x

x

La notizia non ha ancora i crismi dell’ufficialità ma circola con una certa insistenza in ambienti che di norma sono ritenuti “bene informati” e perciò attendibili. In due parole, il nome dell’arbitro italiano Marius Mitrea (il n.1 dei fischietti italiani) sarebbe stato – condizionale d’obbligo per una questione meramente formale – espunto dalla lista dei direttori di gara individuati World Rugby per la direzione delle gare della prossima edizione della Champions Cup ovale. Fuori Mitrea, nessun italiano nell’aristocrazia dei direttori di gara. E, quel che è peggio, per logica deduzione, ne deriva che anche per la prossima edizione del Sei Nazioni la classe arbitrale italiana risulterà esclusa dal palcoscenico del più antico e prestigioso torneo del pianeta ovale. La notizia, se confermata, avrebbe del clamoroso. Marius Mitrea è reduce da una stagione in cui ha diretto (evidentemente non bene come molti avevano ritenuto) numerose e importanti gare internazionali, comprese alcune sfide decisive della Champions. Qualcuno si era addirittura sbilanciato prevedendo che sarebbe stata quella 2018 l’edizione storica del Sei Nazioni che avrebbe visto la direzione di gara affidata a un membro del CNAr. Invece niente. Pare che il nome di Mitrea non compaia nemmeno nella lista dei primi e dei secondi assistenti. Un’altra versione della sua eliminazione parla più semplicemente di “parabola in ascesa giunta al massimo della sua salita” e di “posti da lasciare ad altri e più giovani pretendenti”. Comunque la si voglia intendere, se confermata, la notizia dice che dal 2000 (anno di ingresso al Sei Nazioni) a oggi l’Italia non è riuscita a esprimere un direttore di gara degno di operare ad alto livello. Un dato tristemente oggettivo che meriterebbe, se ancora una volta confermato, attenta e puntuale riflessione. Oltre che la giusta quota di sdegno, trattandosi, inutile negarlo, di equilibri di potere politico, che nessuno degli interessati pare disposto a negoziare. Purtroppo per noi.

Foto Alfio Guarise