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Diciamolo: un conto è vincere una partita di misura, un altro è portare a casa la pelle. Il 24-20 per noi strappato nella notte italiana dai ragazzi di Mr O'Shea all'Avaya Stadium di San Jose California ha il profilo inconfondibile della figuraccia appena sfiorata, del pozzo nero dentro cui si cade ma dentro il quale si riesce a non sprofondare completamente per via di un insperato appiglio trovato quasi per caso e con la forza della disperazione.

L'immagine non sarà il massimo per cominciare bene una domenica, ma è quella tipica evocata dalle partite che si devono vincere perché così impone (imporrebbe) il diverso peso specifico delle contendenti sul campo e la striscia ininterrotta di successi che alla gara in questione hanno storicamente fatto da prologo. Ma così non è stato. Anche se c'è di mezzo una meta di penalità contro (21', con giallo a Canna) per un in avanti volontario che è probabile alimenti (qualche) polemica o precisazione in punta di diritto ovale (per dare meta tecnica occorre che l'arbitro si faccia convinto che, in assenza di quell'intervento illegale, la meta sarebbe stata realizzata con assoluta certezza).

I tre punti che hanno confezionato il + 4 finale sul tabellone sono arrivati sulla sirena da un piede, quello della nostra apertura, ancora una volta accurato e preciso (5/6), anche in una giornata che le prime scarne cronache californiane descrivono, per lui, non particolarmente positiva. Opposto a un certo AJ MacGinty, 26enne irlandese di Dublino di scuola Blackrock (roba forte!) con un passato a Connacht e da un anno (scarso) con le Aquile americane. Sarà destino, che noi con i numeri 10...

Solo un'ultima annotazione: alla voce "saper fare in attacco palla in mano", l'Italia del rugby ha ancora una volta risposto: drive da rimessa laterale, e niente (o pochissimo) altro. Bravo Gega ad aver finalizzato due volte oltre la linea bianca (31' e 56'), ma potenziale offensivo ridotto davvero all'osso. Lo stesso dicasi per la Emergenti (battuta di brutto dalla Namibia a Bucarest) e, purtroppo anche per la U20 di Troncon. Fra una settimana andiamo in Canada e se tanto ci darà tanto... sarà ancora più dura che a San Josè. Forza ragazzi! E buon lavoro a Mr O'Shea e a tutto lo staff.

Da lavorare, come avrete già perfettamente compreso, ce n'è. E tanto. A lot!

 

Giorgio Sbrocco per Rugbymeet

 

 

Foto USA Rugby

 

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