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«Un tempio del rugby, del calcio, dello sport in genere e della cultura come lo Stadio Flaminio di Roma, ridotto in quelle condizioni, è una vergogna. Il ruolo delle soprintendenze che spesso, invece di tutelare con le loro scelte, comportano abbandono e degrado, va ripensato».

STADIO AZZURRO - Lo dichiara il ministro delle Infrastrutture e vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini, e lo riporta l'Ansa, a margine del convegno «Future cities» tenuto a Roma. L'intervento tocca uno dei nodi irrisolti del rugby italiano. In questo stadio la Nazionale azzurra ha conquistato la prima storica vittoria nel Sei Nazioni, al debutto nel torneo il 5 febbraio 2000, 34-20 contro la Scozia. Ci ha giocato fino al 2011, ultima partita un'altra storica vittoria, 22-21 con la Francia. Quando Giancarlo Dondi era presidente della Federazione il Flaminio doveva diventare la casa del rugby italiano, con tribune aggiuntive (già installate nelle ultime edizioni del torneo giocate lì), uffici e altri servizi. Invece lo stadio è finito in stato di abbandono fra erbacce, topi, barboni e degrado.

VA SISTEMATO - «Va restituito alla città. È uno dei tanti scempi», ha sottolineato Salvini. «Roma ha bisogno di uno stadio nuovo? Sì. Si parla da troppi anni. Si faccia in fretta perché significa servizi pubblici, impianti sportivi, più sicurezza». L'uscita del ministro e vice presidente del consiglio riuscirà a sbloccare la macchina per far rivivere il Flaminio? O resterà una delle sue chimere, come il ponte sullo stretto finora? I rugbisti aspettano fiduciosi.