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"È molto bella l’immagine di un proiettile in corsa: è la metafora esatta del destino." (Alessandro Baricco - Castelli di rabbia)

Il giocatore più importante della provincia di Manawatu negli anni ‘70 e '80 è stato il brillante mediano di mischia Mark Donaldson. Bullet, questo il suo soprannome, sapeva calciare con precisione letale, correre veloce e aveva quella rara capacità di anticipare sempre l’avversario e di essere nel posto giusto al momento giusto. Nel suo ruolo Mark non aveva eguali, tant’è che è stato valutato dagli esperti come uno dei mediani di mischia più dotati di tutti i tempi, migliore addirittura di Gareth Edwards e Sid Going. Nonostante il talento in suo possesso, però, egli non ha mai veramente ricevuto il riconoscimento che meritava a livello internazionale. Lodato, come si lodano solo i veri campioni, Mark ha ricevuto anche numerose critiche ingiuste ed è stato spesso coinvolto in polemiche fini a se stesse. Gli infortuni gli hanno causato parecchia frustrazione e in molte partite di vitale importanza egli ha assunto iniezioni di antidolorifici pur di essere in campo. Il suo impegno è stato totale, ha dato il meglio di se in ogni tour e ha sempre sfoggiato aggressività e coraggio. Il rugby neozelandese non ha mai conosciuto un atleta più grande e Manawatu non avrebbe avuto tanto successo senza il fascino del Proiettile.


Mark William Donaldson è nato a Palmerston North, il 6 novembre 1955. Figlio di Bill Donaldson, anch'egli mediano di mischia di Manawatu negli anni ’50, ha frequentato prima la College Street School, quindi, dal 1969 al 1973, il New Plymouth BHS, dove negli ultimi due anni ha fatto parte del XV titolare. Entrato a far parte dell’High School Old Boys, nel 1974, il diciottenne ha giocato per i New Zealand Colts prima di fare il suo debutto per Manawatu contro Horowhenua. Dopo avere trascorso la stagione 1975 con Hawke's Bay, l’anno seguente Mark è tornato a dirigere la mischia di Manawatu, conquistando il Ranfurly Shield.

Bullet ha fatto irruzione sulla scena nazionale nel 1977, grazie ad un bel tour in Australia con i New Zealand Barbarians, seguito dal primo trial per gli All Blacks. A quel punto, il giovane è stato convocato in nazionale per affrontare i British Lions di Phil Bennett nella serie dello stesso anno. Purtroppo, i selezionatori hanno deciso di escluderlo dalla squadra per avere reagito in malo modo ad un fallo di un avanti britannico durante la partita infrasettimanale con Palmerston North. Tuttavia, Donaldson ha giocato per la squadra Juniores e si è dimostrato talmente bravo che si è guadagnato la selezione della nazionale maggiore per il tour di fine anno in Francia. Mark ha disputato entrambi i test match: il primo, a Tolone, è finito con la vittoria dei galletti per 18 a 13, mentre il secondo, disputato a Parigi, ha visto la squadra di Graham Mourie prevalere 15 a 3.

Conquistata la Bledisloe Cup del 1978, a fine anno Mark ha partecipato alla tournée nelle isole britanniche, quella che, sotto la guida del leggendario coach Jack Gleeson, è sfociata nel primo Grande Slam neozelandese nell'emisfero nord. Dopo avere giocato e vinto le prime tre prove, con Irlanda, Inghilterra e Scozia, a causa di un infortunio Bullet non ha potuto disputare la sfida decisiva per la conquista dello Slam contro il Galles. La partita vista da fuori è stata straziante per Donaldson, perché giocare contro i Dragoni al Cardiff Arms Park era il suo sogno d'infanzia: un sogno che non si è mai realizzato.

Nel 1979 Mark era ancora il principe dei numeri 9. Ha giocato con il World XV in Sudafrica e con gli All Blacks nelle due partite contro la Francia di Jean-Pierre Rives, una vinta e una persa, segnando una splendida meta nella prima, quando ha intercettato un calcio di rinvio deviato e si è precipitato oltre la linea. Quell’anno Donaldson era in campo anche nel test contro l'Australia, ma la partita è stata persa e i neozelandesi sono stati costretti a guardare l’allenatore dei Wallabies Dave Brockhoff mentre ballava intorno al Sydney Cricket Ground sventolando la Bledisloe Cup.

A quel punto Mark ha perso il posto in nazionale per il più affidabile, ma meno dotato, Dave Loveridge. A novembre, durante il tour europeo, Bullet ha disputato solo uno scampolo di partita contro la Scozia, quando è entrato per sostituire lo stesso Loveridge, ed è stato titolare con l’Italia a Rovigo il 28 novembre. La gara, alla quale la federazione neozelandese non ha concesso il riconoscimento di test match, ha visto i neri vincere 18 a 12, grazie alle mete di Murray Mexted e Bernie Fraser. I 12 punti dell’Italia sono opera della marcatura di Nello Francescato e del piede infallibile di Stefano Bettarello.

L’anno seguente il Proiettile ha partecipato alla tournée in Australia, ma dopo due gare è tornato a casa con la mascella fratturata. Quella stagione il mediano di mischia ha capitanato Manawatu, conducendola alla vittoria del campionato nazionale, e ha giocato per gli All Blacks gare di poco conto: con le Fiji e poi a San Diego contro gli Stati Uniti. Nel mese di ottobre è partito alla volta del Galles, dove ha guidato i neri nell'incontro infrasettimanale con Newport.

Nel 1981 l’uomo di Manawatu ha visto il campo solo una manciata di minuti della sfida finale contro il Sudafrica ad Auckland, quando è entrato dalla panchina per sostituire l’infortunato Loveridge. Quei pochi minuti si sono rivelati gli ultimi in maglia nera per il mediano di mischia, ma sono stati memorabili perché, proprio grazie al suo opportunismo, Mark ha guadagnato il penalty a tempo quasi scaduto con il quale Alan Hewson ha consegnato la vittoria ai suoi.

Selezionato per il tour in Romania e Francia, Mark ha rinunciato per motivi personali, chiudendo in quel modo la sua carriera internazionale, con 13 caps e una meta segnata.

BUSH_Billy_197810_GH_L1Donaldson ha continuato a condurre Manawatu anche nel 1982 e nel 1983, fino all'improvviso abbandono del gioco a metà campionato. Dopo una pausa, però, è tornato in tempo per la sfida finale.

Trasferitosi al Te Kawau Club nel 1984, il Proiettile ha subìto un infortunio alla gamba all'inizio dell'anno che gli ha fatto perdere l’intera stagione. Mark è tornato di nuovo in campo nel 1985 per condurre il suo club e Manawatu fino al successivo infortunio, che ha causato il ritiro definitivo.

Proprietario di un negozio di articoli sportivi, Mark, in partnership con l'ex Manager All Black Mike Banks, è diventato in seguito anche titolare di un albergo. Per quanto riguarda la palla ovale, Bullet ha allenato Manawatu dal 1990 al 1992.

 

 

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