URC: chi al posto del Galles? Georgia, Cheetahs o terza italiana?
Le ipotesi dopo l'annuncio di riduzione da 4 a 3 squadre della Welsh Rugby Union
La Welsh Rugby Union ha annunciato che, all’intervento del processo di riforma del rugby gallese, dal 2028 le squadre di URC saranno ridotte da quattro a tre. Una fra Cardiff, Dragons, Ospreys e Llanelli sparirà (vedi articolo). Se lo United Rugby Championship deciderà di mantenere inalterata la formula a 16 formazioni del torneo, bisognerà fare entrare un’altra squadra. Quale? Tre le ipotesi sul tavolo, in base a quanto si è detto e scritto in questi ultimi tempi. Ma non è detto che i dirigenti dell’URC non abbiano altre idee o piste da seguire. Un tempo si parlava anche di ampliamento agli Stati Uniti o di una franchigia con base a Londra. Le tre ipotesi portano alla Georgia, al Sudafrica e all’Italia.
1) Black Lion (Georgia)
Da anni la Georgia bussa alle porte del rugby che conta per avere una competizione stabile con le nazioni di Tier 1. Scartata la suggestione Sei Nazioni e con la nazionale che tenterà di conquista la promozione dal gruppo B della Nations Cup in partenza dal 2026, la possibilità più concreta di accontentare le ambizioni di crescita è una sola: ammettere i Black Lion all’Urc. La franchigia che raccoglie il meglio dei giocatori georgiani non all’estero è già ammessa da tre stagioni alle Challe Cup come invitata. Permetterle di misurarsi tutto l’anno con i club e le franchigie euro/sudafricane, e non solo in quelle finestre di coppa, sarebbe l’ideale per la crescita del rugby georgiano. Fare entrare un nuovo Paese nell’Urc, dove ce ne sono già 5 rappresentati, non sarebbe un problema vista la vocazione internazionale presa dal torneo. Anzi, andrebbe proprio in quella direzione. Se la Georgia poi fosse disposta a pagare una “tassa d’ingresso” per alcuni anni, come hanno fatto a suo tempo Italia e Sudafrica, sarebbero appianate anche le obiezioni economiche e logistiche. Sulla carta è questa quindi l’ipotesi più utile, praticabile e suggestiva per il rugby.
2) Cheetahs (Sudafrica)
Anche i Toyota Cheetahs di Bloemfontein partecipano alla Challenge Cup su invito, come i Blacks Lion, e hanno partecipato all’Urc insieme ai Southern Kings di Porth Elizabeth prima che nel torneo approdassero dal Super Rugby australe le quattro principali franchigie sudafricane. Il Sudafrica dice da tempo che per il suo sviluppo l’ideale sarebbe averne una quinta nel torneo. La federazione sudafricana da quest’anno è partner alla pari nell’Urc, non paga più la “tassa d’ingresso”. Il grosso dei diritti televisivi della manifestazioni arrivano dai canali tivù sudafricani. Quindi la soluzione Cheetahs sarebbe la più semplice da realizzare.
3) Petrarca terza italiana? (Italia)
L’URC potrebbe dare una terza franchigia all’Italia, vista la richiesta mai diventata lettera morta del Petrarca di Alessandro Banzato, anche dopo che ha rinunciato a partecipare al bando di concorso della Fir per acquisire le Zebre. Zebre che con la nuova governance politica, il nuovo staff tecnico e il nuovo modello di sviluppo come franchigia di formazione impostato a Parma (facendo risparmiare già 800 mila euro circa alla federazione) non sarebbe più in pericolo di trasloco a Padova. Treviso ovviamente non si tocca. Ecco allora l’ipotesi di una terza franchigia all’Italia. Ipotesi molto più debole rispetto alle altre due, per problemi di numeri (economici e di giocatori disponibili), a nostro avviso buona solo sulla carta, non in pratica. Ma non è giusto scartarla a priori. Va messa sul piatto.
Cosa deciderà di fare lo United Rugby Championship?