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Jim Telfer è un allenatore vecchio stampo, un tipo carismatico, un guerriero quando ha giocato numero 8 con la Scozia, un generale quando è diventato allenatore.

Oggi riporteremo il discorso fatto da Telfer agli uomini di mischia durante il tour dei British & Irish Lions del 1997 quando i leoni britannici erano in visita in Sudafrica per affrontare i campioni del mondo in carica, gli Springboks.

Un meeting che è rimasto nella storia per le parole di Jim Telfer, davanti a lui alcuni dei migliori giocatori della storia del rugby, tra questi Lawrence Dallaglio, Martin Johnson, Richard Hill, Tom Smith.

 

Il discorso di Jim Telfer ai British Lions (1997):

 

Ci sono 2 tipi di giocatori di rugby. Ci sono quelli onesti, e poi tutti gli altri.

I giocatori onesti si alzano la mattina, si guardano allo specchio, fissano degli standard, e si ripetono “migliorerò, migliorerò, migliorerò!”.

Non si lamentano del cibo, del letto, degli arbitri, o di tutte queste cose. Cose marginali, cose per cui i giocatori deboli, i giocatori disonesti, si lamentano sempre.

Se dico a un giocatore che è troppo alto, o che non si è stretto abbastanza, allora vuol dire che è troppo alto, e non si è stretto abbastanza! Spetta a me giudicare, e non al giocatore! Cosi è, e così dev’essere!

Ho già allenato i Lions in passato, e ci si lamentava di questo tipo di cose. Si andava in trasferta e sembrava una vacanza. La prima cosa che cercavano i giocatori era un pub. La seconda una pinta di Guinness. La terza, un chiosco di fish and chips. L’unica cosa che leggevano era il The Sun. E non si interessavano a nulla di buono e positivo che quel paese aveva da offrire!

Se noi facciamo così, affonderemo.

Non ci lamenteremo, non diremo “noi abbiamo Twickenham, l’Arm’s Park, Lansdowne Road, Murrayfield… No, no, quei giorni sono passati, ciò che era accettato allora, non è più accettabile adesso, qui, da me, da noi, da voi tutti.

Abbiamo girato pagina, abbiamo un’attitudine diversa.

E dobbiamo essere onesti con noi stessi, non siamo stati all’altezza. Possiamo affrontarli, ma solo se siamo a posto nella testa e nell’animo.

Due settimane: ci sono battaglie disseminate ovunque che ci aspettano, mercoledì, sabato, il prossimo mercoledì, il prossimo sabato ancora, e il successivo martedì, finché non metteremo piede in quella arena – della quale avremo un assaggio questo sabato – e a quel punto, saranno i fottuti Lions a ruggire per primi, perché il sangue scorrerà, e facciamo si che sia sangue Springbok!

Concentratevi. Da questo momento, toglietevi i guantoni, perché è una lotta a mani nude.

Perché alla fine, sarà chi ancora si reggerà in piedi ad uscirne vincitore!