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Paolo Odogwu - Foto @paolife_
Paolo Odogwu - Foto @paolife_

«Sono stato io a contattare Kieran Crowley e dare la mia disponibilità a giocare per l'Italia alla Coppa del mondo. Mi ha risposto di voler puntare sul gruppo che aveva giocato il Sei Nazioni. Salvo una settimana dopo ricredersi, chiamare e dirmi: voglio che tu sia coinvolto nella preparazione al Mondiale».

Paolo Odogwu, trequarti ala classe 1997, nuovo giocatore azzurro che debutterà in uno due test contro Scozia e Irlanda, racconta così al Midy Olimpique il suo approccio con l'Italia in una lunga intervista rilasciata dopo aver lasciato lo Stade Français (vi era approdato a stagione in corso a causa del fallimento dei Wasps) per il Benetton Treviso.

Odogwu racconta le sue origini metà italiane (Bologna, dove torna a Pasqua a trovare i parenti) e metà nigeriane, commenta l'arrivo dopo il Mondiale come ct dell'Italia di Gonzalo Quesada che l'ha allenato allo Stade Francais: «Sarà strano non vederlo più in rosa, ma in azzurro. Conoscere Gonzalo mi aiuterà di più che se arrivasse un allenatore che non conosco».

Sui trascorsi nelle nazionali giovanili inglesi e sul debutto in azzurro: «Da tempo non sono più con le nazionali inglesi. Molti giocatori finiscono per cambiare nazionale fra l'Under 20 e la prima squadra. Per me si tratta di giocare per il Paese che sento più mio e per il Paese che mi sembra voglia di più che giochi per i suoi colori. Non sarò un semplice numero, come altri giocatori che ottengono un cap e poi non sono più chiamati. In Italia andrò a fare parte di qualcosa di speciale».

Però deve perfezionare meglio la lingua e l'inno: «Non ho imparato bene l'italiano quando ero giovane, allora adesso devo lavorare di più per farlo. Dell'inno ho bisogno di conoscere le parole, lo farò in tempo per la Coppa del mondo». Su questo, soprattutto sulla lingua, l'importante è che non vada a lezione da Crowley...