L’allenatore specialista, lo skills coach, una figura indispensabile negli staff tecnici di nazionali e squadre professionistiche nel rugby di oggi. Sam Morton arriva dalla scuola anglosassone, formatosi tra l’Exeter Chiefs Academy e il Plymouth Albion d’Inghilterra, dove ha iniziato come allenatore della mischia e della difesa specializzandosi con il passare degli anni come specialista del lancio in touche. Se all’estero “The Throw Coach” è quasi indispensabile in Italia questa figura è quasi una novità, solo l’Italia con Daniel Richmond, Zebre e nazionali giovanili hanno avuto lo skills coach Corrado Pilat, nella Serie A Elite ci viene in mente Paul Griffen del Petrarca ed Edd Thrower del Colorno. Andiamo allora a intervistare Sam Morton per comprendere al meglio il suo lavoro a stretto contatto con l’atleta, in questo caso il tallonatore.


 

Sei uno dei pochi, pochissimi, allenatori di uno specifico ruolo in Italia. Raccontaci in cosa consiste il tuo lavoro.

“Parte del mio lavoro con il giocatore è in campo dove, migliorare il suo lancio in touche è l’obiettivo primario. Non si tratta semplicemente di affinare la tecnica ma di poter eseguire il gesto sotto pressione, per questo creo allenamenti specifici con l’obiettivo di annullare questa pressione che può provenire da fattori esterni o interni. Ho fatto la mia tesi dell’esame di 4° Livello su questo aspetto. Inoltre lavoro anche aspetti al di fuori del campo con video “review” di partite e allenamenti analizzando assieme a giocatori e allenatori aspetti specifici del gioco, come ad esempio la touche”.

 


 

All’estero i coach specialisti, soprattuto nelle squadre professionistiche, sono a tutti gli effetti parte dello staff tecnico. In Italia ci si sta muovendo in questo senso?

“Le squadre all’estero da tempo inseriscono allenatori specialisti nello staff per andare a completare la loro offerta tecnica verso i giocatori, sia seniores che giovanili. Purtroppo non vedo troppo movimento di questo senso per ora qui in Italia. Al contrario vedo troppi allenatori "adattarsi” per provare ad aiutare i giocatori nei ruoli specifici ma senza esperienza o informazioni adeguate per un percorso di crescita efficace. Quest’anno Paul Griffen è entrato a nello staff del Petrarca ed è una cosa molto positiva! Petrarca ha 2 allenatori, uno per i trequarti e uno per la mischia e penso che con Griffen possano lavorare nello specifico con le skills in particolare dei mediani di mischia. Sarà un grande passo avanti”.


 

Quanto sta cambiando, o meglio evolvendo, il ruolo del tallonatore negli ultimi anni?

“Il ruolo del tallonatore è cambiato ma non troppo. Se non lanci bene o se non sai fare bene le mischie non sarai scelto dal tuo allenatore. Lanci in touche e lavoro in mischia sono alla base del ruolo, una volta imparato a fare bene queste due cose, allora il tallonare può migliorare tutto il resto. Dicono che il tallonatore oggi sia diventato la quarta terza linea, un Ball Carrier o Ball Player forte anche nel placcaggio. Oggi per essere un buon tallonatore devi avere l’“X-Factor”.


 

Con chi hai avuto modo di lavorare in questi anni?

“Nei ultimi anni ho avuto la possibilità di lavorare con tante diverse squadre e giocatori dalla Serie C, Serie B, Seria A e anche nel Premiership. Dalla under 16 fino ai nazionali seniores. Quelli più conosciuti con cui ho lavorato sono Luke Cowan-Dickie, giocatore di Inghilterra e i British & Irish Lions, Elvis Taione di Tonga e qui in Italia ho lavorato con gli azzurri Luca Bigi e Hame Faiva.”


 

Hai rilasciato un video corso per migliorare il lancio in touche del tallonatore. Dicci di più.

“Ho creato un video corso per migliorare il lancio in touche, una serie di consigli su come allenare il gesto oltre a diversi esercizi da poter fare su un campo da rugby con l’aiuto di alcuni attrezzi. E’ un corso completo e lo trovate su Sportwig.”


 

Cosa pensi dei tallonatori visti nella recente Rugby World Cup? Chi ti ha impressionato?

“L’esperienza ha vinto dal mio punto di vista. Nelle partite importanti abbiamo visto la differenza che può fare un tallonatore sotto pressione a un mondiale. Guardando solo alla finale l’infortunio a Bongi Mbonambi è diventato un grande problema per il Sud Africa per come è andata la touche. Chi mi ha stupito di più questo mondiale? Jamie George dell’Inghilterra e Bongi Mbonambi del Sudafrica. Dominanti in mischia e sicuri al lancio”.


 

Chi è il tuo prototipo di tallonatore moderno? Cosa deve saper fare?

Dan Sheehan dell’Irlanda è uno dei migliori tallonatori del mondo e, considerando che ha solo 24 anni, penso possa diventare un giocatore di altissimo livello. Sa lanciare ed è stabile in mischia ma una sua dote in particolare è la posizione in campo, ciò gli permette di prendere palloni negli spazi e sfruttare tutta la sua velocità”.