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Gonzalo Quesada - foto Italrugby
Gonzalo Quesada - foto Italrugby

A due giorni dalla sfida del 6 Nazioni tra Francia e Italia succede un fatto insolito, il CT dell'Italia Gonzalo Quesada rilascia un'intervista alla rinomata testata giornalista sportiva francese Midi Olympique, che nei social per il pubblico ovale si trasforma in RugbyRama. Nulla di strano nel giorno dell'annuncio delle due formazioni che scenderanno in campo domenica a Lille. Nell'intervista però Quesada risponde così a una domanda sul livello del rugby italiano: 

“A tutti i livelli, l’Italia è in ritardo rispetto alle altre nazioni” 

Per noi addetti ai lavori nulla di strano, è palese che l'Italia sia da sempre molto distante dai livelli di competitività delle atre Nazionali del Torneo Six Nations, lo dicono i risultati. Evidentemente però il post social a qualcuno non è piaciuto tanto da essere addirittura rimosso dalle pagine ufficiali Facebook e Instagram di RugbyRama, lo riportiamo qui sotto. 

il post di RugbyRama
Il post pubblicato da RugbyRama

Il post è stato rimosso ma il contenuto dell'intervista del Midi Olympique è rimasto, eccone una parte.  


Non sarà come affrontare l'Argentina, ma comunque questo primo Francia-Italia disputato nei panni di allenatore della Nazionale può essere uno dei più grandi incontri della tua carriera?

“NO. Soprattutto la considero una partita molto bella a livello personale. Ho tanti legami con la Francia, molto più forti anche che con l'Italia dove sto appena iniziando il mio percorso... Ho amici che fanno parte dello staff dei Blues, ci sono giocatori che apprezzo molto oltre il rugby all'interno della Francia XV, mentre la mia avventura con l’Italia è appena iniziata”.

Il rugby internazionale si è evoluto molto negli ultimi quindici anni. Cosa ti ha sorpreso di più dal tuo arrivo alla guida dell'Italia?

"Ad ogni livello, l’Italia è in ritardo rispetto alle altre nazioni e deve lavorare per recuperare terreno. È un Paese dove il rugby non ha lo stesso posto né le stesse risorse delle altre nazioni del Torneo. Ti invito solo a confrontare il bacino dei giocatori professionisti di Francia e Italia, per esempio, è un altro mondo... Ma il rugby internazionale non è cambiato molto. Le sfide sono le stesse: i giocatori passano tanto tempo nel club e quando li troviamo in Nazionale abbiamo pochissimo tempo per mettere a posto le cose. Sono questi dati che devono essere massimizzati. Per farti un esempio, ho impiegato cinque mesi per decidere se realizzare direttamente ciò che volevo fare, oppure se invece dovevo evolvere in una certa continuità. Alleno in Italia con quasi lo stesso staff del mio predecessore: l'allenatore a bordo campo, l'allenatore della mischia e l'allenatore della difesa sono gli stessi di prima. Stiamo facendo una leggera transizione verso dove voglio andare. Quando abbiamo presentato il progetto abbiamo sentito molto sostegno ma era difficile, con solo due giorni di allenamento e senza tutta la rosa, essere pronti ad ospitare l'Inghilterra".

La frase in questione è poi ben spiegata nelle parole successive di Gonzalo Quesada che palesa l'enorme differenza numerica del bacino di utenza dei giocatori professionisti dell'Italia con le altre nazioni e sottolinea il fatto di essere arrivato in Italia con lo stesso staff del suo predecessore Crowley, cosa non da poco avere al proprio fianco dei collaboratori scelti. Le cose cambieranno dopo il Sei Nazioni ed è per questo forse che stiamo facendo una lenta transizione verso dove vuole andare l'allenatore dell'Italrugby.