Il punto sulle Accademie Zonali con Massimo Brunello, responsabile tecnico dell'Accademia di Mogliano

Abbiamo proseguito il percorso di interviste con i responsabili delle Accademie zonali, questa volta abbiamo fatto una bella chiacchierata con Massimo Brunello, responsabile tecnico dell’Accademia di Mogliano e allenatore della Nazionale Under18. Dovessimo fare un riassunto? Bisogna alzare il livello, una volta arrivati al limite bisogna alzare l’asticella!
Siamo oltre la metà del lavoro delle Accademie, come valuti quest’esperienza che avete avuto a Mogliano, a meno che tu non voglia allargare il discorso..
"Per noi di Mogliano è il 5 anno dell’Accademia, quindi siamo sicuramente meglio collaudati rispetto alle altre, avendo allargato la base deve andare ancora tutto a regime e ci vorrà un po’ perché anche le altre Accademie inizino a mettere a frutto tutte le informazioni e riescano ad andare a regime e produrre dei giocatori validi per lo step successivo".
Allora parlaci un po’ dell’esperienza in questi cinque anni, è già un’esperienza importante e avete già uno storico sull’andamento, c’è stato un processo di crescita dal primo anno sino ad ora..
"Sicuramente c’è stato un processo di crescita, il primo anno a livello organizzativo è stato un po’ un disastro, innanzitutto andavamo un po’ in giro per i campi, giocavamo un po’ qua e un po’ la mentre ora abbiamo il nostro campo in sintetico. Diciamo che abbiamo anche un processo già fatto, sappiamo come impostare il lavoro dall’inizio, sappiamo quali sono le difficoltà cui vanno incontro i ragazzi sia a livello emozionale che di organizzazione della vita di tutti i giorni, insomma credo che la nostra Accademia sia a regime da qualche anno. Sono passati dei ragazzi validi, i vari Campagnaro, Esposito, Bellini Lazzaroni…quelli che stanno andando per la maggiore….questo anno ne avevamo una decina in under18 e 11 in under17..bene o male questi sono i numeri che riusciamo a produrre ogni anno per le nazionali di categoria, penso che il nostro lavoro sia importante".
In effetti tutti nomi di rilievo a partire dagli internazionali, anche Lazzaroni si sta mettendo in buona luce a Mogliano e in Nazionale di categoria..
"In effetti Lazzaroni, a esempio, ha avuto la possibilità di andare a Mogliano in Eccellenza, ma anche Sarto che aveva fatto l’anno da esterno con noi ha poi raggiunto i risultati che tutti possono vedere…certo ci sono stati un po’ di giocatori che abbiamo valutato ma è ovvio che con la qualità è anche più facile lavorare. Ma dopo 5 anni di questo lavoro mi sono fatto l’idea che bisogna alzare molto il livello della competizione per fare bene a livello internazionale. Purtroppo, secondo me, il livello della competizione è sceso moltissimo negli ultimi anni, quindi dobbiamo fare un po’ come abbiamo fatto con la Nazionale maggiore, andare a cercare una competizione come la Celtic che possa avvicinarci il più possibile allo standard delle altre nazionali. Il campionato Accademia deve essere questo passo intermedio ma ci vuole un pò perchè tutte le Acceademie entrino a regime. La differenza tra una partita di under18 e una partita internazionale è abissale".
Si tratta di un divario fisico, tecnico, tutti e due?
"Se escludiamo Francia e Inghilterra, forse il Galles, con le altre nazionali siamo alla pari o forse superiori a livello fisico, ovviamente mi riferisco a livello europeo. Siamo allenati, ci battiamo alla pari con gli altri ma quello che viene a mancare non è tanto riferito capacità tecniche quanto al vissuto del gioco, cioè l’esperienza che i ragazzi hanno nell’adattarsi a certe situazioni di gioco che purtroppo nei nostri campionati vengono risolte con le capacità fisiche mentre a livello internazionale non basta"
Insomma l’Accademia di Mogliano è l’unica rimasta a regime da 5 anni…
"Si in effetti è così, ci vorrà un po’ perché le altre arrivino a regime dal momento che l’Accademia di Parma è stata divisa e un po’ di giocatori sono confluiti in quella di Remedello, di Milano, di Torino… quella di Roma ha lasciato un po’ di giocatori a quella di Catania, Benevento e Prato…insomma bisogna anche aspettare che il lavoro dei Centri di Formazione faccia il suo effetto, poi un po’ alla volta saranno tutte quelle come quella di Mogliano".
Di fatto quello che tu mi dici è che il lavoro delle Accademie è un lavoro importante dal momento che sono arrivati un po’ di giocatori a livello internazionale
"Dopo 2 anni di lavoro zonale, uno di lavoro nazionale, gli atleti più bravi sono entrati in Celtic League e gli altri in Eccellenza..penso che questo sia il percorso che li prepara all’alto livello. Io penso che non vi siano altre strade, non vedo alternative dal momento che se gli atleti rimanessero al club si allenerebbero 2 o 3 volte alla settimana e farebbero un po’ di palestra qualche volta ma non basterebbe per arrivare ad essere pronti. diciamo che completiamo il lavoro fatto dai club sino ai 16 anni. E’ anche chiaro che se uno è un fenomeno rimarrà sempre un fenomeno ed emergerà, ma anche credo che la Federazione abbia delineato una strada per arrivare all’alto livello, una strada che passa per dei sacrifici ma non penso che possano esserci altre scorciatoie".
In effetti se uno è un fenomeno il passaggio in accademia può solo accelerare il suo percorso di crescita…
"Esattamente".
Passo ora a chiederti di un aspetto che sta andando per la maggiore in questo periodo, il seven, gli altri tuoi colleghi mi hanno detto che è sicuramente propedeutico e in questo periodo state lavorando espressamente sul seven…parlaci del valore aggiunto che può dare l’allenamento sul seven a un atleta.
"Tutto, i principi cambiano un po’ dal momento che nel seven il principio non è avanzare ma è il possesso, quindi la filosofia cambia a partire dalla gestualità tecnica, all’evasione del contatto, sul piano della gestualità, sulla lettura della situazione in campo, dei soprannumeri, degli spazi…non dico che sia un lavoro obbligato ma quasi… tanti lavori che io faccio sono dedicati non solo ai trequarti ma a tutti perché insegnano a stare in campo".
In effetti ci riallacciamo al discorso della capacità di adattamento alle situazioni di gioco, il seven che è molto più veloce insegna tantissimo sopratutto ai giovani
"Diciamo che si ripropongono molte situazioni che poi troviamo nel 15 in particolare nel gioco sugli spazi"
Un'ultima domanda...anzi chiedo a te un pensiero in particolare che ci vuoi lasciare a riguardo dell'attività giovanile o di quanto ci siamo detti..
"Credo che quello che è stato fatto sino ad ora dalla Federazione sia stato fatto con lo scopo di portarci al più alto livello possibile, poi è chiaro che tutto è migliorabile e anche il sistema Accademie va migliorato e perfezionato, il nostro lavoro è complementare al lavoro che fanno i club. Ma anche i club sono fondamentali per il nostro lavoro. E’ una sorta di un lavoro di gruppo…è ovvio che per migliorarsi bisogna mettere in grado i giocatori di far del lavoro in più rispetto a quello che farebbero nei club, anche più specifico in modo da arrivare più in alto possibile!".
Grazie mille Massimo per questa bella chiacchierata!
"Grazie a voi!"