere la stagione da imbattuti penso sia un record”.

“Peccato però non aver ricevuto nemmeno una coppa o una medaglia — aggiunge Ciotoli —, abbiamo festeggiato tra di noi e ce ne siamo andati senza aver incontrato nessun rappresentante”.

Solitamente per la Serie A al termine della finale viene assegnato il titolo di Campione della Serie A e consegnata una coppa sia alla squadra vincente che alla seconda qualificata. Quest’anno però la formula è cambiata assegnando la promozione non più dopo una finale secca ma dopo un Barrage playoff da tre squadre. Quella di domenica tra Capitolina e Cus Torino è stata però a tutti gli effetti la Finale di Serie A.