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"Troppe partite oggi sono decise dai penalties e talvolta per decisioni arbitrali marginali. Mi piacerebbe vedere molta più enfasi sulle mete." (Andy Irvine)

Andy Irvine condivide con Gavin Hastings il titolo di "più grande numero 15" della Scozia, anche se, a dire il vero, la maggior parte dei sondaggi effettuati ha sempre visto preferire Irvine. L’uomo di Edimburgo è generalmente considerato tra i migliori, se non addirittura il migliore, estremo d’attacco dell'era moderna. Lui non possedeva il calcio micidiale di Hastings, ma, più di Big Gav, egli aveva una capacità di ripartire e d’infilarsi fra le maglie delle difese che in pochi hanno avuto e ancora oggi hanno. Veloce (da studente era campione di 100, 200 e 400 metri), dotato di un ritmo incisivo e di un’innata capacità di contrattaccare, la sua presenza in prima linea ha spesso confuso i difensori avversari, anche quando non aveva il possesso dell’ovale. Sicuramente Andy è stato un giocatore leggendario, un vero e proprio genio che ha ispirato i compagni di squadra e ha cambiato il modo di concepire il ruolo di estremo negli anni a venire.


Andrew Robertson Irvine è nato il 16 settembre 1951 a Edimburgo e ha studiato presso la George Heriot’s School, prima di iscriversi all’Università di Edimburgo. Proprio con la squadra di Heriot, club che ha condizionato tutta la sua vita sportiva, Andy ha iniziato a praticare il rugby giocando come estremo, un ruolo caro all’istituto che già in passato aveva fornito alla nazionale numeri 15 di valore quali Jimmi Kerr, Ian Smith, Dan Drysdale, Ian Thomson, Colin Blaikie e Ken Scotland.

Di talento il giovane Andy ne aveva da vendere, tant’è che a soli 21 anni è approdato in nazionale. Era il 16 dicembre 1972, lo stadio quello di Murrayfield e gli avversari i temibili All Blacks di Ian Kirkpatrick. Nonostante la Scozia ha perso 9 a 14, i tifosi highlanders si sono subito innamorati di questo giocatore, che ha provato in tutti i modi e senza timori referenziali ad attaccare le linee avversarie, trovando, infine, 6 punti con due calci di punizione.

Il Cinque Nazioni del 1973 è diventato famoso in quanto tutte le partecipanti hanno terminato il torneo a pari merito. La Scozia ha sconfitto Galles e Irlanda in casa ed è uscita sconfitta dai campi esterni di Parigi e Londra.

Anche la stagione successiva gli scozzesi hanno conseguito due sconfitte fuori casa e due vittorie interne. In una di queste, contro l’Inghilterra, terminata 16 a 14, Andy è andato a segno con una meta, una trasformazione e due calci di punizione.

In seguito Irvine è stato convocato dai British & irish Lions per disputare la tournée in Sudafrica. Erano i Leoni di Syd Millar e Willie John McBride, che sarebbero diventati famosi come the Invincibles, perché hanno vinto tutte le 22 gare tranne una, il quarto test match, terminato in un pareggio. Durante il tour Andy ha assorbito tattiche e stili di gioco degli Springboks, anche se per i test match gli è sempre stato preferito come estremo il gallese JPR Williams, limitando l’uomo dell’Heriot a due apparizioni come trequarti ala, nelle quali ha marcato una meta e centrato i pali con 3 penalties ed una trasformazione.



Nel 1975, dopo l’ennesimo Cinque Nazioni equilibrato, la nazionale del cardo si è recata in Nuova Zelanda per disputare una gara a Auckland, persa in malo modo con un secco 0 a 24. La squadra si è rifatta a dicembre, con una bella vittoria casalinga contro i Wallabies per 10 a 3. In entrambe queste partite Irvine ha giocato all’ala, cedendo la maglia numero 15 all’amico Bruce Hay.

Nel 1976, in un Cinque Nazioni dominato dal Galles, la Scozia ha conquistato la Calcutta Cup.

L’anno dopo ecco un nuovo tour con i British Lions, questa volta in Nuova Zelanda, agli ordini di John Dawes. Di quella squadra Andy è stato l'estremo titolare in tutti e quattro i match ufficiali, realizzando un bottino di due penalties. Nell’arco del tour lo scozzese ha totalizzando 87 punti, grazie a 11 mete, 5 delle quali in un unica partita. Per la cronaca, la serie è stata vinta 3 a 1 dagli All Blacks di Tane Norton.

Nel 1979 la Scozia aveva la migliore linea di trequarti d’Europa, ma la mischia non era all’altezza dei compagni e gli Highlanders hanno terminato il Cinque Nazioni con due sconfitte e due pareggi. Andy ha schiacciato comunque l’ovale in meta in tutte le partite, tranne che con l’Inghilterra. La soddisfazione maggiore per l’estremo è ad ogni modo arrivata a livello di club, quando il suo Heriot, del quale era capitano, ha vinto il campionato scozzese.

Il 17 febbraio 1980, il giorno dopo la vittoria della Scozia sulla Francia per 22 a 14 nel Cinque Nazioni, il quotidiano sportivo francese L’Equipe ha descritto il gioco scozzese come “Le Triomphe de Baroque” e ha soprannominato Murrayfield “Irvinefield”. Andy, infatti, ha interpretato una gara perfetta, nella quale ha segnato 2 mete, 2 penalties e una trasformazione.

In primavera Irvine ha ricevuto per la terza volta la chiamata da parte dei British Lions, diretti ancora in Sudafrica. I rossi, capitanati da Bill Beaumont, sono tornati in patria con 3 sconfitte ed una sola vittoria nei test match, aggiudicandosi però tutti i 14 incontri non ufficiali. Dal canto suo, Andy, che ha saltato la prima delle quattro sfide ufficiali, dove ha giocato l'irlandese Rodney O’Donnell, ha segnato un record di 156 punti, con una meta nel quarto test, quello vinto dai Leoni 17 a 13 a Pretoria, e un piazzato nel secondo.

Il 29 novembre, sempre del 1980, Andy è stato il capitano della super squadra di Scozia-Irlanda, che ha affrontato l'altro squadrone formato da gallesi e inglesi, per il centenario della Welsh Rugby Union. Gli uomini di Irvine erano in maglia a scacchi verdi e blu, mentre gli avversari, capitanati da Steve Fenwich, indossavano la divisa a scacchi bianchi e rossi. Hanno vinto i primi, grazie alle mete del nord irlandese David Irwin, dello stesso Andy e dell'altro scozzese John Beattie. Per gli anglo-gallesi hanno marcato Bill Beaumont e Gareth Davies.

Il 19 dicembre 1981 Andy, da capitano, ha segnato 17 punti nella vittoria di Murrayfield contro l’Australia (24 a 15). A marzo dell’anno seguente, invece, Irvine ha spinto la nazionale del cardo alla sua prima vittoria a Cardiff dopo 20 anni; un 34 a 18 in cui l’estremo ha trasformato le 4 mete e ha costretto il Galles alla prima sconfitta casalinga del Cinque Nazioni dopo 27 partite.

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A luglio dello stesso anno Andy Irvine, sempre con la fascia di skipper, ha condotto la Scozia ad un’altra prima vittoria, questa volta nella terra dei canguri; un 12 a 7 a Brisbane dove lui ha contribuito con una trasformazione ed un calcio di punizione. Nella gara seguente del tour, disputata a Sydney il 10 luglio e persa 9 a 33, Irvine ha segnato tutti i punti per la sua squadra, infilando l’ovale in mezzo ai pali con tre penalties. È stataquesta l’ultima sfida a livello internazionale dell’estremo di Edimburgo.


Con il cardo sul petto Andy è sceso in campo 51 volte, delle quali 15 come capitano. Con i Lions, invece, ha giocato 9 test match spalmati in tre tour, dove ha realizzato 2 mete. L'estremo è stato invitato anche sedici volte dai Barbarians, ai quali ha regalato 13 mete.

Una volta ritirato dal rugby giocato, dopo avere allenato per un po' il suo Heriot’s Rugby Club, nel 2005 Irvine è stato eletto presidente della Scottish Rugby Union, incarico che ha tenuto sino al 2007. Purtroppo, proprio durante il suo mandato, la franchigia dei Border Reivers ha cessato di operare nel rugby professionistico, a causa dei tagli dei finanziamenti attuati proprio dalla federazione scozzese. Questo ha causato non poche polemiche nel Border, in quanto è questa forse l'unica regione in Scozia dove il rugby è lo sport principale e come tale è da considerarsi un po’ la casa spirituale della palla ovale scozzese. Secondo Andy, però, la chiusura del club è stata necessaria per il bene del movimento rugbistico del Paese.

Nel 1999, questo giocatore leggendario è stato introdotto nell'International Rugby Hall of Fame e, nel 2002, nella Scottish Sports Hall of Fame.

Nel 2013 Andy è stato il manager che ha accompagnato i British Lions in Australia, un tour che gli uomini allenati da Warren Gatland hanno vinto per 2 test a 1.

Irvine è oggi direttore, insieme a John Rutherford, della Fondazione Bill McLaren, nata per sviluppare e promuovere lo sport del rugby e dei suoi valori, per incoraggiare e offrire opportunità sportive ai giovani e per creare un centro educativo. Andy appare anche spesso come ospite al programma radiofonico della BBC Radio Scotland Sportsound per commentare partite di rugby internazionale.