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Ha poco di onorevole la sconfitta con la Scozia, che ci ha lasciato a zero in uno stadio Olimpico che credeva nel ritorno al successo degli Azzurri nel Sei Nazioni dopo cinque anni di digiuno. Invece del riscatto è arrivata un’altra purga, questa volta inaspettata e due volte dolorosa, sia perché per il secondo turno consecutivo veniamo lasciati a zero sia perché va da sé che anche per quest’anno toccherà ingoiare solo bocconi amari, vista la caratura di Irlanda e Inghilterra che ci attendono nelle restanti giornate.

L’aspetto più frustrante, al di là del risultato e del mancato ritorno al successo, è constatare l’attuale inconsistenza offensiva dell’Italia che ha compromesso anche gli sprazzi di gioco più vantaggiosi avuti in un paio di occasioni, grazie ai contrattacchi degli uomini del triangolo allargato. Niente continuità vuol dire niente da fare contro una Scozia brutta, a tratti inguardabile, ma dominante sui punti d’incontro e più efficace in zona rossa, in difesa come in attacco, pur avendo sprecato due mete clamorose per errori gratuiti.

Ingabbiati e soffocati dalla difesa scozzese, gli uomini d Franco Smith non sono mai riusciti ad alzare i giri del motore, se non in rari casi, pur lottando con generosità. Gli sforzi e l’abilità di alcuni giocatori, in certi momenti capaci di galvanizzare la truppa, vanno sicuramente sottolineati ma per la maggior parte degli Azzurri è stata una pessima giornata, da votazione insufficiente.

 

Le pagelle.

Hayward. Match sostanzialmente lineare per l’estremo azzurro, senza gravi colpe sulle mete scozzesi, preciso sulle palle alte e presente in un paio di bei contrattacchi che danno un minimo di senso -  almeno estetico, visto che comunque non si è segnato – ad un match profondamente incolore. Voto 6

Bellini. Non è esente da errori, specialmente nelle pulizie in ruck in cui è più volte in ritardo permettendo agli scozzesi di mettere le mani sul pallone, ma è l’unico attaccante capace di disorientare i difensori avversari. Fughe al galoppo, finte e cambi di passo eleganti, off load di pregio, il migliore dei nostri trequarti è senz’altro lui. Voto 6,5

Morisi. Più esposto alle ondate avversarie si fa trovare spesso in ritardo sulla salita, finendo per farsi bucare o per subire l’avanzamento dei ball carrier del XV del Cardo. Mai pericoloso in attacco, può sicuramente fare meglio. Voto 5

Canna. Partita di sacrificio, in cui non è mai riuscito a far valere le sue caratteristiche tecniche offensive. Resiste con abnegazione alle cariche scozzesi, dimostrandosi ancora un placcatore affidabile. Voto 5,5

Minozzi. Perde un paio di palloni a contatto ma è uno dei pochi a dare vitalità e velocità alle manovre azzurre, insieme ai compagni del triangolo allargato. Prova ordinata in difesa Voto 6 +

Allan. Il piano di controllo scozzese gli tarpa le ali, costringendolo quasi sempre a scelte obbligate. Se in cabina di regia non è stata una giornata semplice, fa cilecca anche dalla piazzola fallendo un calcio che poteva ridare fiducia alla squadra. Voto 4,5

Braley. Si fa catturare due volte palla in mano all’uscito di ruck ben pulite dai compagni ma è solo la punta dell’iceberg di una prestazione deludente, in cui è mancato il ritmo per mettere in difficoltà la Scozia. Giocare contro difese solide è sempre difficile ma non fa nulla per creare dubbi. Voto 4,5

Steyn. Vederlo sorridere beffardo e soddisfatto ogni volta che riesce a disinnescare una maul scozzese imbragando il portatore è una goduria, la sua determinazione è stata fondamentale per evitare il peggio, al di là della sconfitta comunque fastidiosa. Con quindici Steyn avremmo vinto. Voto 7

Polledri. Ha sulla coscienza l’intercetto che ci costa la prima meta ma sulla sua prestazione c’è poco da dire: rimbalza placcatori, avanza come un mulo, recupera palloni a terra, salva mete in extremis, placca come un forsennato. Voto 6/7

Negri. Patisce molto la marcatura di Ritchie e Watson, i migliori della Scozia, facendosi imbrigliare spesso palla in mano e faticando ad avanzare. Paga dazio più di una volta anche in difesa. Voto 5 -

Zanni. Il vecchio leone friulano contribuisce a tenere botta in un primo tempo difficile ma non riesce mai a creare scompiglio tra le linee nemiche. Voto 5,5

Cannone. Altro match da lottatore di razza per il giovane fiorentino, solido al placcaggio e concreto palla in mano, che tuttavia questa volta ha avuto un rendimento inferiore rispetto alle trasferte in Galles e Francia. Voto 5/6

Zilocchi. In mischia va a corrente alternata e quando viene sostituito da Riccioni il cambio di cilindrata per l’Italia è vistoso. In compenso si spende molto nel breakdown e si dimostra attento e presente, recuperando un pallone schizzato fuori da una rimessa laterale. Voto 5,5

Bigi. Insufficienza grave per il capitano, tra lanci persi, palloni caduti colpevolmente, falli in ruck e altre imprecisioni che certo non hanno aiutato la squadra, nonostante il grande impegno profuso in battaglia. Voto 4

Lovotti. Parte discretamente, costringendo Fagerson al fallo in mischia e si spende molto nei placcaggi. Rispetto ai match precedenti ha lottato con più disciplina, nel complesso una prestazione non trascendentale ma comunque sufficiente. Voto 6

 

Riccioni. Peccato che esca dopo 25 minuti a cavallo dei due tempi, in cui era riuscito a mettere in crisi la stabilità della prima linea del Cardo. Utile quanto sfortunato. Voto 6

Budd. Lavora bene come primo saltatore, marcando bene il suo diretto avversario e anticipandolo sui nostri lanci. Buono anche il work rate a contatto e nel gioco aperto. Voto  6

Licata. Non era una rondine quella vista allo Stade de Francais: il ragazzo è pronto per essere messo alla prova sulla distanza, dopo un’altra prova maiuscola entrando dalla panchina. Quando nel secondo tempo facciamo qualcosa di buono c’è quasi sempre il suo zampino, con begli avanzamenti, off load precisi e due palloni vinti a terra costringendo al tenuto gli avversari. Voto 7,5

Zani. Lanci sbagliati ma soprattutto quel fallo inutile da giallo che ci tarpa definitivamente le ali, proprio mentre cercavamo la meta della speranza per rientrare in corsa. Rivogliamo lo Zani impact player a cui ci ha abituato. Voto 4

Fischetti. Si adegua presto ad una situazione ormai cristallizata, senza incidere sulla contesa in spinta. Ordinato e volenteroso in giro per il campo. Voto 5/6

Palazzani. Dal primo pallone, perso in rimessa laterale, su cui si fa sorprendere dal rimbalzo, al calcetto allo scadere troppo lungo che manda in fumo l’ultima occasione azzurra, la partita del Gullo è tutta da dimenticare. Il ritmo non sale, gli errori sono troppi. Voto 4

Lazzaroni e Bisegni: Le briciole per loro, impossibile giudicarli. Alla prossima occasione. NG

 

 

 

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Foto Alfio Guarise

 

 

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