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Verona, la città dell’Arena Romana, di Giulietta e Romeo e dei ponti sull’Adige. Verona città di football, unica “provinciale” (nonostante gli oltre 250 mila abitanti) del calcio italiano con due squadre in Serie A. E pazienza se l’Hellas quest’anno è sceso in B. La passione per il football da parte dei veronesi “tuti mati” – secondo il detto veneto - rimarrà inscalfibile.

Chissà se nel cuore degli abitanti super calciofili di una delle città più romantiche al mondo si farà spazio pian piano anche il rugby. La grande notizia – lo sanno anche i sassi ormai – è che nella prossima stagione il Verona giocherà per la prima volta nella sua storia in massima serie. Le porte del campionato di Eccellenza per gli “antracite” di Zanichelli e Borsatto si sono spalancate il mese scorso, domenica 13 maggio, nel ritorno delle semifinali giocato a Piacenza, vincendo contro i pronostici in casa del Lyons favorito di turno. E dopo la storica promozione, Marco Artuso e compagni hanno messo le mani anche sul titolo di campioni d’Italia di Serie A, battendo in finale il Valsugana Padova.

Su questo club emergente, fondato nel 1963 come Cus Verona e ribattezzato Verona Rugby (con relativo cambio di colori sociali, dallo storico verde-blù all’attuale grigio antracite) nel 2016, si è scatenata la curiosità degli osservatori perché il progetto varato dall’attuale dirigenza, guidata dalla presidentessa Raffaella Vittadello, è di quelli “ambiziosi ma giudiziosi”. Verona non vuol essere una meteora, nella palla ovale italiana. E per rimanere a lungo tra le migliori è pronta a spendere, certamente, ma a ragion veduta, come racconta il tecnico della promozione, Antonio Zanichelli.

“Il nostro club in questo momento è abbastanza innovativo per idee e modi di operare. L’organigramma snello ci permette di passare dalla fase progettuale a quella esecutiva in tempi rapidi”, osserva il tecnico, “Sono stati fatti grossi investimenti sulle strutture, in particolare per realizzare il nuovo stadio, e per la formazione dei giovani. In particolare vorrei sottolineare che il Verona Rugby investe molto di più sul settore giovanile e sulla nuova Accademia privata che sui seniores. C’è una forte convinzione formativa dietro a questo progetto”.

La formazione è fondamentale ma per affrontare degnamente l’Eccellenza servono investimenti in giocatori di qualità. Che Verona vedremo ai nastri di partenza?

“Non vogliamo fare le comparse, questo è sicuro, ma neanche spendere troppo. Quest’anno abbiamo avuto la possibilità di inserire elementi di caratura superiore, come Gaston, McKinney e Montauriol, che cercavano un’opportunità di rilancio, su un impianto già buono e questa politica ha portato i frutti sperati. Al momento sono confermati Gaston e Montauriol. La volontà che hanno espresso durante la stagione e alla fine è di rimanere. Si sono trovati bene, hanno trovato un ambiente sereno, senza eccessive pressioni dall’alto. Professionalmente per loro è stato un ottimo anno”.

Quanti nuovi arrivi vi servono per allestire una rosa competitiva?

Premesso che al momento ancora non si conosce il format della nuova Eccellenza a 12 squadre, ci stiamo attrezzando per affrontare un campionato a girone unico con due retrocessioni. In ogni caso sarà una stagione molto impegnativa per cui dovremo rinforzarci con 12-15 innesti di valore. I giocatori della rosa di quest’anno che saranno confermati con la prima squadra sono una ventina. Certamente ci serviranno in rosa tra i 35 e i 40 elementi. Quest’anno eravamo in 38, di cui 3 aggregati stabilmente con la Cadetta.

A proposito, con la prima in Eccellenza e la seconda promossa in Serie B molti vi vedono come i nuovi Medicei. Punterete a far crescere ancora il livello della Cadetta?

Potrebbe essere una via da seguire. Ma  solo se il lavoro fatto alla base ci permetterà di fare un ulteriore passo in avanti. La seconda squadra rappresenta uno stadio evolutivo per i giocatori usciti dalla giovanile, come completamento della loro formazione. E una risorsa per dare minutaggio a chi gioca meno in prima squadra. Anagraficamente sarà una squadra giovane, quasi esclusivamente Under 23, integrata e rinforzata da alcuni giocatori della prima che proseguiranno in Cadetta la loro carriera. L’obiettivo sarà comune: la salvezza per entrambe, in Eccellenza e in Serie B

Ci sarà spazio in prima squadra per qualche giovane Under 18?

Alcuni di loro saranno in rosa da aggregati, con l’obbligo di frequenza della nostra accademia.

Guarderete alle realtà del territorio per fare acquisti?

“Stiamo cercando di costruire una squadra con il duplice obiettivo di colmare le carenze della scorsa stagione e di innalzare la qualità, anche dando spazio a giocatori con un buon bagaglio d’esperienza in Eccellenza. In più siamo al centro di un bacino rugbistico molto forte, compreso tra Brescia, l’Emilia e Padova. Il Petrarca soprattutto ci ha dato una grossa mano negli ultimi anni. Chi non trovava posto con loro ha avuto un’occasione per rilanciarsi da noi, come Artuso, Furia, Soffiato, Zago. Credo che per loro questa promozione sia stata una soddisfazione enorme. Dovrebbero restare con noi, visto che il rapporto amicizia e stima reciproca tra noi e il Petrarca rimane molto saldo”.

Conquistata l’Eccellenza c’è da conquistare i veronesi…

Avremo uno stadio nuovo da 2.500 spettatori. Bisognerà lavorare sulla comunicazione e sulla promozione del nostro club perché partiamo da una base di poche centinaia di fedelissimi. A parte il derby con Valpolicella e i playoff, quest’anno al massimo siamo arrivati a 500 persone. Però a Piacenza e a Reggio Emilia ci hanno seguito in tanti, segnale che c’è curiosità e simpatia nei nostri confronti. Contiamo come club di generare quell’entusiasmo che possa far amare il rugby a Verona.

Che stagione è stata per lei da tecnico?

A livello personale è stata interminabile e finita nel modo più bello. Abbiamo perso quattro partite, nelle ultime tre, con Noceto, Valsu e Piacenza, con uno scarto di 6 punti. Di ogni sconfitta abbiamo fatto tesoro. Tra la prima e la seconda semifinale, oltre a verificare gli errori abbiamo lavorato sulla testa dei ragazzi. Era semplice buttare tutto in malora. Abbiamo fatto capire ai ragazzi che le cose erano ancora aperte, senza pretendere nulla da loro perché l’Eccellenza era in programma tra qualche anno. Ci hanno ripagato alla grande.

Quando avete fissato il raduno?

Il 19 luglio, a Verona. C’è tanto lavoro da fare e una squadra nuova che dovrà trovare presto un’amalgama.

Allenerà anche l’anno prossimo insieme a Paolo Borsatto?

“Dopo dieci anni e più di impegno Paolo ha deciso di mettere in pausa la sua attività da tecnico, anche perché la sua attività di commercialista lo assorbe molto. La conquista dell’Eccellenza per lui è la certificazione di qualità di un lungo cammino fatto da allenatore in questo club. Faremo di tutto per tenerlo in società, perché per il Verona è un punto di riferimento tecnico e umano. Nelle prossime settimane annunceremo il nuovo staff tecnico”.

 

Foto Verona Rugby