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Patricio Noriega è uno dei giocatori più forti che abbia mai allenato. Lui è stato un cliente duro per chiunque e ha sempre giocato con abbondanza di passione e intensità.” (Eddie Jones).

"È stato un grande onore giocare per l'Argentina, ma l’avere avuto la possibilità di giocare 24 test anche per l'Australia è andata ben oltre le mie aspettative." (Patricio Noriega)

Lavoratore instancabile e uomo di mischia tecnicamente astuto, Patricio Noriega è stato uno dei piloni più forti dell’epoca a cavallo tra dilettantismo e professionismo. Numero 3 dei Pumas in 25 incontri internazionali, compresi i mondiali del 1991 e del 1995, dopo essere emigrato in Australia Pato è diventato eleggibile per i Wallabies, con i quali ha disputato altri 24 match.

Patricio Ernesto Noriega è nato il 22 ottobre 1971 a Buenos Aires. Il ragazzo ha avuto iI suo primo approccio con la palla ovale a 11 anni, quando è entrato a far parte dell’Hindù Club, squadra dai colori azzurri e gialli con sede a Don Torcuato, nella provincia della capitale argentina, nella quale hanno militato, tra gli altri, Gonzalo Quesada e Martin Scelzo.

Nel 1990 per Noriega è arrivato il debutto in prima squadra durante un’amichevole e l’anno seguente ha preso parte al suo primo campionato de l’Unión de Rugby de Buenos Aires.

Proprio nel 1991, esattamente il 28 settembre, gli allora allenatori della nazionale, Luis Gradín e Guillermo Lamarca, hanno fatto esordire il pilone in un incontro del Campionato Sudamericano contro il Paraguay, ad Asuncion, in prima linea con il tallonatore Ariel Mammana e l’altro pilone Julio José Paz. L’Argentina ha vinto facilmente l’incontro con il punteggio di 37 a 10.     

Il secondo cap di Patricio è arrivato il 26 settembre del 1992 nel vittorioso match di Buenos Aires contro la Spagna. Quindi, un mese più tardi, ha preso parte al tour che i Pumas hanno intrapreso in Europa sotto la guida dei selezionatori Luis Gradín e José Imhoff.

Gli albi-celeste sono approdati prima in Spagna, dove hanno sconfitto il Madrid e poi di nuovo la nazionale di casa con il punteggio palindromo di 43 a 34. Trasferitesi in Romania, i sudamericani hanno ottenuto altri due successi con la nazionale B e con le Querce, queste ultime sconfitte 21 a 18.

Arrivati in Francia, i sudamericani hanno disputato tre incontri non ufficiali prima di schierarsi sull’erba dello Stade de la Beaujoire di Nantes per affrontare i Bleus. Quel 14 novembre 1992 gli argentini hanno compiuto un’impresa memorabile vincendo la sfida 24 a 20. La Francia ha realizzato tre mete, gli ospiti neppure una, ma ci ha pensato l’estremo Santiago Meson ha mettere punti sul tabellone con ben sette penalties. E poi il drop di Lisandro Arbizu, il capitano, che avrebbe giocato in Italia.

Nel 1993, dopo avere sconfitto in casa due volte la nazionale giapponese e conquistato nuovamente il Campionato Sudamericano, l’Argentina ha ricevuto in visita gli Springboks di François Pienaar. Il primo dei due test match, andato in scena il 6 novembre al Ferrocaril Oeste di Buenos Aires, ha visto i Pumas sfiorare l’impresa e perdere solamente con tre punti di scarto (26 a 29). Nel secondo, invece, giocato una settimana più tardi nel medesimo stadio, la sconfitta è stata molto più ampia; 23 a 52 con sei mete subite.

Il 24 maggio 1994, in un match contro gli Stati Uniti a Long Beach, Pato, che ormai faceva coppia fissa in prima linea con il pilone del San Isidro Club Matias Corral, ha realizzato la sua prima meta internazionale.

A giugno la squadra allenata da Héctor Méndez e José Fernández ha sconfitto la Scozia in due test match casalinghi e poi ancora gli USA. In autunno, invece, ha intrapreso un tour in Sudafrica dove ha patito due brutte sconfitte per mano dei futuri campioni del mondo.

Il 1995 ha visto l’Argentina intraprendere un tour in Australia in preparazione alla Coppa del Mondo, che si è risolto con due pesanti sconfitte dai Wallabies.

Il 27 maggio, la squadra del capitano Sebastian Salvat ha esordito al mondiale sudafricano perdendo 18 a 24 contro l’Inghilterra. Per Noriega la gioia della seconda e ultima meta con la maglia albi-celeste.

Neanche tre giorni di riposo e la squadra ha dovuto affrontare al Basil Kenyon di East London il XV delle Samoa Occidentali. Anche in questo caso la partita si è risolta in una sconfitta per 26 a 32. Il mondiale, tutto da dimenticare per l’Argentina, si è chiuso il 4 giugno ancora a East London con la terza batosta, stavolta per mano dell’Italia di Diego Dominguez: 31 a 25 il risultato, con entrambe le squadre costrette a lasciare in anticipo il torneo iridato.

Dopo il mondiale un Noriega rimasto senza impiego ha accettato la proposta arrivatagli dall’Australia e ha giocato da professionista tra le fila dei Brumbies, la neonata franchigia di Canberra che nel 1996 ha partecipato alla prima edizione del Super Rugby. La squadra del Cavallo Selvatico si è classificata al quinto posto, mancando la zona play-off per un solo punto.

Compiuti i tre anni canonici di permanenza nel regno dei canguri, e dopo una serie di impressionanti prestazioni per la franchigia, Patricio è diventato eleggibile per giocare con i Wallabies. È stato così che, il 21 novembre 1998, il pilone ha debuttato con la divisa giallo-verde agli ordini di Rod McQueen, che già lo aveva allenato ai Brumbies, in un test match a Parigi contro la Francia. Pato è diventato così il secondo argentino a giocare con la maglia della nazionale australiana dopo Enrique "Topo" Rodríguez nel 1984. Quel giorno la prima linea dei Wallabies era composta, oltre che da Noriega, dal tallonatore Phil Kearns e dal pilone destro Andrew Blades. La sfida, per la cronaca, è stata vinta dall’Australia con il punteggio di 32 a 21.

Una settimana più tardi Patricio ha disputato anche l’incontro di Twickenham, dove gli uomini capitanati da John Eales hanno battuto i padroni di casa dell’Inghilterra per 12 a 11.

Nel giugno del 1999 i Wallabies, senza John Eales e con David Wilson nel ruolo di capitano, hanno ospitato la nazionale irlandese della giovane promessa Brian O’Driscoll, affrontata in due test match entrambi vinti dai padroni di casa, e poi l’Inghilterra, anch’essa battuta con il punteggio di 22 a 15.

In agosto Pato ha disputato il suo primo Tri Nations, giocando tutti quattro i match in programma: due da titolare e due con partenza dalla panchina per sostituire Richard Harry. L’Australia ha vinto gli incontri casalinghi con Springboks e All Blacks. Il successo su questi ultimi ha permesso ai giallo-verdi di conquistare la Bledisloe Cup, ma il titolo è finito nella bacheca dei neozelandesi.

A quel punto l’argentino è stato incluso nella rosa dei Wallabies che ha preso parte alla Coppa del Mondo del 1999. Purtroppo, tre giorni prima l’inizio del torneo il pilone ha subito un brutto infortunio alla spalla, che gli ha precluso la possibilità di scendere in campo e laurearsi campione del mondo.

Dopo il mondiale Noriega è rimasto in Europa, dove ha trascorso una stagione con lo Stade Français prima di tornare in Australia per giocare per i Waratahs.

Il rientro tra i ranghi della nazionale australiana di Patricio è avvenuto nel giugno del 2002 per i due test match casalinghi contro la Francia, entrambi terminati con la vittoria dei Wallabies. La front-row australiana in quel periodo era composta da Noriega, Bill Young e Jeremy Paul.

Poco dopo, il nativo di Buenos Aires ha disputato anche tre partite del Tri Nations: due con gli All Blacks e una con gli Springboks.

Il 2 novembre, sempre del 2002, Noriega è tornato a giocare a Buenos Aires, al River Plate Stadium, ma stavolta da avversario.  Quel giorno gli Aussies allenati da Eddie Jones hanno vinto con il punteggio di 17 a 6.

In seguito la nazionale australiana è volata in Europa per i test autunnali, dove ha perso al Lansdowne Road e a Twickenham. Gli uomini capitanati da George Gregan si sono parzialmente rifatti vincendo 34 a 3 al Ferraris di Genova contro gli Azzurri di John Kirwan.

Nella primavera del 2003 i Wallabies hanno sconfitto in casa l’Irlanda ed il Galles, per poi perdere 14 a 25 a Sydney con la forte Inghilterra di Clive Woodward.

Un mese più tardi Patricio ha preso parte di nuovo al Tri Nations, ma la partita con gli Springboks, datata 2 agosto, è stata il suo canto del cigno. Un infortunio alla schiena, infatti, ha costretto il pilone a ritirarsi dal rugby giocato pochi mesi prima della Coppa del Mondo casalinga.

Patricio Noriega ha disputato in tutto 49 match internazionali, equamente divisi tra due maglie: 25 per i Pumas e 24 per i Wallabies.

Dopo avere appeso le scarpette al chiodo, Noriega ha iniziato a lavorare come allenatore dell’under-21 dei Brumbies.

Nel 2005 il ragazzo è tornato in Argentina dove ha allenato il suo ex club, l’Hindu, che ha portato al successo nel Nacional de Clubes lo stesso anno, con vittoria in finale sul San Luis, e alla conquista del campionato URBA nel 2006.

Nel 2007, dopo avere dato le dimissioni dall’Hindu, Patricio ha preso le redini della nazionale under-18 Argentina, i cosiddetti Pumitas, guidandoli al mondiale che si è svolto quell’anno in Irlanda.

Nel 2008 e nel 2009 Pato ha allenato il Lomas, club argentino di Lomas de Zamora, nei pressi della capitale. Quindi, nel 2009, l’ex pilone è tornato in Australia per lavorare con i Wallabies in qualità di esperto della mischia, parte del team di coaching di Robbie Deans al posto del dimissionario Trevor Woodman.

All'inizio del 2013 Patricio è approdato in Francia e ha assunto il ruolo di allenatore della mischia del Racing Metro allenato dal connazionale Gonzalo Quesada.

L’anno seguente Noriega è stato assunto nella posizione di Head-coach dal Bayonne, ma dopo la retrocessione della squadra in Pro-D2 è stato costretto a dare le dimissioni. 

Nel dicembre 2015 Fabrice Landreau, Direttore Sportivo del Grenoble, che aveva giocato con Pato ai tempi dello Stade Français, ha ingaggiato l’argentino per guidare gli avanti del suo club, rimasti privi di allenatore. Si è trattato, però, di un incarico temporaneo, durato solamente un mese.

 

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