Dai campi di rugby della Serie C in Lombardia, al bancone di uno dei più famosi cocktail bar del mondo, il Maybe Sammy di Sydney. E' la storia di Giorgio Gervasoni, rugbista di 28 anni, bresciano ma trapiantato dal 2015 in Australia.

Dieci giorni fa, Gervasoni insieme al suo gruppo di lavoro ha vinto per la categoria "Best Team" il prestigioso premio assegnato dall'organizzazione Tales of the Cocktail. Dal 2007, in collaborazione con la celebre rivista statunitense Forbes, Tales of the Cocktail premia infatti le eccellenze mondiali che contribuiscono a migliorare il settore dell'ospitalità e della ristorazione. Il Maybe Sammy, costituito da una squadra tricolore (sono italiani tre dei quattro soci e numerosi dipendenti), offre un servizio di altissimo livello ispirato ai bar dei luxury hotel in un ambiente che ricorda le atmosfere glamour degli anni Cinquanta. Sin dalla sua apertura, avvenuta tre anni fa, il locale australiano fa stabilmente parte della classifica dei cinquanta migliori bar del mondo, per questo il personale stesso è altamente selezionato e qualificato.

"Sono felicissimo di questo lavoro – afferma Gervasoni – ogni giorno ho la possibilità di crescere e di imparare molto dai miei colleghi". Nello specifico Gervasoni gestisce Sammy Junior e lavora come cameriere da Maybe Sammy. Secondo il ventottenne bresciano il premio internazionale ricevuto a New Orleans, negli Stati Uniti, mette in risalto i bellissimi valori che si respirano da Maybe Sammy, ovvero la condivisione, l'impegno, il sacrificio e il rispetto. D'altra parte Gervasoni prima di lasciare sei anni fa la provincia di Brescia e trasferirsi in Australia (nel mezzo c'è anche un'esperienza formativa in Nuova Zelanda) faceva il giocatore di rugby. Di ruolo estremo, sin da bambino è cresciuto nel Rugby Rovato, club a cui è ancora legato poiché con la maglia rossoblù ha completato tutta la trafila giovanile. Successivamente, si è spostato una stagione in prestito a Ospitaletto dove ha sfiorato la promozione in Serie B. Infine, il rientro nel club di casa fino a quando un brutto infortunio alla spalla lo ha costretto al ritiro all'inizio della stagione. Da lì la scelta dunque di gettare anima e corpo nella sua vera passione: la ristorazione. Del resto, "onora il terzo tempo" è un dogma da appuntare e da rispettare per ogni buon rugbista. Poco più che ventenne, Gervasoni è partito dunque in viaggio verso l'altra parte del mondo dove prima a Perth, poi a Melbourne e infine ora a Sydney ha deciso di stabilirsi. Nel suo percorso spiccano la gavetta (tantissima), la costanza nel lavoro e moltissima determinazione. Elementi che sommati insieme lo hanno condotto a un presente ricco di grandi soddisfazioni. 

 

 

Foto Stefano Delfrate