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Foto Alfio Guarise
Foto Alfio Guarise

Nella finale di Eccellenza Femminile giocata sabato allo Stadio Quaggia di Mogliano Veneto l’atleta di punta del Villorba Alyssa D'Incà esce dal campo per botta alla testa provocata da un intervento scorretto da parte della giocatrice del Valsugana Vecchini. La tallonatrice del club padovano viene espulsa lasciando le sue in 14 per i restanti 60 minuti di gara. Anche la D’Incà deve abbandonare il campo con Villorba che nonostante la superiorità numerica perde nettamente 28-3.

Alcuni organi di stampa hanno riportato oggi delle pesanti dichiarazioni della D’Incà in merito al protocollo concussion che secondo la 21enne trequarti, per la finale di Eccellenza Femminile non era previsto.
 

“Una botta in testa non è assolutamente da sottovalutare e credo che sia giusto tutelare prima di tutto la salute degli atleti - insiste Alyssa dal Gazzettino -. Ho 21 anni e una vita davanti e non posso permettermi di trascurare la salute, soprattutto dopo un infortunio così pericoloso. Purtroppo - e qui D'Incà ha voluto con fermezza denunciare la disparità di trattamento tra rugby maschile e femminile - non era previsto il "protocollo concussion" per questa partita. E nonostante mi abbiano detto che probabilmente non sarei potuta lo stesso rientrare in campo, mi sembra però assurdo che per una finale scudetto nel 2023 non ci sia un medico abilitato per valutare questo tipo di infortuni, come c'è in tutte le partite di alto livello nel campionato maschile”.

 

Ferma e puntale la replica della Federazione Italiana Rugby che ha ritenuto doveroso intervenire a chiarimento delle dichiarazioni riportate sugli organi di stampa e attribuite alle atlete dell’Arredissima Villorba Sara Barattin e Alyssa D’Incà relativamente alle modalità di rimozione dal campo di quest’ultima.

Per la Finale di Eccellenza Femminile, contrariamente a quanto asserito dalle atlete e riportato dai media, era presente a bordo campo un medico indipendente, nominato da FIR, in possesso degli strumenti tecnologici previsti per l’applicazione del protocollo internazionale “Riconoscere e rimuovere” e formato all’utilizzo dello stesso, secondo quanto comunicato alle Società finaliste dal Medico Federale nella settimana di avvicinamento all’incontro. 

Il trauma concussivo riportato da Alyssa D’Incà, così come da revisione a video effettuata dal medico indipendente, richiede l’applicazione dei criteri di prima fascia e prevede l’immediata rimozione dal campo, senza necessità di ulteriori test diagnostici, in piena osservanza di quanto previsto dalle regolamentazioni internazionali vigenti

La corretta applicazione del protocollo “Riconoscere e rimuovere” in occasione della Finale dell’Eccellenza Femminile costituisce la miglior testimonianza del pieno impegno della Federazione alla tutela della salute delle proprie atlete e dei propri atleti
 

Le gravi imprecisioni e la superficialità nella conoscenza della materia che emerge dalle dichiarazioni alla stampa di due atlete di comprovata esperienza internazionale devono indurre l’intero movimento a una profonda riflessione circa la necessità di continuare a sensibilizzare e diffondere al proprio interno una più profonda consapevolezza delle misure adottate dalla Federazione a tutela della salute di giocatori e giocatrici e della sostenibilità del Gioco stesso.