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Fallosi, imprecisi, impazienti, inconcludenti, in una parola: brutti. Eppure vincenti dopo tanto tempo e dunque anche per questo motivo una prestazione davvero sotto livello da parte dell'Italia andrà in archivio alla voce vittorie da segnare con l'evidenziatore.

 

Sia chiaro, chi scrive non ha apprezzato il gioco espresso sabato a Parma dagli Azzurri, apparsi troppo spesso a corto di soluzioni di fronte ad un avversario che avrà pur giocato la partita della vita ma rimane una tacca abbondante sotto le possibilità di un gruppo come quello a disposizione del ct Crowley e del suo staff.

 

Pur nella mediocrità non tutto è stato da buttare, e questa è l'altra faccia di una medaglia che avremmo voluto quanto meno di un valore nominale più alto. Sette punti di scarto all'Uruguay sono troppo pochi, questo lo sappiamo tutti. Bisogna però iniziare a vedere lungo, perché di occasioni simili ce ne saranno ancora e dovremo saperle gestire – alla prossima Coppa del Mondo ma anche in eventuali test con Georgia o  Romania - come minimo portando a casa la pagnotta come fatto a Parma di fronte a un pubblico il cui entusiasmo è stato davvero l'elemento da applaudire di più.

 

Fanno bene Crowley e Lamaro a tirare dritto per la loro strada, a badare al sodo, buono o cattivo che sia. Ragionare come se avessimo perso avrebbe avuto poco senso, c'era da riappropriarsi della vittoria come elemento vitale di questo sport e ci siamo riusciti.

Il poco divario ottenuto, l'obiettivo centrato solo in parte, sarà materia di approfondimento e lavoro intenso per gli Azzurri, nei due mesi che conducono da qui al Sei Nazioni 2022. Dove si segnalava, nelle precedenti pagelle, che oltre a Inghilterra e Irlanda tra le nazionali europee a livello degli All Blacks ci sarà da affrontare anche la Francia.

Presto detto, abbiamo visto tutti com'è finita a Saint Denis. E il cammino dell'Italia nel prossimo Six Nations inizierà proprio contro i Les Bleus più stellari dell'ultimo decennio.

 

 

Le pagelle.

 

Padovani. Deludente specialmente in attacco, dove non trova mai varchi significativi pur tentando varie incursioni. Ordinaria amministrazione in difesa e al piede, perde però qualche sfida in salto.  5

Bruno. Marchia il debutto in Nazionale con una prestazione esemplare, segnando una meta con un gioco di gambe da slalomista e facendosi trovare quasi sempre pronto. 7

Brex. Sempre vistoso il suo lavoro nelle salite difensive e al placcaggio, dove tagliola caviglie e ginocchia che è un piacere. Concreto ma non brillante in attacco, si isola un paio di volte. 6.5

Morisi. L'unico dei trequarti azzurri ad avanzare con regolarità ogni volta che ne ha l'occasione e favorendo la continuità di gioco, si conferma solida barriera e lavoratore generoso in difesa. 6.5

Ioane. Altra prova poco convincente, nonostante abbia contribuito positivamente allo sviluppo delle manovre azzurre, non riesce a fare la differenza contro avversari di minor qualità. 5

Garbisi. L'errore dalla piazzola dopo pochi minuti apre la strada a una partita senza infamia né lode da parte del nostro talentuoso mediano d'apertura che non ha mai trovato il guizzo importante. 5,5

Braley. Perde un paio di palloni in uscita da ruck, dove avrebbe dovuto chiedere più assistenza dagli uomini di mischia per evitare rogne. Si mangia una meta che in superiorità dovevamo fare. 4,5

Steyn. Rientro positivo per lo spirito con cui ha lottato, un po' da rivedere invece sul dettaglio e per la lucidità nel corso della gara. Paga un paio di falli in ruck evitabili. 5,5

Lamaro. La giornata grigia dell'Italia fa il paio con quella del suo capitano, che individualmente sbaglia poco e ogni tanto suona la carica, ma non riesce mai a trovare la chiave per dare la svolta. 5

Negri. Tra i più presenti a contatto, come sempre, sia in attacco sia in difesa, risulta davvero troppo falloso questa volta tra placcaggi alti a ripetizione e altre infrazioni sul punto d'incontro. 4,5

Fuser. Al contrario di Treviso, dov'è entrato in scena come un samurai, a Parma si è mosso grossolanamente commettendo subito un fallo sciocco in touche e giocando un match mediocre. 4,5

Ruzza. Qualcosa di meglio in rimessa laterale rispetto al compagno di linea, riesce a far vivere un paio di palloni di qualità al largo ma anche per lui la prova non è del tutto sufficiente. 5,5

Nemer. Parte convinto come all'esordio, bloccando a terra un tenuto e dimostrando solidità anche sul lato destro in spinta, ma nel gioco è molto falloso. 5

Bigi. Placca al collo, senza cattiveria ma in situazione di difficoltà nei nostri 22. Regolare in touche, il suo doppio movimento manda in fumo una meta che in quel momento serviva. 5

Fischetti. Primi quaranta minuti dominanti in mischia, avrebbe meritato la sufficienza ma il giallo per placcaggio anticipato, dopo essere rientrato per Traorè, rischia di compromettere il risultato. 5,5

 

Faiva. Meglio di così non poteva presentarsi: primo carrettino guidato da driver esperto e gran carica fino in meta, poi alla fine salva la baracca recuperando in ruck il pallone della vittoria. 7,5

Ceccarelli. Un passo avanti rispetto alla magra prestazione con l'Argentina, dimostrando voglia di metterci la faccia, pur in un secondo tempo in cui la mischia non ha reso sempre a dovere. 5,5

Traorè. Sfortunato a dover lasciare il campo dopo venti minuti per concussion, non può riscattarsi da un paio di falli al placcaggio e sul punto d'incontro. 5

Sisi. Mette la sua fisicità al servizio del squadra in modo positivo. A lungo andare però si adatta all'andazzo sparendo dai riflettori. 5,5

Licata. Punito per un doppio movimento con palla a terra, si distingue per una bella battaglia aerea vinta con una presa in salto sicura ed elegante. 5,5

Fusco. Venti minuti per dare la sveglia: compito riuscito solo in parte, forse anche per la troppa voglia di fare, perfino in ruck, che lo spinge a commettere sealing off sull'uomo a terra. 5,5

Tavuyara. In cinque minuti ha fatto appena in tempo a far intuire il suo potenziale in quest'Italia. SV

 

 

 

Foto Alfio Guarise

 

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