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Ci ho messo un po' per riuscire a guardare la partita di domenica degli Azzurri e devo dire che, dopo aver letto i commenti apparsi qua e la sui social, mi aspettavo di ritrovarmi di fronte una sorta di Caporetto ovale. 

Con mia somma sorpresa ho invece potuto osservare una squadra in grande crescita. Un'incompiuta, certo. Per certi versi ingenua e assai poco cinica, verissimo. Ma senza dubbio un gruppo di giocatori, molti dei quali giovani e inesperti, che pare essere assolutamente a proprio agio su questi palcoscenici.  

Prima di tutto contestualizziamo il match di domenica. Stadio pieno, tetto chiuso (solo chi è stato a Cardiff può realmente capire l'impatto di questi due fattori sull'approccio alla partita di un giocatore...), tre sconfitte alle spalle (due delle quali assai dolorose), critiche che grandinano da tutte le parti: dalla stampa, dai media e dalla pancia del movimento. 

Di fronte un Galles semi-sperimentale. Un'anima esperta sulla quale Gatland ha intessuto una serie di giocatori in passato privati di spazi e visibilità. E giovani di qualità. L'edizione 2018 del Torneo è oramai nelle mani sicure dell'Irlanda e in gioco, in pratica, ci sono solo le briciole. La testa, per i selezionati, è già alla Coppa del Mondo del prossimo anno (bisogna mettersi in mostra per strappare una convocazione al Tour estivo, rimanere nel giro a novembre per esserci al prossimo Sei Nazioni...).

Fatte queste premesse, a mio avviso, l'inizio di match è stato il migliore da quando Conor O'Shea è sbarcato in Italia. Nonostante i 14 punti in sei minuti. Eh già, sono serio. Anzi, serissimo. Perchè l'Italia ha mostrato nel primo quarto di gara un'ottima personalità, variazioni di gioco decisamente interessanti, buone scelte e una esecuzione notevolmente migliorata (trasmissione dell'ovale in primis). 

Certo, tre errori (gravi, imperdonabili a questi livelli) ci sono costati una scalata all'Everest che ci saremmo allegramente risparmiati e che avrebbe spento le velleità della più quotata formazione del mondo. Ma il "tessuto" della prestazione di domenica è assai più pregiato di quanto il punteggio (e il comportamento nel resto della gara) possano fare intendere.

Nel dettaglio:

- al 2' minuto Minozzi scivola su una buona manovra al largo Azzurra (sfortuna); il giovane estremo italiano viene ingabbiato e l'Italia perde il possesso (turnover) che porta anche un vantaggio al Galles. Anscombe calcia in rimessa; la conquista gallese è pulita (Tipuric) ma la piattaforma dei Dragoni è ottimamente contrastata dal lavoro egregio di Parisse e compagni. Il pallone allora esce, North fa troppi metri bucando Parisse, Negri e Violi (ERRORE N.1), quindi il Galles inizia a percuotere con i propri ball carrier principali a cinque metri dalla linea di meta italiana. Gli Azzurri sono però lucidi (e questa è una grandiosa novità) nella compostezza difensiva nonostante la zona di campo sulla quale sono costretti a "operare" e non si fanno assorbire nelle ruck, tanto che quando l'ovale esce per vie esterne la linea italiana è perfettamente posizionata. Il servizio per Parkes è di qualità ma il giocatore è raddoppiato da Parisse e Castello.

- ERRORE N.2: Castello si esibisce in una disastrosa tecnica di placcaggio (testa interna) che, nei fatti, spalanca le porte alla prima meta gallese. La riprova che si tratti di un clamoroso quanto elementare (e per certi versi inusuale, per gli standard del giocatore ligure) errore personale sta nel fatto che nell'impatto con il centro degli Scarlets, il capitano delle Zebre si infortuna e deve essere sostituito (nelle immagini è evidente il suo "spegnersi" all'impatto con Parkes).

- Il restart porta sotto i riflettori ancora Parkes che, questa volta, è brillantemente fermato da una perfetta salita difensiva italiana (altra piacevolissima novità). Lovotti e Ghiraldini tengono alto il giocatore in percussione e il tallonatore di Tolosa scippa il possesso sui 22mt, lato sinistro del fronte d'attacco Azzurro. La palla si sposta veloce dal punto d'incontro verso destra ma due passaggi forzati (ERRORE N.3) di Zanni e Mbandà generano l'intercetto di Watkins che porta North a segnare alla bandierina opposta (80mt di contrattacco sui quali Parisse non riesce a mettere una pezza in extremis). Anche in questo caso l'errore di Mbandà (blind pass sotto pressione per la "voglia" di sfruttare un 5 contro 3 sulla destra...) è evidenziato dall'infortunio che costringe proprio il terza linea milanese a lasciare il campo per Licata.

Insomma: in sei minuti, tre errori, 14 punti subiti, 2 titolari ko e un ventenne in campo in uno spot "pesante", "senza preparazione" e anche per questo non nelle condizioni ottimali per incidere da subito. 

Mi chiedo: può esistere uno scenario peggiore per un inizio di gara contro il Galles di fronte ai 65mila spettatori del Millennium Stadium?  

Eppure l'Italia non crolla. Con la seconda esecuzione precisa su restart (quindi la prima non era casuale...) costringe i gallesi ad organizzarsi a 15 metri dalla propria linea di meta e questo assicura un possesso all'interno della metà campo avversaria dopo il calcio lungo di Gareth Davies. Parisse percuote la verticale sull'out di sinistra, poi si va al largo sfruttando l'ampiezza del campo e si ritorna rapidamente rompendo il campo in due con la penetrazione verticale di Ferrari. Tutto da manuale. Risultato: calcio di punizione conquistato.

Pensi che si scelga di muovere il punteggio dalla piazzola per andare sotto il doppio break e invece Allan calcia in out. La rimessa laterale (la seconda dell'incontro - esecuzione sotto pressione -) è perfetta nonostante sia contesa da Faletau (presa a due mani di Budd) e la maul Azzurra si organizza e avanza una decina di metri prima di permettere a Violi di aprire su Hayward. Allan si rischiera ma il pallone va giustamente a Parisse di fronte ai pali. L'ovale si muove ancora con ottima velocità, tanto da costringere la difesa gallese al fuorigioco, e Bisegni saggiamente rientra e ri-fissa il gioco.

Con il vantaggio a favore Violi invita alla percussione Mbandà che (sbavatura?) forse penetra troppo lontano dalla verticale, rendendo di fatto il senso non più giocabile (il solo Minozzi schiacciato sull'out di sinistra contro tre - 2+1- difensori schierati). Violi sbaglia il lato da attaccare e va proprio dalla chiusa ma, nell'errore, si inventa una finta di calcetto che fissa sia Francis che Gareth Davies e che "congela" per un nano-secondo la salita di Liam Williams. Questo concede a Minozzi tempo e spazio preziosi. Il resto ce lo mette il "folletto di Padova" che danza via dalle braccia della stella dei Saracens, elude il ritorno di Davies e l'arrivo di Steff Evans e schiaccia all'angolo.

La meta è chiaramente una marcatura personale ma la costruzione della manovra Azzurra, sbavature comprese, è di una qualità inusuale per i nostri standard. E se a questo aggiungiamo la notevole personalità (cerco e soprattutto marco una meta, sotto di 14 dopo sei minuti, contro il Galles al Millennium...) e la accresciuta competenza nella gestione dei possessi penso che anche solo il pensiero di rallentare l'andatura indicata da O'Shea sia da folli.

Certo il viaggio sarà tortuoso e ancora lungo, metterà a dura prova la pazienza dell'impaziente pubblico italiano e probabilmente (ma speriamo di no) ci metterà di nuovo di fronte a qualche severo parziale. Ma l'esperienza si matura sul campo e solo lasciando ai giovani il tempo di metabolizzare le "lezioni" costantemente offerte dall'alto livello internazionale potremo, un giorno, godere del lavoro di questi "bui" anni di passione e sofferenza.

 

                                                                                                                                                                                                                                                          Di Enrico Borra

Foto @WalesRugbyUnion