Dopo la tempesta arrivano tempi migliori, ora più che mai è il caso di dirlo. A volte iniziano all’improvviso, altre hanno bisogno di un periodo di gestazione: prima arriva un arcobaleno, poi si schiariscono le nuvole ed infine inizia a comparire un cielo azzurro, limpido e cristallino.
Con il Sei Nazioni del 2006 accadde una cosa simile.
Dopo due buoni risultati, nel 2003 e nel 2004, l’era di John Kirwan sulla panchina della nazionale finì nel peggiore dei modi ed iniziò quella di Pierre Berbizier. Nell’edizione del 2005, l’Italia era finita all’ultimo posto con un Whitewash e, in vista della Coppa del Mondo del 2007, furono fatte delle valutazioni per la costruzione di un nuovo ciclo.
Dal 1985 ad oggi, anno in cui fu stabilita la data della prima edizione della manifestazione che avrebbe assegnato la Web Ellis Cup, quella di Berbizier è stata una delle gestioni più vittoriose della nostra storia e tutto ebbe inizio nel 2006.
Su cinque edizioni del Sei Nazioni, l’Italia era arrivata all’ultimo posto in tre occasioni (in una di queste riuscì ad evitare il Whitewash) ed in due casi al quinto.
C’erano tutti gli ingredienti per crescere, ma la strada era ancora lunga.
Il 4 febbraio 2006, nella prima giornata di quell’anno, l’Italia scese in campo a Dublino e, al termine di una partita combattuta, match in cui gli azzurri mostrarono dei margini di crescita ed un ottimo spirito battagliero, con il primo tempo terminato 10 a 10, l’Irlanda vinse 26 a 16.
Un match dagli equilibri simili, almeno nel primo tempo, ma con un risultato decisamente diverso, arrivò a Roma contro l’Inghilterra.
L’11 febbraio, infatti, dopo i primi quaranta minuti terminati con gli ospiti in vantaggio di un solo punto (7 a 6), l’Italia cedette nella ripresa e vide gli inglesi dilagare per uno score finale di 16 a 31.
Durante la terza giornata, il 25 febbraio a Parigi contro la Francia, gli azzurri sembrarono aver capito come fare e, alla fine del primo tempo, erano in vantaggio.
12 a 8.
Una Francia nervosa ed in difficoltà sembrò poter perire sotto i colpi dell’Italia, ma nei quindici minuti finali segnò tre mete e portò a casa la sfida.
37 a 12 per i padroni di casa, secondo tempo brutto e tante cose da rivedere, con il passivo più pesante di quell’edizione.
La concentrazione, però, non scese e gli azzurri si presentarono a Cardiff con le carte in regola.
Durante la quarta giornata, infatti, arrivò l’occasione perfetta per evitare di finire con un altro Whitewash consecutivo.
L’11 marzo, dopo un ottimo inizio del Galles e una buonissima difesa azzurra, con un primo tempo terminato in parità sul risultato di 15 a 15, l’Italia riuscì a conquistare il primo punto di sempre, per giunta in trasferta, nel Sei Nazioni.
18 a 18 il risultato finale. Primo e unico pareggio della storia italiana nel 6 Nazioni.

Il Galles fece più fatica di noi in quel torneo, tolta la vittoria alla seconda giornata, per 28 a 18 contro la Scozia, portò a casa risultati estremamente deludenti e l’allenatore Mike Ruddock rassegnò le dimissioni a metà Sei Nazioni.
C’è chi dice per motivi familiari chi, invece, per contrasti con la federazione, fatto sta che arrivò Scott Johnson con l’incarico ad interim.
Il 18 marzo 2006, con la possibilità di superare i gallesi in classifica per la differenza punti, durante la sfida giocata in casa contro la Scozia, arrivò una sconfitta di misura per 10 a 13.
Quella partita fece perdere alla nazionale di Berbizier la possibilità di portare a casa un ottimo risultato già all’inizio di quel nuovo ciclo.
Fu un anno di costruzione, un anno che avrebbe potuto regalare qualcosa in più, un anno in cui mancò sempre quel piccolo passo per esserci al meglio.
L’Italia restò nel “quasi”, ma gettò delle ottime basi per un percorso molto importante.

Queste le formazioni che scesero in campo a Cardiff.

GALLES: 15 Byrne, 14 Jones M., 13 Luscombe, 12 Watkins, 11 Williams S., 10 Jones S., 9 Peel, 8 Owen M, (Capitano), 7 Williams M., 6 Charvis, 5 Sidoli, 4 Gough, 3 Jones A., 2 Thomas R., 1 Jones D. All. Mike Ruddock.
SOSTITUZIONI: 16 Davies, Jenkins 17, 18 Thomas J., 19 Popham, 20 Phillips, 21 Robinson, 22 Henson.

ITALIA: 15 Galon, 14 Canavosio, 13 Canale G., 12 Bergamasco Mirco, 11 Nitoglia L., 10 Pez, 9 Griffen, 8 Sole, 7 Zaffiri, 6 Parisse S., 5 Bortolami (Capitano), 4 Dellapè, 3 Nieto, 2 Festuccia, 1 Perugini. All. Pierre Berbizier.
SOSTITUZIONI: 16 Ongaro, 17 Lo Cicero, 18 Castrogiovanni, 19 Del Fava, 20 Zanni, 21 Picone, 22 Stoica

ARBITRO: Joel Jutge (Francia).
GIUDICI DI LINEA: Donal Courtney (Irlanda) e Robert Dickson (Scozia). TMO: Eric Darriere (Francia).
 

La classifica finale vide quanto segue: Francia 8 (prima per differenza punti), Irlanda 8, Scozia 6, Inghilterra 4, Galles 3 e Italia 1.
L’Irlanda vinse la Triple Crown, il Centenary Quaich ed il Millenium Trophy, la Scozia vinse la Calcutta Cup e Mirco Bergamasco risultò il miglior marcatore del torneo (con tre mete segnate) insieme all’irlandese Shane Horgan.

 

 

di Simone Ciancotti Petrucci

 

 

 

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