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Andrea Di Giandomenico ha vissuto 8 edizioni del Sei Nazioni da ct dell’Italia del rugby al femminile. Ma mai nessun Mondiale. A meno di 24 ore dalla partenza per Dublino con le 28 ragazze che ha selezionato per la manifestazione iridata, accetta di rispondere a qualche domanda di Rugbymeet. Siamo al NH Touring hotel di Milano, a una manciata di minuti dall’inizio della presentazione ufficiale della squadra.

  • Al Mondiale irlandese puntate a ottenere ciò che alla Nazionale maschile è sempre sfuggito, il passaggio del turno?
  • Sì e no. Sì perché mentirei se dicessi che non partiamo con l’obiettivo di conquistare una posizione che ci affianchi, per valore e consistenza, alle grandi protagoniste del movimento mondiale. No, perché l’unica cosa cui non riesco a pensare sono i confronti interni. E come me, vi assicuro, la pensa la totalità del gruppo, oltre al resto dello staff.
  • Per passare occorrerà battere Usa e Spagna…
  • La formula a 12 squadre un poco ci aiuta. Nel senso che, conclusa al meglio la fase a gironi,  il quinto posto diventerebbe obiettivo concreto e vicino. Insomma, possibile anche se estremamente complicato da centrare. Quanto al come arrivarci, beh, non sono così sicuro che tutto si risolverà dal computo delle partite vinte e di quelle perse. Si gioca col punteggio australe, i punti subiti e segnati peseranno in maniera determinante.
  • L’Italia che all'ultimo Sei Nazioni segna tre mete all’Inghilterra campione del mondo…
  • … fossero quattro potrebbe essere il passaggio cruciale dell’intera prima fase. Così come il vincere una partita di 7 punti anziché di 6, o perderla con le medesime differenze. Insomma, sarà anche questione di addizioni e sottrazioni, non solo di tabelline.
  • Al di là dei numeri, sarà comunque una bella avventura…
  • Che vedrà 28 ragazze rappresentare al meglio un movimento comunque in crescita, con la forza di chi sa che è atteso da prove importanti e molto complesse. Un bel racconto, una storia affascinante da scrivere e da vivere in prima persona, oltre che in gruppo. E una volta conclusa, da portare in regalo a chi è rimasto a casa.
  • Il Sei Nazioni 2017 non è stato una gran cosa, si è detto per colpa di una preparazione…
  • Ma le partite si vincono e si perdono sul campo. Una cosa è certa, stavolta abbiamo lavorato tanto e bene. Ho trovato ragazze disponibili coscienziose, motivate e forti mentalmente. Una situazione ideale per costruire una grande impresa.
  • Mondiale preparato bene ma senza neanche un’amichevole disputata. Peserà?
  • Non credo. Non è stato possibile organizzare una partita amichevole, è vero. Ma l’intensità che abbiamo chiesto e ottenuto in allenamento nulla ha da invidiare all’intensità di gara. Le ragazze ci hanno dato dentro alla grande. Nessuna si è risparmiata. Di contatto ne hanno fatto, e anche tanto, garantisco.
  • Torniamo alle avversarie, come batterle?
  • Giocando, solo giocando un rugby intenso ed efficace. Non per scelta ideologica. Non solo, quantomeno, ma perché ogni squadra deve puntare a ottimizzare ciò che sa fare meglio. E questa Italia sa giocare un buon rugby. Il campo dirà se sarà sufficiente a battere la strapotenza fisica delle americane o l’esperienza della Spagna.
  • E contro l’Inghilterra? In campo solo per limitare i danni?
  • In campo per vincere, consapevoli che l’avversario possiede risorse notevoli. Notevolissime.
  • Inghilterra destinata a riconquistare lo scettro del comando?
  • Inghilterra che nelle ultime quattro edizioni del Mondiale è andata quattro volte in finale. Qualcosa vorrà pur dire! O no? Ma abbiamo già dimostrato di poter competere anche con le migliori e non vediamo l’ora i avere un’altra opportunità per farlo.
  • In corsa con l’Inghilterra per la vittoria finale chi c’è?
  • La Nuova Zelanda, che vale le inglesi in tutto e per tutto e poi l’Irlanda, che gioca in casa ma che ha perso l’estremo per infortunio, il suo elemento migliore.
  • Nessun altro?
  • Segnatevi anche Francia e Canada, due Nazionali che grazie al Seven sono molto cresciute.
  • Zangirolami, Gaudino e Trevisan hanno annunciato il loro addio alla maglia azzurra dopo questo Mondiale, un commento?
  • Zangirolami, Gaudino e Trevisan saliranno sull’aereo per Dublino con la voglia di dare tutto e di fare il massimo. Altro non mi aspetto, le conosco e le ho chiamate proprio per questo. Degli addii, se davvero addii saranno, parleremo un’altra volta. Preferisco così.

Le convocate azzurre per la Women Rugby World Cup

Tutte le partite della Women Rugby World Cup 2017

 

Foto Stefano Delfrate