Mondiale in Australia: lì dove NRL e football fatturano più del rugby
Il National Rugby League è letteralmente la lega con più pubblico in assoluto, con incassi paurosi nel mondo del rugby

La Rugby World Cup 2027 proverà a rilanciare l'immagine del rugby union in un'Australia dove questa disciplina subisce negli anni un forte calo di interesse. Perchè agli antipodi sembrano apprezzare poco la variante a XV. Mica per niente: il fatturato generato dal Super Rugby non è all'altezza dei guadagni prodotti da rugby league e football australiano.
La National Rugby League, il massimo campionato di rugby a 13 di Australia e Nuova Zelanda, risulta essere la lega che in assoluto genera più introiti nel mondo della palla ovale.
La NRL dura appena sette mesi, il Top14 arriva a nove

Il grande inizio parte a marzo per concludersi ad ottobre con il Grand Final, nel pieno dell'autunno e dell'inverno australe (le stagioni dell'Emisfero Sud sono invertite rispetto all'Emisfero Nord) il che consente di avere il massimo numero di spettatori allo stadio e di telespettatori.
Con il Top14 - il campionato di rugby union più ricco al mondo - le differenze sono minimali, ma lasciano intendere come in Australia il rugby league sia più popolare e apprezzato del rugby union. Le sponsorizzazioni obbligano ad aumentare il numero di partite: se nel 2023 il Top14 vide la bellezza di 2,7 milioni di spettatori, per ben 182 partite, la NRL ha totalizzato oltre 4 milioni di presenze sugli spalti per ben 213 partite disputate. A conti fatti, è il campionato di rugby più seguito al mondo.
Incassi notevoli in così poco tempo, a Brisbane il primato del pubblico
Nel 2023 i guadagni, da parte del campionato NRL, ammontano a 427 milioni di dollari. Nel Nuovo Galles del Sud e parte del Queensland arrivano gli incassi maggiori. Al Suncorp Stadium di Brisbane si registra l'afflusso maggiore di spettatori: per le sfide dei Brisbane Broncos l'impianto è quasi sempre sold out.
A Sydney se la passano bene, con gli storici Sydney Roosters che riempiono a più riprese l'Allianz Stadium, così come il loro rivali dei Sydney Rabbitohs - la squadra di Russell Crowe, dal momento che l'attore Premio Oscar è uno degli azionisti della franchigia.
Il football australiano domina sovrano

Lo sport nazionale in Australia, difficile da comprendere a molti occidentali, ma che prende in prestito regole dal calcio e dal rugby. Un miscuglio di elementi che fa impazzire gli Aussies.
La AFL, la lega nazionale, gestisce così un evento che in appena sei mesi richiama negli stadi un intero paese. Non per scherzo: nel 2023 l'affluenza negli stadi per la stagione di AFL ha superato il tetto degli 8 milioni di spettatori (8.139.464 per la precisione) vale a dire un terzo della popolazione australiana (che si aggira sui 25 milioni).
E i guadagni? Anche quelli, non paragonabili al rugby. Se il Top14 si ferma ad un fatturato annuale di 300/400 milioni di euro, la NRL di poco oltre i 420, il football australiano ha generato introiti pari a quasi 1 miliardo di dollari nel 2023 (974 milioni per la precisione).
E il Super Rugby come è messo?
Mettiamola così, se la passano meglio le squadre dello United Rugby Championship. Il massimo campionato per club dell'Emisfero Sud genera guadagni pari a 120/130 milioni di dollari annui, inferiori a quelli prodotti dal ProD2 (seconda divisione francese).
La fuga del Sudafrica, le cui franchigie ormai hanno abbracciato URC e Champions Cup, ha sicuramente influenzato in negativo i guadagni generato nell'Emisfero Sud, ma questo non nasconde il problema di fondo: l'interesse per il rugby union è latente in Australia, chissà se il Mondiale, fra due anni, riuscirà a risollevare le sorti della palla ovale.