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“Una storia di vita straordinaria! Non c'è gioia più grande per un uomo che quella di vivere la propria esistenza al servizio di Dio. Questo è quello che fece Eric H. Liddell, campione olimpico e missionario, che capì che ogni dono o talento dato da Dio è un mezzo per glorificare il Suo nome.” (Tomas Guzman)

“Il segreto del mio successo sui 400 metri è che ho corso i primi 200 metri il più velocemente possibile. Poi, per i secondi 200 metri, con l'aiuto di Dio ho corso più veloce.". (Eric Liddell)

L’immagine della squadra inglese di atletica che si allena correndo al rallentatore sulla spiaggia, con il sottofondo del brano da premio Oscar scritto da Vangelis, è senza dubbio una delle icone della cinematografia mondiale. Il film in questione è Chariot of Fire (Momenti di Gloria per il pubblico italiano) che narra le vicende realmente accadute di Harold Abrahams e Eric Liddell. Entrambi velocisti, amici e rivali, i due hanno vinto la medaglia d’oro alle Olimpiadi del 1924 a Parigi: uno sui 100 e l’altro sui 400 metri piani. Lasciando perdere Abrahams, il nostro interesse è focalizzato su Liddell. Fervente cristiano, soprannominato the Flying Scotsman, prima di diventare campione olimpico dei 400 metri piani Eric ha disputato due edizioni del Cinque Nazioni con la nazionale del Cardo, nel ruolo di trequarti ala, segnando quattro mete grazie alla sua innata velocità.

Eric Henry Liddell è nato il 16 gennaio 1902 a Tientsin, nella Cina settentrionale, secondo figlio del Reverendo James Dunlop Liddell, che si trovava nel paese asiatico come missionario della London Mission Society assieme alla moglie.

Eric ha frequentato la scuola in Cina fino all'età di cinque anni e poi, nel 1908, lui ed il fratello maggiore Robert sono stati iscritti presso l’Eltham College, una scuola per i figli dei missionari di Blackheath, a sud di Londra. I due sono rimasti entrambi all’istituto sino al 1920, mentre i genitori, la sorella Jenny ed il neonato Ernest hanno fatto ritorno in Cina e solo un paio di volte l’anno si prendevano una licenza per riunire la famiglia ad Edimburgo.

A Eltham, Eric si è dimostrato un atleta eccezionale tanto da guadagnarsi la Blackheath Cup quale miglior atleta dell'anno. Il ragazzo giocava nelle squadre di cricket e di rugby già all'età di 15 anni, per poi diventare capitano di entrambe. Il suo rettore, George Robertson, lo ha descritto come "interamente senza vanità.".

Nel 1920 i due fratelli Liddell si sono iscritti all'Università di Edimburgo ed è stato lì che Eric ha iniziato a praticare l’atletica leggera, diventando in breve tempo il corridore più veloce di Scozia. I quotidiani dell’epoca già lo citavano quale potenziale campione olimpico. Corse sui 100 e 220 yards quindi, ma anche sgambate con l’ovale per il XV dell'Università. Poi, nel 1922 è stato convocato per rappresentare la nazionale di rugby scozzese in vista del Cinque Nazioni.

Il primo incontro Liddell lo ha disputato il 2 gennaio del 1922 allo Stade du Colombes di Parigi, lo stesso dove avrebbe trionfato alle Olimpiadi due anni più tardi. Il terreno era fangoso dopo una forte pioggia, ma le condizioni atmosferiche non hanno impedito ad una folla record di 37.000 persone di assieparsi sulle gradinate. Il clima è stato clemente fino a metà partita, poi la pioggia è tornata a cadere in modo che muoversi sul campo è diventato difficoltoso. Il pacchetto di mischia scozzese ha dominato, ma i trequarti hanno impattato contro la disperata quanto efficace difesa francese. Alla fine la squadra capitanata da Charlie Usher ha pareggiato 3 a 3, con una meta per parte (allora la meta valeva tre punti): di Arthur Browning per gli scozzesi e di Adolphe Jaureguy per i padroni di casa, entrambe con errore sulla trasformazione.

Il 4 febbraio successivo la Scozia ha affrontato il Galles tra le mura amiche dello stadio di Inverleith, a Edimburgo (Murrayfield sarebbe stato costruito tre anni più tardi). Gli avanti con il Cardo sul petto hanno giocato bene, ma ancora una volta la cavalleria leggera non ha sfruttato appieno il lavoro dei compagni. Il mediano di mischia Willie Bryce è stato bravo a trovare il break che ha concesso la marcatura di Browning. L'ala ha segnato pure la seconda marcatura e quindi tutti i punti per la sua squadra. I punti gallesi sono arrivati dalla meta di William Bowen, trasformata da Fred Samuel, e da Islwyn Evans, che con il suo drop all’ultimo minuto a portato il punteggio sul 9 a 9. I delusi tifosi scozzesi hanno lasciato lo stadio in un silenzio stordito.

Liddell ha giocato il suo terzo incontro internazionale il 25 febbraio contro l’Irlanda, sempre nella capitale scozzese, e ha marcato la sua prima meta. La sfida è stata caratterizzata da un vento forte, che ha reso difficile la gestione dell’ovale. Il XV del Trifoglio è andato in vantaggio per primo grazie ad una meta di Joseph Clarke, non convertita. Per fortuna, il pacchetto di mischia scozzese ha regalato ai propri trequarti le palle giuste per superare la veloce ed efficace difesa irlandese. Il primo ad approfittartene è stato Willie Bryce, che è andato oltre la linea bianca, seguito poi da Eric. Browning ha sbagliato entrambe le trasformazioni e la sfida è terminata 6 a 3 per la Scozia.

Eric non ha giocato l’ultima sfida nella quale la Scozia è uscita sconfitta da Twickenham con il punteggio di 5 a 11. Il torneo, alla fine, è stato conquistato dal Galles.

L’ala nata in Cina è tornata in seno alla nazionale anche per il Cinque Nazioni del 1923.

L’20 gennaio era in campo a Inverleith contro la Francia e ha realizzato un’altra meta, la quale, unita a quella di Willie Bryce e alla doppietta di Teddy McLaren, ha contribuito alla vittoria scozzese per 16 a 3.

Liddell ha valicato la linea proibita anche il 3 febbraio, nella sfida giocata a Cardiff contro il Galles.

Quel giorno la polizia aveva chiuso i cancelli prima dell'inizio della gara, ma è arrivata ugualmente una folla record che si è allineata attorno l'area di gioco. Avrebbe assistito ad un gioco duro, che è finito con una delle più famose mete della storia del torneo. Il Galles non è riuscito a prendere la testa nel primo tempo e ha solo centrato i pali con un piazzato del trequarti centro Albert Jenkins. Liddell, invece, ha avuto una buona palla e ha marcato la sua meta, che, con la trasformazione da parte di Dan Drysdale, ha spinto la Scozia avanti 8 a 2. Poi, con quindici minuti ancora da disputare, il pack scozzese ha attuato una spinta tremenda che ha messo in condizioni il seconda linea Ludo Stuart di segnare un'altra meta. In seguito sono arrivati ​​due attacchi dalla trequarti, ma Liddell ed il capitano Leslie Gracie sono stati entrambi fermati a ridosso della linea bianca. A tre minuti dal termine gli uomini del cardo hanno vinto una mischia. La palla è stata raccolta da Willie Bryce, che l’ha passata a Samuel McQueen, il quale si è spostato sulla sinistra dove ha visto che Teddy McLaren era coperto. Così ha lanciato un lungo passaggio sopra la testa di quest’ultimo sino a Gracie. Il trequarti centro è andato a depositare la palla in meta dopo una corsa in diagonale. Per il Galles ha marcato ancora il capitano Clem Lewis, ma il risultato finale è stato di 11 a 8 per la Scozia.

Due settimane più tardi gli Highlanders hanno espugnato anche Lansdowne Road, battendo il XV di casa 13 a 3. Sotto la classica pioggia irlandese, sono andati in meta Arthur Browning, Samuel McQueen e per la quarta volta consecutiva Liddell, il quale ha dimostrato di non essere solo molto veloce, ma anche determinato.

Il 17 marzo, a Inverleith, il futuro campione olimpico ha giocato la sua ultima partita per la Scozia. Era la sfida finale del Cinque Nazioni contro l’Inghilterra, un match disputato in condizioni climatiche brillanti davanti a 30.000 persone, tra le quali il duca di York. Le squadre erano abbastanza equilibrate, ma l'Inghilterra aveva maggior esperienza nel cogliere le possibilità che gli capitavano ed il loro pacchetto di mischia era molto forte. Alastair Smallwood ha segnato la prima meta per i bianchi. Gracie ha pareggiato i conti e poi Teddy McLaren ha portato avanti i padroni di casa. A fine gara Tom Voyce, su intercetto di Cyril Lowe, ha riportato le due squadre in parità, ma la trasformazione calciata dal pilone William Luddington, l’unica delle quattro marcature che ha centrato i pali, ha regalato all’Inghilterra la vittoria per 8 a 6 e con essa il Grande Slam.

A questo punto Eric ha deciso di dedicare le sue doti interamente all’atletica. Proprio nel 1923 il ragazzo ha vinto i campionati nazionali della Amateur Athletic Association sulle 100 yards, stabilendo il nuovo record britannico con 9,7 secondi, rimasto imbattuto per 35 anni, e sulle 220 yards (21,6 secondi).

Nel 1924 il ragazzo ha partecipato ai Giochi Olimpici di Parigi. Purtroppo, il programma prevedeva che la sua gara preferita, quella sui 100 metri, sarebbe stata disputata di domenica. Da devoto cristiano qual era, Eric si rifiutava di svolgere qualsiasi attività nel giorno del Signore e così ha deciso di rinunciare. Della scelta ne è rimasto felice il rivale Harold Abrahams, il quale, alla fine, ha conquistato la medaglia d’oro. Nel film diretto da Hugh Hudson i due scoprono soltanto a Parigi che la finale si svolgeva di domenica e Abrahams ha ceduto ad Eric la gara sui 400 metri. In realtà il programma era noto già da tempo e Liddell si era allenato per il giro di pista, anche se i suoi tempi, per gli standard dell’epoca, erano piuttosto modesti. A causa di questa sua scelta lo scozzese è stato osteggiato per mesi; i giornali scrivevano cose cattive su di lui e alcune persone lo chiamavano addirittura traditore. Nonostante ciò, egli è rimasto fermo nelle proprie convinzioni e non ha mai cambiato idea.

Alcuni giorni prima della finale dei 400 Liddell ha gareggiato nella finale dei 200 metri, dove ha conquistato la medaglia di bronzo con il tempo di 21,9 secondi, dietro gli statunitensi Jackson Scholz e Charles Paddock, ma battendo Abrahams che ha terminato al sesto posto. Questa era la seconda ed ultima volta in cui i due rivali hanno gareggiato assieme.

La mattina dell’11 luglio 1924, il giorno della gara, Liddell ha ricevuto un foglio di carta piegato contenente un messaggio di un compagno di squadra che diceva: "Nel vecchio Libro dice:" Chi mi onora mi onorerà". Desidera sempre il meglio del successo.". Eric si è profondamente commosso per il fatto che qualcun altro, oltre al suo allenatore, credeva in lui.

È arrivato così il momento della finale. La banda di cornamuse della 51esima Highland Brigade stava già suonando da un'ora fuori dallo stadio quando è stato dato lo start. I corridori hanno girato intorno alla prima curva appaiati. Ispirandosi al messaggio biblico che aveva ricevuto, e privo di una visione degli altri corridori perché era posizionato sulla corsia esterna, Liddell ha corso i primi 200 metri con foga, creando un gap con i favoriti atleti americani. Il ragazzo ha continuato ad imporre il suo ritmo anche nella seconda fase della gara ed è uscito dalla curva finale in testa, anche se di poco, rimanendovi sino al traguardo. Quel giorno Liddell ha frantumato i record olimpici e mondiali con un tempo di 47,6 secondi. Alle sue spalle sono giunti l’americano Horatio Fitch ed il britannico Guy Butler.

Lo stile di corsa di Liddell era poco ortodosso. Verso la fine della gara lanciava indietro la testa con la bocca aperta, tanto da sembrare che stesse soffocando. Comunque, la sua performance nei 400 metri di Parigi è rimasta record europeo per 12 anni, fino a quando non è stato superato da un altro atleta inglese, Godfrey Brown, alle Olimpiadi di Berlino nel 1936.

Purtroppo, anche la finale della 4 x 400 metri, nella quale la Gran Bretagna è giunta al terzo posto, è stata disputata di domenica e Liddell non vi ha preso parte.

Dopo le Olimpiadi Eric si è laureato in scienze presso l'Università di Edimburgo e ha continuato a gareggiare, ma mai nei giorni festivi. Poco dopo la conquista della medaglia d’oro, ha preso parte alla sfida nella gara 4 × 400 metri tra Impero Britannico e USA, assicurando il successo del suo team sui campioni olimpici.

Nel 1925, durante un meeting della Scottish Amateur Athletics Association svoltosi al Hampden Park di Glasgow, Liddell ha eguagliato il suo record scozzese nei 100 metri. Quindi, ha vinto la gara sulle 220 yards in 22,2 secondi, quella sulle 440 yard in 47,7 e ha partecipato alla vittoriosa staffetta. Era solo il quarto atleta ad aver vinto tutti e tre gli sprint alla SAAA, raggiungendo questa vittoria tanto nel 1924 quanto nel 1925. Queste sono state le sue ultime gare sul suolo britannico.

Lo stesso anno, infatti, Liddell è tornato nella Cina settentrionale per fare il missionario come i suoi genitori; prima a Tianjin e più tardi nella città di Xiaozhang County, nella provincia di Hebei, un campo di battaglia molto pericoloso a causa dell'invasore giapponese.

Durante il periodo trascorso in Cina Liddell ha continuato a competere sulle piste di atletica in modo sporadico. Si ricordano le vittorie contro membri delle squadre olimpiche francesi e giapponesi nel 1928, sui 200 e 400 metri, durante le celebrazioni per l’inaugurazione della ferroviarie della Manciuria del sud, ed un successo nel 1930 nei campionati della Cina del Nord. Il ragazzo è tornato in Scozia solamente due volte: nel 1932, quando è stato ordinato Ministro del Culto, e infine nel 1939.

Nel 1934 Eric ha sposato a Tianjin la missionaria canadese Florence Mackenzie. La coppia ha avuto tre figlie, Patricia, Heather e Maureen, l'ultima delle quali lo Scozzese Volante non ha mai visto. Questo perché nel 1941 la vita in Cina era diventata così pericolosa a causa dell'invasione giapponese, che i governi stranieri hanno consigliato ai propri cittadini di lasciare il paese. Florence, che era incinta di Maureen, e i bambini sono partiti per il Canada, mentre Eric ha deciso di restare, accettando una posizione in una missione rurale a Xiaozhang dove già lavorava come medico suo fratello Rob. Liddell non avrebbe più rivisto la sua famiglia.

Quando i combattimenti tra la Chinese Eighth Route Army e l'esercito giapponese hanno raggiunto Xiaozhang, gli invasori hanno conquistato la missione e Liddell è tornato a Tianjin. Nel 1943 il campione olimpico è stato internato al Weihsien Internment Camp, un campo di prigionia dove ha continuato a mostrare la propria forza morale e a manifestare le sue convinzioni religiose, lavorando per l'organizzazione del campo e mantenendo alto il morale degli altri prigionieri. Mentre i compagni missionari formavano delle cricche e agivano da egoisti, Liddell si occupava di aiutare gli anziani e ad insegnare scienze ai bambini che lo chiamavano zio Eric. Liddell ha anche rifiutato uno scambio di prigionieri cui era destinato grazie alla sua fama di atleta, facendo liberare al suo posto una donna incinta.

Ad un certo punto Eric ha iniziato a mostrare sintomi di disturbi mentali che lui stesso, nella sua ultima lettera alla moglie, riteneva dovuti allo stress. In realtà si trattava di un inoperabile tumore al cervello, probabilmente sviluppatosi a causa della scarsità di cibo e di cure mediche nel campo, che ha portato Liddell alla morte il 21 febbraio 1945. Questo grande atleta è sepolto nel Mausoleo dei Martiri di Shijiazhuang, fatto quasi unico per un non cinese.

Nel 2002 Liddell è stato introdotto nella Scottish Sports All of Fame ed un sondaggio tra la gente lo ha votato quale figura sportiva scozzese più popolare di tutti i tempi.

Il centro sportivo di Eltham College è stato chiamato "Eric Liddell Sports Center" in sua memoria. Nel 2012 l'Università di Edimburgo ha lanciato una nuova borsa di studio ad alte prestazioni dedicata a Liddell.

Il calendario liturgico della Chiesa Episcopale ricorda Eric Liddell con una festa il 22 febbraio.

 

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