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Il libro Massimo Calandri «Non puoi fidarti di gente così. Storia della squadra di rugby che sfidò l'apartheid» (Mondadori), racconto del primo leggendario tour di una Nazionale italiana in Sudafrica, nel 1973, ha vinto la seconda edizione del Premio Panthalon di letteratura sportiva. Un importante riconoscimento non solo per l'autore, giornalista di Repubblica, e per il libro stesso, ma a tutto il mondo del rugby.

Il premio Panathlon è assegnato all'interno delle iniziative del più noto Premio Bancarella sport, giunto alla 60ª edizione e assegnato domenica a Pontremoli (Massa Carrara) a «Una vita in alto» (Rai Libri) di Sara Simeoni, scritto con il giornalista Marco Franzelli. La campionessa olimpica 1980 di salto in alto, con 140 voti, ha distanziato di 15 «Un gioco da ragazzi» (Rizzoli) di Bruno Conti e Giammarco Menga. Commossa per la vittoria la Simeoni, con un' emozionato Franzelli, ha promesso un seguito al libro vincitore. «Una squadra» (Fandago Libri) di Domenico Procacci con 122 voti è giunto terzo; «Le nuove guerre del calcio» (Feltrinelli) di Marco Bellinazzo con 108 voti quarto; quinto posto a a «Giuliano Giuliani, più solo di un portiere» (66thand2nd editore) di Paolo Tomaselli con 105 voti; sesto «Chris Amon. La sfortuna non esiste» (Minerva) di Emiliano Tozzi con 75 voti.

Durante la cerimonia Paolo Francia, presidente della Commissione di scelta del Premio Bancarella Sport, ha chiamato sul palco oltre a Calandri anche Giovanni Bruno, vincitore del Premio Bruno Raschi, riconoscimento assegnato ogni anno ad un giornalista che nella sua carriera «abbia innovato e riletto il modo di fare cronaca sportiva».