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La Federazione Italiana Rugby si è mossa per cercare di contrastare la crisi che il coronavirus porterà ai club affiliati. Sono previsti danni economici ad ogni livello per tutte le 480 squadre iscritte ai campionati italiani, danni dovuti all’inattività forzata, alle partite e ai tornei non disputati, danni economici dovuti alle incerte entrate derivanti dalle aziende che sponsorizzano e molto altro ancora.

La FIR ha stanziato 1,6 milioni di euro da destinare al rugby italiano, somma salita a 2 milioni dopo che World Rugby ha annunciato che devolverà 92 milioni di euro in aiuto alle federazioni nazionali.

Ma da dove arrivano questi 2 milioni? Una somma ben lontana dai 35 milioni annunciati per la stessa causa dalla Federazione Francese (FFR) ma che tutto sommato potrebbe rispecchiare in parte la disponibilità attuale del rugby italiano.

 

Ivan Malfatto dal Gazzettino ipotizza che questi 2 milioni extra sarebbero frutto dell’annullamento dell'attività estiva delle nazionali stimati in circa 900.000 mila euro di costi (trasferte e bonus giocatori) tra nazionale maggiore (avrebbe dovuto affrontare un tour nelle Americhe ndr), attività estiva di Rugby Europe dell'Italia Seven e Mondiale U20 annullato. A questi si aggiungono tagli del 25% agli stipendi dei dirigenti delle quattro aree della Fir (tecnica, marketing, economica e segreteria) oltre ai gettoni presenza di consiglieri e altre cariche.  

Per poter ulteriormente risparmiare qualche altro milione di euro si potrebbe accogliere la richiesta di ingresso di una franchigia privata nel PRO14 al posto delle Zebre, proposta avanzata dal Petrarca e che si trova tutt’ora sul tavolo degli uffici federali.

 

Come verranno invece distribuiti i 2 milioni di euro del fondo coronavirus?

Sempre secondo Il Gazzettino è stato deliberato di liquidare i club di TOP12 con 160 mila euro di contributo a testa previsto per la stagione 2019/20. Quindi 1.920.000 euro complessivi divisi in parti uguali per le dodici squadre del massimo campionato domestico.

Non è stata ancora presa una decisione sui 290 mila euro di premi spettanti alle 4 società qualificate ai play-off: 50.000 a testa alle semifinaliste, più 30 mila alle finaliste, più 30 mila alla vincintrice. Tre le ipotesi sul tavolo:
1) Destinarli a premio per la prossima stagione futura
2) Distribuirli anch'essi in parti uguali fra le 12 squadre
3) Distribuirli fra le prime 4 in classifica al momento della sospensione

Ci sarebbe anche una quarta ipotesi: non distribuire affatto i 290 mila euro. Non solo perchè i play-off non si sono disputati ma perchè semplicemente mancano i danari. Nel bilancio della Fir essi sono ricavati, come il 1.920.000 euro, i premi per la Coppa Italia (30 mila euro al Rovigo, 10 mila al Petrarca) e una parte dei finanziamenti federali a Benetton e Zembre in Pro 14,  dai 5 milioni di euro  annuali girati dall'Eprc per la partecipazione delle squadre italiane alle coppe europee.

 

Cosa spetterebbe quindi ai club di Serie A, B, C e femminile?

Agli altri circa 470 club dalla serie A in giù, sono stati destinati 2 milioni di euro da distribuire secondo il criterio di maggiore attività. Dalle giovanili alla seniors al femminile, verrà stabilito un punteggio moltiplicato per un algoritmo: fatto 1 l'intero campionato sarà 0,6, 0,7, 0,8 a secondo del momento della stagione in cui si è interrotta l'attività nelle diverse categorie. Secondo i primi calcoli ogni punto dovrebbe valere circa 160 euro. Una società con 50 punti si poterà a casa circa 8.000 euro, con 100 16.000 euro e via di questo passo.

 

Queste sono stime al momento puramente ipotetiche, la nuova riunione federale prevista per giovedì 23 aprile potrebbe dirci qualcosa di più.