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Sabato si gioca la semifinale di ritorno ma nel frattempo la burocrazia ha continuato la sfida a distanza. Dopo il ricorso della società mantovana per la sostituzione temporanea di Paz (infortunio al ginocchio “mascherato” da trauma cranico per poter rientrare in campo dopo la fasciatura, secondo Viadana) Calvisano presenta una “contromossa” al giudice sportivo citando due episodi. Il primo riguarda un placcaggio pericoloso di Brex su Alberto Chiesa, il secondo un presunto pugno del tallonatore Giovanni Scalvi a Cavalieri. Nel primo dei due casi l'arbitro Vivarini ha poi optato per il cartellino giallo nei confronti del giocatore del Viadana, in occasione del secondo fallo, l’arbitro ha semplicemente concesso un calcio di punizione.
Il presidente del Rugby Calvisano Alessandro Vaccari dal Giornale di Brescia: “Per me le partite si chiudono al fischio finale, ma visto che i nostri avversari non hanno adottato lo stesso tipo di misura, abbiamo deciso di fare ricorso al giudice sportivo per tutelare i nostri giocatori e segnalare due episodi, a nostro parere gravi: il primo (placcaggio all'estremo in aria) poteva avere effetti molto pericolosi. Visto che a Viadana hanno voluto mettere la partita sul binario legale, abbiamo ritenuto anche noi che fosse il caso di tutelare i nostri diritti”.
Sulla vicenda Paz, Vaccari è diretto: “Il protocollo è stato introdotto in maniera sperimentale, per la prima volta, in queste semifinali con un unico obiettivo, la tutela del giocatore.”

Il Giudice Sportivo però ha respinto il ricorso “poiché i fatti dall’istante sono stati rilevati dal team arbitrale con l’ausilio del Television Match Official (TMO) ed adeguatamente sanzionati e, comunque, non hanno cagionato ai tesserati del Rugby Calvisano lesioni gravi o gravissime.”

FIR cerca di placare gli animi ed esce con questo comunicato, nella speranza di chiarire la questione: “l’applicazione del protocollo HIA nei cinque incontri della fase finale del Campionato Italiano d’Eccellenza 2016/2017 è avvenuta e avverrà in fase totalmente sperimentale, come strumento di formazione per future implementazioni, senza alcuna rilevanza sui risultati degli incontri”.

 

Foto Martina Sofo