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A qualche giorno dalla conclusione del torneo FIRA di Mosca abbiamo colto l'occasione di intervistare Orazio Arancio, manager della nazionale di categoria, per fare il punto sulla situazione dell'Italseven.

 

Ciao Orazio, come è andato il seven di Mosca? Torneo in agrodolce?

"In effetti si, il dolce è che stiamo migliorando a vista d'occhio....anche la settimana prima al Roma Seven abbiamo perso solo contro i Seven Sirs, una squadra composta da ottimi giocatori tra i quali Dingo Williams che è un fenomeno assoluto a 7, ma ci siamo comunque guadagnati il terzo posto.

Anche a Mosca abbiamo riconfermato il 9° posto e abbiamo messo in mostra dei buoni miglioramenti, potrebbe sembrare un'eresia affermare che ci sono stati dei miglioramenti avendo confermato la posizione dell'anno scorso. Dobbiamo tenere conto che abbiamo vinto tre partite su cinque, perdendo contro la Russia solo 12-0 e sprecando parecchie occasioni quando l'anno passato dai russi prendevamo almeno 30 punti. Non ci siamo qualificati per le finali dal primo all'ottavo posto solo per differenza mete ma abbiamo migliorato il risultato di Lione dove avevamo vinto due partite su cinque.

Dovremmo avere più continuità perchè dalla finale disputata a giugno contro il Giappone all'Hong Kong 7s i ragazzi sono stati praticamente fermi sino al primo torneo disputato a Lione in cui abbiamo pagato questa situazione, mentre ora stiamo solo migliorando. Con l'opportunità di allenarsi con continuità torniamo ad essere competitivi e non siamo distanti dagli altri.

Altre nazioni hanno puntato parecchio sul Seven e stanno costruendo o hanno costruito squadre interamente dedicate a questa disciplina,sia Russia che Portogallo hanno squadre di professionisti e la Germania ha trovato un ottimo sponsor per portare avanti il lavoro. Le risorse della Federazione al momento sono allocate per altri progetti quali le Accademie e la Celtic, ma sono fiducioso per i prossimi anni. Il nostro gruppo è quasi al "completo" ed è molto coeso....alcuni ragazzi sono talmente entusiasti del gioco che non vorrebbero tornare al XV e stanno tentando di organizzare una squadra che possa giocare solo tornei a 7 in giro per il mondo.

Sono convinto, tuttavia, che continuando a lavorare a braccetto con CONI e Federazione riusciremo ad ovviare a questo problema e raggiungere i nostri obiettivi".

 

Prospettive future?

"A settembre ci attendono i tornei di Manchester e Bucarest e nel frattempo stiamo cercando le risorse per organizzare due raduni ad agosto , stiamo "dialogando" con Spagna e Germania per ospitarli all'Acquacetosa, dovessimo riuscirci riusciremmo a preparare al meglio i tornei. Sulla falsariga di quanto abbiamo fatto a febbraio a Catania per preparare al meglio il torneo di Hong Kong.

In buona sostanza dobbiamo reperire le risorse per fare allenamento e tornei, abbiamo bisogno di giocare, giocare, giocare. Quando giochiamo i miglioramenti si vedono a vista d'occhio, non è solo questione della fiducia che si acquisisce giocando ma anche di svolgere una preparazione fisica mirata per affrontare i 14 durissimi minuti di gioco.

Stiamo anche cercando di propagandare al meglio un primo circuito di rugby a 7 ma, purtroppo, per ora non sono state molte le società che hanno aderito all'iniziativa per una, ovvia, questione di risorse ma anche perchè l'estate è vista come la stagione di "scarico" e vacanza. Mentre in inverno i club sono meno "sensibili" nel liberare giocatori da dedicare al 7. Fra un paio di settimane in commissione Seven affronteremo il discorso per risolverlo al meglio".

 

Grazie mille per l'intervista e in bocca al lupo!

"Crepi, grazie a voi!"

 

Foto di Emy Forlani

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