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Obolenskij scivola sul campo con la facile sinuosità di un'antilope a tutta velocità." (EHD Sewell, giornalista sportivo)

Obolenskij era un principe, di quelli veri, in quanto nato da una famiglia aristocratica russa, ed era anche un principe della trequarti, dotato di una sfrenata velocità, forza bruta e una notevole capacità di portare palla. È lui l’uomo che, nel 1936, ha realizzato due mete memorabili a Twickenham, con le quali ha regalato alla nazionale inglese la prima vittoria sugli All Blacks. L’unico rimorso, la sua prematura scomparsa a soli a 24 anni, durante la Seconda Guerra Mondiale. Rimorso per quello che il principe avrebbe potuto ancora regalare sui campi da rugby.

Membro della dinastia dei Rurik, una delle famiglie dominanti in Russia sin dal Medio Evo, Aleksandr Sergeevič Obolenskij è nato a San Pietroburgo (all’epoca Pietrogrado) il 17 febbraio 1916. Obo era figlio del principe Sergei Alexandrovich Obolenskij, un ufficiale delle guardie imperiali a cavallo dello Zar Nicola, e della Principessa Lubov (nata Naryshkina). Un anno esatto dopo la sua nascita, in Russia è scoppiata la Rivoluzione Bolscevica. Essendo in pericolo, l’aristocratica famiglia è fuggita dal paese e si è stabilita a Muswell Hill, sobborgo nella parte settentrionale di Londra.

Obolensky ha studiato presso l’Ashe Boys' Preparatory School e poi all’Etwall and Trent College, nel Derbyshire, dove, all’età di tredici anni, ha iniziato a praticare il rugby. Il ragazzino russo ha mostrato da subito un notevole talento per il gioco; ha realizzato 222 punti in due anni e portato la scuola ad un successo senza precedenti.

Nel 1934, Obo si è iscritto al Brasenose College di Oxford, dove si sarebbe laureato nel 1938 in scienze politiche, filosofia ed economia.

L’anno successivo l’arrivo a Oxford, il principe ha ottenuto la sua prima maglia blu dell'Oxford University RFC.

In quel periodo il ragazzo riempiva le colonne dei pettegolezzi a causa della varietà e l'abbagliamento delle ragazze al suo braccio, oltre all’abitudine di bere champagne e mangiare una dozzina di ostriche prima delle partite di Oxford. Sul campo, una serie di esibizioni spettacolari gli sono valse la convocazione per la nazionale inglese nel 1936.

La chiamata di Obolenskij per il XV della Rosa ha causato molte polemiche, dal momento che lui era tecnicamente ancora un cittadino russo. Aleksandr ha così messo la squadra nelle condizioni di ottenere la cittadinanza britannica, che ha ottenuto a marzo dello stesso anno.

Il 4 gennaio 1936 Obolenskij ha debuttato in maglia bianca a Twickenham contro gli All Blacks, che sino a quel momento non erano mai stati battuti dagli inglesi. Prima di allora, Inghilterra e Nuova Zelanda si erano incontrate due volte. La prima durante il tour degli Original del 1905 al Crystal Palace di Londra, dove i bianchi avevano perso 0 a 15. Il successivo match è avvenuto 20 anni dopo, a Twickenham, dove sono stati sconfitti 11 a 17.

I selezionatori britannici hanno impostato una squadra di ragazzi. Il ventenne studente di medicina di Barts, Peter Candler all’apertura; due ventunenni al centro, il giocatore di cricket del Warwickshire e futuro giornalista Peter Cranmer, e Ronnie Gerrard, battitore del Somerset e, a breve, eroe di guerra; e, naturalmente, il diciannovenne russo con i capelli chiari ed il sorriso intrigante sull'ala destra. Capitano della squadra era Bernard Gadney, mediano di mischia nativo di Oxford. Quello degli ospiti, invece, il flanker del Canterbury Jack Manchester.

La Nuova Zelanda era arrivata a Londra dopo aver sconfitto le London Counties e dopo avere perso per un solo punto contro il Galles al Arms Park di Cardiff. La squadra inglese, invece, non si era neppure allenata fino al venerdì pomeriggio precedente la sfida, quando i giocatori si erano radunati presso l'Honorable Artillery Company Ground in the City, e l'allenamento quel giorno ha sfiorato la farsa. La sera, l'Inghilterra ha cenato al Metropole Hotel, in Northumberland Avenue, a Londra, dove si trovavano anche i neozelandesi.

Durante la presentazione delle squadre poco prima del match, si è venuto a verificare un momento imbarazzante quando il principe di Galles, che da lì a pochi giorni sarebbe diventato Re Edoardo VIII, ha chiesto ad Aleksandr "con quale diritto giochi per l'Inghilterra?". Forse, considerandosi l'unica persona tra le 70000 presenti a Twickenham quel giorno a sentirsi uguale al principe di Galles, essendo anch’egli principe, il ragazzo ha risposto: "Frequento l'Università di Oxford, Signore."

Per la prima mezz'ora il gioco si è spostato pigramente avanti e indietro a centrocampo, poi è arrivato il momento di Obolenskij. La palla, uscita da una mischia a introduzione inglese, ha viaggiato da sinistra a destra attraverso la linea di fondo prima di trovare la sua strada nelle mani del numero 14. Liberatosi con una finta di un paio di All Blacks, il russo ha trovato il proprio ritmo, ha aggirato l'esterno della difesa e ha corso per tutta la lunghezza del campo senza che nessuno riuscisse a reggere il suo passo, andando infine a schiacciare all’angolo sinistro. Questa è ancora oggi considerata una delle più belle mete mai realizzate dall'Inghilterra. Anche la seconda meta, però non è stata da meno. Ricevuto l’ovale dalle mani di Candler appena fuori dalla linea dei 22 metri avversari, mentre i giocatori neozelandesi hanno seguito il flusso del gioco verso destra, lui ha intravisto che lo spazio si apriva sul lato sinistro e si è precipitato verso di esso. Ha corso in diagonale, attraverso il campo, ha sorpassato quattro difensori e fatto baciare la palla e l’erba all’angolo opposto della prima marcatura. Aiutato dal fatto che la partita era stata filmata dal British Pathe News, il nome d Obolenskij quel giorno è entrato nella leggenda.

Il punteggio è stato arrotondato dalla meta di Hal Sever, l’altro trequarti ala, anch’egli esordiente, e dal drop di Peter Cranmer. L’Inghilterra ha meritatamente vinto 13 a 0 (la meta allora valeva 3 punti). La nazione intera era estatica; è stata questa la prima volta che l'Inghilterra ha battuto la Nuova Zelanda. Alla fine il Times la descritta come "una partita straordinaria, con un risultato ancora più notevole." Per vedere la successiva vittoria dell'Inghilterra sui Kiwi si sarebbe dovuto attendere fino al 1973.

Il principe Obolenskij ha guadagnato altre tre presenze in nazionale più tardi quell'anno, nell’ambito di quello che all'epoca era ancora l'Home Championship, ma non ha più schiacciato l’ovale oltre la linea proibita.

Il 18 gennaio è stato affrontato il Galles al St Helen's di Swansea, dove la partita è terminata con il punteggio calcistico di 0 a 0. L’8 febbraio è stata la volta dell’incontro con l’Irlanda a Dublino. I padroni di casa hanno vinto 6 a 3, con due mete contro una (di Hal Sever) nessuna delle quali trasformata. Infine, il 21 marzo, il XV della Rosa ha battuto la Scozia a Twickenham per 9 a 8.

In estate, sempre del 1936, il trequarti è stato selezionato per intraprendere il tour dei British Lions in Argentina, anche se In realtà si trattava di una selezione inglese rinforzata da alcuni giocatori scozzesi e irlandesi. Obo ha dichiarato di avere realizzato ben diciassette mete in una partita contro il Brasile durante quel tour, ma non ci sono prove a sostegno.

Finita l'università, il principe ha giocato per il Rosslyn Park e per il Middlesex.

Alla fine del 1938 Obolenskij è stato incluso nei trials finali per la nazionale ma, nonostante abbia giocato bene in tutte e tre le partite, non è stato scelto per disputare l'Home Championship. Qualcuno gli ha allora suggerito di traslare all'ala sinistra, dove c'era una grossa carenza di talento, e su richiesta dei selezionatori è stato assoldato dal Leicester in quella posizione per un’unica prova. Aleksandr, però, non ha quasi toccato la palla. Ogni possibilità di tornare a giocare per l’Inghilterra è infine svanita nel momento in cui Obolenskij è stato ricoverato in ospedale per un morso di cane.

Sempre nel 1938, Obo è stato insignito del titolo di Cavaliere di San Giovanni.

Tra il 1937 e il 1939 il principe ha disputato sette incontri con la maglia bianco-nera dei Barbarians, affrontando sempre squadre di club e segnando tre mete: una a East Midlands, una al Penarth e un’altra ai Leicester Tigers.

Il 12 agosto del 1939, nell’imminenza della Seconda Guerra Mondiale, il nativo di Pietroburgo è stato nominato Ufficiale Pilota del 615° Squadrone del Royal Auxiliary Air Force, che stazionava alla stazione della RAF di Kenley. Allo scoppio del conflitto, il 1 settembre 1939, Aleksandr è entrato a far parte del 54° Squadrone della RAF. Anche allora, però, il castigatore degli All Blacks non ha messo fine al suo rugby.

Il 29 marzo 1940, il giorno dopo avere giocato nella partita tra soldati inglesi e gallesi, dove ha realizzato una splendida meta, Obolenskij ha avuto un incidente durante l'addestramento. Il suo Hawker Hurricane Mark 1, numero di riferimento L1946, ha superato la pista dell'aeroporto di Martlesham Heath, nel Suffolk, durante l'atterraggio ed è caduto in un burrone. Il pilota è stato catapultato fuori dalla cabina di guida ed il colpo gli ha spezzato il collo. Obo è diventato così il primo nazionale di rugby inglese a rimanere ucciso nel conflitto, a soli 24 anni. Le sue spoglie sono state sepolte all’Ipswich New Cemeter.

Nel 2008 nella città di Ipswich è stato inaugurato un monumento alla memoria di Obolenskij ad opera dello scultore Harry Gray, vicino all'aerodromo di Martlesham Heath, dove ha trovato la morte. Tale progetto è stato finanziato da donazioni private, tra cui quella del proprietario russo della squadra calcistica del Chelsea, Roman Abramovič.

 

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