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Mondiale U20

Abbiamo proseguito il percorso di interviste con i responsabili delle Accademie zonali con Paolo Grassi, responsabile tecnico dell'Accademia di Prato, laureato in Scienze Motorie, lavora con la Federazione da 8 anni ed è anche il responsabile tecnico per la Nazionale Under 17.

 

Primo anno di Accademia a Prato, alla fine di questo percorso come valuti la tua esperienza e come sta andando?

"L' Accademia di Prato così come le altre 6 fanno parte di un progetto importante che ha avuto poco tempo per potersi dispiegare, ci sono state sicuramente delle difficoltà a livello organizzativo ma tutto sommato il primo anno del progetto accademico è stato proficuo e interessante sopratutto per l'adesione e il consenso che abbiamo avuto da parte dei giocatori e delle famiglie che, assieme alle società, sono i primi interlocutori di questo progetto".

Quindi sei soddisfatto?

"Si, sono soddisfatto, però dobbiamo migliorare tanti aspetti dal punto di vista organizzativo dopo di che potremo garantire una qualità del lavoro sempre più alta andando anche incontro alle società sportive".

 

Cosa pensi possa dare questo tipo di lavoro continuativo con i ragazzi?

"L'esperienza che fanno i nostri giocatori entrando in Accademia è importante non solo dal punto di vista sportivo ma anche dal punto di vista umano e scolastico perchè diamo loro modo di formarsi sotto tutti gli aspetti. Il ragazzo matura perchè deve organizzarsi al meglio sia individualmente che a livello di squadra, nel momento di studio è centrato su un percorso più individuale mentre deve cooperare con la squadra per lavorare in campo e anche solo recuperare tutto il materiale che serve per gli allenamenti. Il ragazzo/giocatore deve prendersi sempre più le sue responsabilità, l'esperienza che vive in Accademia può essere paragonata all'esperienza di leva, ma è addirittura più completa perchè è presente anche l'aspetto di studio che non viene mai subordinato allo sport ma gode della stessa importanza".

 

Secondo te come sarebbe migliorabile il format delle Accademie?

"Il miglioramento può essere raggiunto con una maggiore collaborazione con le società, non che non ci sia stata ma deve essere comunque amplificata. Intendo un rapporto più diretto e costante sia con la parte dirigenziale e con quella tecnica dei club, in questa maniera riusciremmo a garantire quella continuità nella formazione del giocatore nel corso della settimana".

 

Un’ultima domanda...l’attività Seven, sappiamo già che è propedeutica ed è già contemplata nell’attività dell’Accademia. Secondo te cosa può dare in più a dei giocatori di rugby che si stanno “sviluppando”, che importanza può avere?

"Siamo adesso reduci dal Seven di Bologna, dal mio punto di vista è stato molto interessante per completare una mia valutazione sul giocatore sia dal punto di vista tecnico che mentale dal momento che il 7 è uno sport che, sopratutto all'interno di un torneo, richiede una grossa tenacia, una grossa risposta sia dal punto di vista fisico che mentale. Il Seven mi ha dato delle informazioni in più sui giocatori che ho allenato tutto l'anno in Accademia. Partiamo dal presupposto che è uno sport che dovrà svilupparsi ancora di più in proiezione Olimpiadi".

 

Grazie mille per la chiacchierata!

"Grazie a voi".

 

Il campionato delle Accademie Zonali

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