x

x

Foto Alfio Guarise
Foto Alfio Guarise

Lanciando la campagna abbonamenti per la stagione 2023/24 il Benetton Treviso ha comunicato con orgoglio il nuovo primato sull'affluenza di pubblico. «La passata stagione ha prodotto numeri da record - scrive il club sul comunicato - Mai nella storia il Benetton Rugby aveva raggiunto una media spettatori di oltre 3.800 persone per partita, oltre ad aver registrato due sold-out (5.000 posti a sedere la capienza del Monigo). Segnale della forte passione dei sostenitori biancoverdi verso i Leoni. Un legame unico tra i tifosi del Benetton Rugby e la propria squadra del cuore. Per continuare a gridare il nostro amore e rimanere al fianco della squadra, emozione dopo emozione, è partita la campagna abbonamenti 2023/24».

IL DATO - Alla media di 3.800 spettatori per le gare di URC e Challenge Cup vanno aggiunte le tribune gremite per l'Italia Under 20 nel Sei Nazioni (la stagione prima anche per le Summer Series) e il tutto esaurito annunciato per Italia-Giappone, ultimo test premondiale in programma sabato 26 agosto.

Complimenti al Benetton e i migliori auguri di superare questa stagione il tetto dei 4.000 spettatori. Ma questo dato per il rugby italiano è un boomerang. Treviso agisce in una sorta di "monopolio" dell'alto livello. Tutto è concentrato qui o quasi. Qui ci sono i migliori giocatori italiani e stranieri, le partite più interessanti perché la squadra qualche risultato lo ottiene (semifinale di Challenge, lotta fino alla fine per i play-off), il valore aggiunto dei test delle nazionali. 

IL BOOMERANG - Nel resto d'Italia le Zebre, l'unica altra franchigia di Urc, di risultati in 12 anni non ne ha mai fatti e gli spalti di Parma sono desolatamente sguarniti. Il campionato italiano Top 10 a parte Rovigo, la finale (dove spesso c'è Rovigo) e poco altro in fatto di pubblico è un deserto. Fino a quando non cresceranno anche queste due realtà, e tutto il meglio resterà concentrato a Treviso, il rugby italiano non crescerà mai.