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Arriva il rugby per tutti. Fatto per catturare tesserati e consensi anche nei Pesi di tradizione non rugbistica. Si chiama T1 Rugby ed è una versione senza contatto di questo sport, come hanno già fatto il pugilato con la fit-boxe e altre discipline di combattimento. Un'attività amatoriale che fa provare le stesse sensazioni forti, senza i rischi e i sacrifici che la disciplina comporta. Una strada (o deriva) ormai presa da tutto lo sport moderno. Da una parte si creano i superman e i gladiatori per l'agonismo, lo spettacolo, il business, dall'altra si da l'illusione all'uomo comune che li guarda in tivù o allo stadio di essere come loro con un surrogato. Astuto come marketing, ipocrita come etica.

IL LANCIO - «World Rugby lancia T1 Rugby - scrive la federazione mondiale - il primo sport al mondo senza contatto che riprende fedelmente la caratteristiche uniche del rugby, al fine di decuplicare la partecipazione e l'impegno, rendendo lo sport più adatto e accessibile ai giovani. Il T1 mette l'accento sul piacere, la condizione fisica e l'inclusione. Offre un coinvolgimento ludico senza pericoli per le persone di ogni età, attitudini e origini, in conformità alla nostra missione di creare uno sport globale per tutti».

MISCHIE - Il T1 riprende le mischie, le touche, il gioco al piede, al suolo o altre caratteristiche d'attacco del rugby. Dopo un periodo di sperimentazione i giocatori sono stati in grado di assimilarne le regole in 20 minuti. Ad essa hanno contribuito federazioni di Paesi sviluppati (Sudafrica, Inghilterra, Nuova Zelanda) e di Paesi estranei a questo sport (Laos, Vietnam)

RECLUTAMENTO - «Il tasso di partecipazione nel mondo è aumentato dell'11% l'anno scorso - continua World Rugby - sotto l'impulso dei giovani delle nazioni emergenti del rugby, questo nuovo sport senza contatto diventerà la pietra angolare del programma di reclutamento, ci aspettiamo venga praticato nei club e nelle scuole di tutto il mondo».