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Primo raduno post quarantena per la Nazionale Italiana Rugby alla Cittadella del Rugby di Parma. Sotto il caldo sole emiliano gli azzurri, capitanati dal reggiano in forza alle Zebre Luca Bigi, si stanno allenando agli ordini dell’head coach Franco Smith e del suo staff.

La tre giorni di allenamenti che si concluderà mercoledì è improntata su un lavoro fisico / atletico in campo e palestra con delle sessioni di tecnica individuale tra i reparti di mischia e trequarti. Spazio però anche per il gioco generale in vista della finestra internazionale di fine ottobre quando potremmo rivedere l’Italrugby per le due giornate conclusive del 6 Nazioni 2020 nelle sfide mancanti con Irlanda e Inghilterra. Assolutamente ancora vietato il contatto fisico (solo in Veneto è possibile).

 

I 28 convocati (+ 8 invitati) dell’Italia

 

Al termine della prima accaldata sessione di allenamento abbiamo intervistato a bordo campo Giampiero “Ciccio” De Carli (foto), allenatore degli avanti dell’Italia.

 

Come è stato tornare insieme ad allenarsi dopo tanto tempo e come hai visto il nuovo gruppo?

“La cosa più importante è essere riusciti a tornare in campo tutti assieme, le sensazioni sono buone da parte di tutti i ragazzi e anche da parte nostra dello staff tecnico. Abbiamo tanta voglia di stare in campo. Questo di oggi è stato un buon allenamento, un inizio senz’altro positivo”.

 

Su cosa avete lavorato? Come è stato impostato l’allenamento?

“L’allenamento oggi è stato abbastanza semplice, siamo andati a rivedere dei principi sui quali avevamo lavorato durante il periodo del Sei Nazioni, il tutto con corse brevi ma al massimo della velocità. Un allenamento non troppo lungo ma duro e improntato sulla precisione dei gesti”.

 

Vi state preparando quindi al ritorno del 6 Nazioni. Ma quando si giocheranno le ultime partite?

“Ci auguriamo che si possa tornare in campo a fine ottobre ma prima sarà importante per i giocatori accumulare minuti con i due derby di PRO14 in programma a fine agosto.”

 

Tra i convocati ci sono molti giovani soprattutto in prima linea, parliamo dei piloni Danilo Fischetti (22 anni) e Giosuè Zilocchi (23 anni) ma anche dell’esordienti tallonatore Giammarco Lucchesi (20 anni). E’ ancora vero che in prima linea si matura intorno ai 30 anni? E’ cambiato qualcosa con il professionismo o sei ancora di questa idea?

“E’ cambiato senz’altro qualcosa, io quando a 26 anni ho esordito in Nazionale ero considerato un giovane, adesso a 26 anni un giocatore si può definire quasi esperto. E’ cambiato molto, il modo di giocare e allenarsi. Oggi abbiamo molti giovani che hanno la capacità di mettersi in evidenza anche a questi livelli, ed è proprio quello che ricerchiamo: giocatori giovani con la fisicità necessaria ma soprattutto la testa per poter giocare ad alto livello. La pazienza ci vuole, bisogna averla e credere nel sistema, anche se è difficile accettarlo, ma ci sta dando ragione viste le convocazioni dei giovani che stiamo portando in maggiore”.

 

E in ruoli delicati come in prima linea?

“In prima linea servono sempre maturità ed esperienza, oggi però la fisicità e gli allenamenti che sono sempre di altissimo livello possono far anticipare questo percorso. Tutto è legato al livello delle partite che questi ragazzi si trovano a giocare ogni weekend, questo fa la differenza.”

 

Giovedì alle 13 è  in programma la chiusura del raduno dell’Italrugby con l’ultimo allenamento sul campo in programma alle 9.45 a Parma.

 

 

I 28 convocati (+ 8 invitati) dell’Italia