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"La forma fisica di Brian Lochore era inesauribile, il suo modo di anticipare le mosse era simile a quella di un falco, la sua risoluzione era impenetrabile. Aggiungi questo alla capacità di catturare l’ovale in rimessa laterale, l'impegno in mischia chiusa, la sua abilità in difesa e si ha la foto del flanker più grande. La Nuova Zelanda non ha messo in campo nessuno meglio di lui, questo è sicuro. " (Terry McLean, giornalista sportivo)

Quando i Maori sono arrivati in Nuova Zelanda, più di mille anni fa, l'hanno salutata come "Il Paese della Lunga Nuvola Bianca": Aotearoa, nella loro lingua. Impossibile sapere se è stato un ispirato slancio poetico o una semplice questione metereologica. I polinesiani, partiti dalla mitologica Isola Hawaiki, hanno raggiunto le coste del paese oceanico sulle loro canoe dopo quattromila chilometri di navigazione.
Gli inglesi sono giunti nel tardo settecento sulla scia di James Cook, che aveva aperto loro la strada nel 1769, introducendo nella cultura locale la patata e il moschetto. Esattamente un secolo più tardi, nel 1870, si è giocata la prima partita di rugby tra le squadre di Wellington e di Nelson. Lo sport ha attecchito subito e i neozelandesi ne sono diventati i maestri indiscussi.

Da allora la palla ovale ne ha fatti di rimbalzi sbilenchi e di campioni il Paese della Lunga Nuvola Bianca ne ha schierati una quantità spropositata; personaggi sui quali, ancora oggi, aleggia una forte aura di leggenda. Tra essi c'è senza dubbio il terza centro, con possibilità di schierarsi anche in seconda linea, Brian Lochore. Atleta dalle enormi qualità tecniche e dotato di leadership naturale, alla fine degli anni sessanta Sir Brian ha guadagnato 25 caps con la propria nazionale, 18 dei quali disputati con la fascia di capitano al braccio, assaggiando l'amaro sapore della sconfitta solo in cinque occasioni. Poi, da allenatore, ha condotto gli uomini in divisa nera alla conquista della prima edizione della Coppa del Mondo.


Brian James Lochore è nato il 3 settembre 1940 a Masterton, nell’Isola del Nord della Nuova Zelanda. Da bambino Brian amava i cavalli e aveva nel cuore il desiderio di diventare un fantino. Il suo primo cavallo era un Shetland nero di nome Winkle e i suoi genitori lo hanno iscritto al locale Pony Club per prendere lezioni d'equitazione. Arrivare al maneggio con il cavallo, però, era un problema, in quanto la famiglia Lochore non possedevano un furgone. Così il padre di Brian, Jim, ha avuto un’idea: Winkle era un piccolo pony e la loro auto, una Chevy, era grande. Jim ha fatto salire il cavallo sul sedile posteriore della vettura con la testa fuori dal finestrino e in quel modo ha guidato sino al Pony Club.

Con l’adolescenza Brian è arrivato a sfiorare i due metri d’altezza e non è stato possibile continuare a fare il fantino. A quel punto il ragazzo ha deciso di dedicarsi al tennis e al rugby. Con la racchetta Lochore è diventato il miglior giocatore di Wairarapa, entrando anche nelle prime posizioni del ranking nazionale di categoria. Brian ha continuato a calcare i campi in terra battuta finché è diventato un All Black, giocando in inverno, quando il rugby era fermo, e d'estate, nel momento in cui il lavoro alla fattoria diminuiva.

Per quanto riguarda la palla ovale Brian si è distinto già a livello scolastico rappresentando la Wairarapa Primary School e, nel 1956, il primo XV del Wairarapa Collage, sotto la guida dell’ex All Black Gordon Henderson.

Giocatore del Masterton Rugby Club, nel 1956 Brian è entrato a far parte della squadra provinciale di Wairarapa. Il 25 agosto 1959, non ancora ventenne, ha affrontato i British & Irish Lions a Masterton, giocando flanker in una selezione mista tra Wairarapa Rugby Football Union e Bush Rugby Football Union. Per la cronaca, la partita è stata vinta dai britannici 37 a 11.

Dopo avere partecipato ai trial con la nazionale nel 1961 e nel 1963, il coach degli All Blacks Neil McPhail ha inserito Lochore nella squadra che ha intrapreso il tour di Regno Unito e Francia. È stata una tournée estenuante, come si usava a quei tempi: iniziata nell’ottobre del ’63, si è protratta sino al febbraio dell’anno successivo, terminando addirittura in Canada. L’avanti di Masterton ha indossato la maglia con la felce già al primo incontro, il 3 ottobre contro Oxford University, vincendo 19 a 3. Dopo essere sceso in campo in altre sette gare con squadre locali, il ragazzo ha disputato il suo primo test ufficiale il 3 gennaio 1964 a Twickenham, giocando Numero 8 contro l’Inghilterra. Gli uomini capitanati da Wilson Whineray hanno vinto 24 a 0, grazie alle mete di Ralph Caulton e Colin Meads e al piede di Don Clarke.
Brian è sceso in campo anche due settimane più tardi a Murrayfield, dove la sfida è terminata con l’incredibile (ma non per allora) risultato di 0 a 0. Questo pareggio ha impedito ai neozelandesi di conquistare il Grande Slam, visto che gli ostacoli di Irlanda e Galles erano già stati superati.

Trascurato dalla nazi0nale per il resto della stagione '64, Lochore è stato ricordato per la serie di quattro partite casalinghe nell'estate dell'anno successivo contro il Sudafrica. Gli Springboks sono stati fischiati e insultati dai tifosi per tutta la durata del tour, per il fatto di non avere concesso il permesso ai giocatori Maori di disputare i test match durante la tournée del 1960. Gli All Blacks, invece, li hanno puniti sul campo, battendoli in tre gare e concedendo loro solamente la sfida di Christchurch.

Nel 1966, con il ritiro di Wilson Whineray, l’allenatore Fred Allen ha nominato Lochore capitano degli All Blacks, nonostante ci fossero in alternativa atleti più esperti quali Colin Meads, Kel Tremain e Ken Gray. Il primo incontro di Brian come skipper è stato giocato contro i British Lions, il 16 luglio 1966 a Dunedin, ed è coinciso anche con la sua prima meta internazionale.

I Leoni erano arrivati in Nuova Zelanda forti delle vittorie nei due test match con l'Australia. Head Coach era John Robins e capitano lo scozzese nativo di Malta Mike Campbell-Lamerton: una sorpresa, visto che quell'anno non era stato lui ad indossare la fascia con la nazionale del Cardo. In Nuova Zelanda i britannici hanno disputato venticinque partite, vincendone quindici, pareggiandone due e perdendone otto, tra le quali tutti i quattro test ufficiali. Lochore li ha affrontati anche il 2 agosto con la maglia di Waiparapa-Bush, uscendo dal campo sconfitto per 6 a 9.

L'Imbattibilità degli uomini di Fred Allen è proseguita anche nel 1967. Il 19 agosto hanno battuto 29 a 9 l'Australia all'Athletic Park di Wellington. Poi, in autunno, Lochore ha condotto gli All Blacks alla conquista del loro primo Grande Slam nell'Emisfero Nord dalla serie degli Invincibles del 1925. La prima Union a cadere sotto i colpi degli oceanici, il 4 novembre, è stata l'Inghilterra, sconfitta nel tempio di Twickenham 23 a 11 con cinque mete realizzate, tra cui una doppietta del mediano di apertura Earle Kirton. Una settimana più tardi Lochore e compagni hanno vinto 13 a 6 con un Galles che schierava in mediana due giovani promesse di nome Barry John (autore di un drop) e Gareth Edwards. II 25 novembre gli All Blacks hanno proseguito la loro marcia trionfale violando l'Yves du Manoir di Parigi. La sfida è terminata 21 a 15: quattro mete degli uomini in nero contro una dei francesi, con Ian Kirkpatrick, autore di una marcatura, che ha sostituito Kel Tremain in terza linea accanto al proprio capitano. La partita che ha consegnato lo Slam è stata giocata in Scozia, dove i neri hanno vinto 14 a 3. Purtroppo, il test match con l'Irlanda non si è potuto disputare a causa di un'epidemia di Afta Epizootica. Il tour si è concluso il 16 dicembre a Londra, con la vittoria per 16 a 3 sui Barbarians.

Gli All Blacks che hanno partecipato al tour in Europa del 1967. Brian Lochore è seduto al centro con la palla in mano.


L'anno successivo gli All Blacks hanno vinto due partite in Australia. Brian ha giocato la sfida di Sydney, risolta con un netto 27 a 7 grazie ad una hat trick di Ian Kirkpatrick, entrato dalla panchina per sostituire Lochore.
Pochi giorni dopo in Nuova Zelanda è arrivata la Francia per una serie di tre test, sfociati in altrettante vittorie per i padroni di casa. Lochore di queste sfide ha disputato le ultime due, mentre nella prima ha ceduto la maglia numero 8 a Kirkpatrick e la fascia da capitano a Kel Tremain.

Il 31 maggio 1969, a Wellington, il terza centro di Masterton ha marcato la sua seconda e ultima meta con la felce sul petto. Gli avversari erano i gallesi, volati nel Paese della Lunga Nuvola Bianca per una serie di due test match, entrambi acquisiti dai neozelandesi.

Nel 1970 Lochore è stato insignito dalla Regina Elisabetta dell'Ordine dell'Impero Britannico.
Lo stesso anno la Nuova Zelanda ha intrapreso un tour estenuante, iniziato il 2 giugno a Perth, in Australia, e proseguito in Sudafrica, dov’è terminato il 12 settembre. Gli All Blacks hanno vinto tutti gli incontri non ufficiali, ben 22, ma la serie con gli Springboks è terminata con una sola vittoria e tre sconfitte, le uniche di Lochore da quando aveva ricevuto i gradi di capitano.

 

 

Era quella la prima volta in cui i neozelandesi hanno potuto presentare giocatori di etnia maori in terra sudafricana. Nel 1960, infatti, le autorità del paese africano avevano imposto il divieto di schierarli. Questa politica razzista aveva creato un sacco di proteste in Nuova Zelanda e gli All Blacks per dieci anni si erano rifiutati di tornare in Sudafrica. Finalmente, nel 1970, la presenza dei Maori è stata accettata. Le polemiche, però, non si sono placate, perché i padroni di casa hanno deciso di chiamare i giocatori di pelle più scura con la denominazione di "bianchi onorari”.

 







 



Gli All Blacks erano arrivati all’appuntamento con gli Springboks contando su un record di 17 partite consecutive senza sconfitte. Erano una squadra esperta, con il trequarti ala Bryan Williams unico giocatore al primo cap. Dal canto loro, invece, i sudafricani guidati da Johan Claassen avevano perso diverse gare nel loro recente tour in Gran Bretagna e la squadra, nonostante la presenza di un fuoriclasse come Frik du Preez, mancava di personalità. Proprio il giorno del primo test, però, ha fatto il suo debutto un trequarti centro di ventidue anni che giocava per Orange Free State: Joggie Jansen. Il giovane studente universitario era stato convocato per sostituire JP van der Merwe ed è entrato in campo senza alcuna paura. Solo cinque minuti di gioco erano trascorsi quando Joggie scriveva il suo nome con il pennarello indelebile nella storia del rugby sudafricano. L’ovale, uscito da una mischia, era arrivato tra le mani dall’apertura neozelandese Wayne Cottrell, il quale si è spostato verso il lato chiuso del campo, sondando i compagni per aprire il gioco. Un attimo prima che riuscisse a passare, Jansen si è precipitato nel suo ventre con tale sorprendente potenza da spedirlo diversi metri indietro. Cottrell è stato colpito con la spalla nel diaframma e si è ritrovato asfaltato al suolo come se fosse stato investito da un camion. In quel momento gli Springboks erano in cerca d’ispirazione e il nuovo trequarti centro l’aveva fornita loro su un piatto d’argento. Alla fine i 'Boks hanno vinto 17 a 6.

Nella seconda prova, giocata a Cape Town, gli All Blacks si sono rifatti vincendo 9 a 8, con le mete di Ian Kirkpatrick e Chris Laidlaw.

Dopo che i verdi hanno vinto la terza partita 14 a 3, grazie a due mete dell’ala Gert Muller (quasi omonimo del campione della nazionale di calcio tedesca) negli ultimi minuti della quarta, quando sembrava che gli All Blacks stessero prendendo il sopravvento di una gara in bilico, Joggie Jansen, ancora lui, ha demolito l'estremo Gerald Kember con un altro placcaggio mostruoso, che l’ha fatto volare all’indietro. Quel tackle ha portato ad una emozionante meta per gli Springboks. I neri hanno perso la gara 17 a 20 e con essa la serie.
 







Finito il tour Lochore ha deciso di ritirarsi dal gioco internazionale, ma ha disputato ancora un test il 31 luglio 1971 contro i Lions, per aiutare una squadra decimata dagli infortuni.


Brian aveva già affrontato i Leoni due settimane prima, giocando tra le fila di Wairarapa-Bush in sostituzione della stella locale Ian Turney. Così, quando si è infortunato Peter Whiting, l’allenatore degli All Blacks Bob Duff lo ha richiamato per coprire il ruolo di seconda linea.
Lochore non era in forma, a causa proprio della battaglia con i Lions di quindici giorni prima, ma non poteva ignorare la chiamata del proprio Paese. Ha fatto la valigia e ha scarabocchiato una nota alla moglie Pam: “Vado a Wellington. Domani gioco un test. Chiamerò più tardi.”
Lochore ha giocato in coppia con Colin Meads, ma i Lions di Carwyn James hanno vinto 13 a 3, ispirati dal genio di Barry John, e si sono avviati a conquistare la loro prima serie nel Paese della Lunga Nuvola Bianca. È stato questo l'ultimo dei 25 caps del ragazzo di Masterton.

Brian è tornato a Masterton in qualità di allenatore, prima di passare sulla panchina del Wairarapa-Bush nel 1980. Sotto la sua guida questi ultimi hanno raggiunto la promozione in prima divisione del campionato nazionale provinciale già nel 1981.

Nel 1983 Lochore è stato selezionatore degli All Blacks, per poi essere promosso head coach due anni più tardi. Brian ha iniziato la serie di successi senza numerosi titolari, tutti sospesi per due mesi a causa della loro partecipazione ad un tour in Sudafrica con il nome di Cavaliers, nonostante l'embargo dovuto all'apartheid. Il nuovo coach è stato costretto ad assemblare una squadra di giovanissimi, etichettata come "Baby Blacks". L'esordio, nel 1986, li ha visti vincere 19 a 7 sulla Francia a Tolosa. Poi, Les Blues si sono rifatti infliggendo loro una sconfitta in quella che è diventata famosa come "la battaglia di Nantes", dove il Numero 8 Buck Shelford ha subito uno strappo allo scroto, ha perso quattro denti ed è finito know-out.

Nel 1987, sono tornati i Cavaliers e si sono mischiati, di malavoglia, ai Baby Blacks. Metà pubblico amava come al solito la squadra, l'altra metà, invece, li odiava per avere partecipato a quel tour illegale in terra sudafricana. Per fare guadagnare consensi ai suoi ragazzi Lochore li ha portati in giro per strada a parlare con la gente e firmare autografi. Quindi, li ha guidati alla conquista della prima Coppa del Mondo di rugby.

Il torneo è stato inaugurato il 22 maggio all'Eden Park di Auckland ed è terminato il 20 giugno nello stesso stadio. Si è cominciato con gli All Blacks a stritolare l'Italia 70 a 6 e si è finito con gli All Blacks a stritolare la Francia in finale 29 a 9. Il mondiale si è aperto con la serpentina di John Kirwan che ha seminato mezza squadra azzurra e si è chiuso con il capitano David Kirk a sollevare il primo Webb Ellis Trophy. In mezzo, una marcia trionfale fatta di sole vittorie, di tanti punti realizzati e pochi subiti, di 43 mete marcate in 6 gare.

Lochore ha lasciato la panchina della nazionale dopo il successo mondiale, completando il suo mandato con un impressionante rapporto di vittorie del 77,7%. Comunque, ha continuato ad essere enormemente coinvolto con il rugby del suo Paese.
Nel 1992 è stato co-selettore del World XV che ha giocato tre partite con gli All Blacks per celebrare il centenario della Federazione Neozelandese. Poi, ha gestito la sua nazionale durante la Coppa del Mondo 1995.

L'ex flanker ha svolto un ruolo significativo nei negoziati del 1995, quando il passaggio del rugby al professionismo ha rischiato di creare una profonda spaccatura nel mondo ovale. Parecchi All Blacks, infatti, stavano firmando contratti con la Rugby World Competition, un nuovo campionato nato in Australia. Lochore si è adoperato parecchio per evitare un esodo di massa e, alla fine, ha garantito che i giocatori più importanti del Paese firmassero contratti con la New Zealand Rugby Union. La rivale WRC è presto crollata.

Nel 1999 Lochore è stato inserito nella Rugby Hall of Fame e nominato Cavaliere dell’Ordine al Merito della Nuova Zelanda lo stesso anno.

Nel 2006 l’ex All Black si è aggiudicata lo SPARC Leadership Award, in riconoscimento del suo eccezionale contributo allo sport neozelandese, sia in campo che per i suoi ruoli di coaching e sport administration. In quel periodo, dal 2004 al 2007, Lochore è stato selezionatore per la nazionale neozelandese. Nel 2007, poi, ha conseguito la più alta onorificenza del suo Paese, Membro Aggiunto dell’Ordine della Nuova Zelanda.

Nel 2011 questa leggenda vivente è stata ammessa nell'International Rugby Board Hall of Fame. Due anni più tardi Lochore è stato eletto membro a vita della New Zealand Rugby Union.

 

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