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Anno della svolta per l’Accademia? Novità sull’offerta formativa di FIR verso i giovani italiani? Sembra proprio così dalle ultime dichiarazioni del responsabile per l’Area Tecnica Franco Ascione.

La Nazionale del futuro guarda alla prevenzione infortuni e all’aspetto mentale dei giocatori senza dimenticare un obiettivo imprescindibile: “serve quantità e qualità”.

Franco Ascione anticipa un nuovo progetto di crescita che andrà intercettare i giovani usciti dall’accademia federale e dalla Nazionale Under 20 per andare a inserire i migliori prospetti in una sorta di Nazionale Emergenti permanente.

 

“Quello delle franchigie (Benetton Treviso e Zebre impegnate in Pro 14 contro gallesi, irlandesi, scozzesi e sudafricani; ndr) è uno standard, quello della Nazionale maggiore è un altro standard. Ora abbiamo bisogno di creare un livello intermedio”, ha dichiarato il responsabile per l’Area Tecnica Franco Ascione nell’intervista di Christian Marchetti sul Corriere dello Sport-Stadio.

 

Ascione si riferisce quindi alla creazione di un gruppo scelto di giocatori che dovrà inserirsi tra il livello del PRO14 e quello della Nazionale maggiore. Ecco che potrebbe tornare la Nazionale Emergenti, progetto abbandonato da un paio d’anni e che potrebbe riprendere vita con i migliori giocatori italiani usciti dalla nazionale Under 20.

 

I giocatori sotto contratto andranno a comporre “una sorta di Nazionale Emergenti permanente. Non per uno spot, piuttosto per assicurare ai più bravi un confronto continuo a livello internazionale”. Un gruppo che però vada oltre la vecchia Italia Emergenti, ex serbatoio della Nazionale maggiore che nel decennio scorso era impegnata contro nazionali minori (Romania,  Georgia e Uruguay) o seconde squadre (Argentina “A”), e produca elementi pronti per le franchigie.

 

“Abbiamo bisogno di quantità e qualità” continua Ascione dal Corriere “maggiore prevenzione contro gli infortuni, un più rapido ritorno in campo degli infortunati ed è fondamentale investire anche a livello psicologico. Il giocatore si relaziona sempre con l’allenatore e fatica a interagire con altre figure professionali mentre quella dello psicologo, per esempio, è una presenza fondamentale nel percorso formativo”.