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Mondiale U20

L’aria d’autunno porta con sé tre test match per l’Italia e con essi una serie di domande alle quali qui proviamo a rispondere.

Samoa, Argentina, Sudafrica: qual è il più facile dei tre incontri, quello su cui gli Azzurri dovrebbero puntare?

Sulla carta le difficoltà tecniche sono in ordine crescente: ma l’Argentina, delle tre avversarie è quella che abbiamo battuto più volte (5) mentre contro Samoa abbiamo vinto una volta sola, nel 2009 proprio ad Ascoli, dove si gioca quest’anno. 

Con i Pumas non vinciamo in casa dal 1998 (a Piacenza), mentre gli Springboks sono fuori categoria.

Morale si tratta di decidere se l’Argentina è più abbordabile di Samoa, o viceversa.

Io dico che il match che deciderà le sorti dell’autunno sarà quello con Samoa: una vittoria contro i giocatori del Pacifico metterebbero subito l’intera “campagna” sul giusto binario, darebbe l’entusiasmo necessario per affrontare i Pumas  e renderebbe il bilancio presentabile già dopo la prima partita, a prescindere dalle altre due. 

Per contro, una sconfitta, la decima consecutiva, potrebbe creare sconforto, sfiducia e avere ripercussioni negative anche a lungo termine.  

Di Samoa, l’Italia ha sempre sofferto l’enorme prestanza fisica, ma nel 2014 ormai, con una Nazionale composta tutta da professionisti, molti dei quali giocano all’estero e affrontano i samoani, con le rispettive squadre di club, ogni settimana, il problema dovrebbe essere meno grave rispetto al passato. 

Più preoccupante, casomai, è il divario di tecnica individuale: tutti i giocatori di Samoa sono dotati di straordinarie abilità e di un’invidiabile propensione al gioco d’attacco. Questo li rende imprevedibili e capaci di dare alla partita un ritmo che nella maggior parte delle occasioni l’Italia non è in grado di contrastare. 

Per batterli è necessario togliere loro il pallino e impedirgli di avanzare: nessuna squadra del Pacifico  è dotata, in genere,  delle necessarie risorse tattiche per giocare in ripiegamento. Una mischia dominante, quindi, è il primo mattone per costruire un risultato positivo. Il secondo è evitare di affrontarli in campo aperto, il terzo non regalare loro palloni per imprevedibili contrattacchi. 

L’arma segreta di Brunel per questa strategia, sempre che decida di farlo giocare, potrebbe essere Kelly Haimona, un mediano di apertura da oltre cento chili  che può costituire sul campo il perno per la conservazione di un possesso senza il quale la partita si metterebbe male.

Lo schema dovrebbe essere semplice: gli avanti conquistano la palla, Haimona la porta avanti fino al primo punto d’incontro, ruck o maul e di nuovo gioco ravvicinato. In più il neozelandese possiede i piedi per calciare ai pali e conquistare terreno spostando il gioco in profondità (purché sempre in touche, guai regalare ai samoani la palla!!!).

Infine Haimona è in grado di difendere e di reggere l’urto di gente il cui peso è vicino ai cento chili, anche i trequarti.

Infine, l’Italia è una squadra che tende a deprimersi se le cose vanno male e si esalta se ha il vento in poppa. Quindi partire bene e tenere in mano la partita sarà decisivo. E se dovesse arrivare una bella vittoria contro Samoa, perché escludere, con la stessa formula, di poter provare a battere anche l’Argentina? 

 

Di Gianluca Barca - Allrugby mensile

 

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Foto Elena Barbini

 

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