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«Voglio condividere notizie che hanno avuto un forte impatto sulla mia vita personale e quella dei miei familiari. Otto mesi fa mi è stata diagnosticata la demenza e una encefalopatia traumatica cronica di cui risento le conseguenze da quattro anni».

È la drammatica rivelazione pubblica fatta sui social e riportata dai media internazionali dall'ex nazionale gallese Andrew Coombs, 39 anni, seconda linea di Pontypool, Newport e dal 2009 al 2016 dei Dragons in URC. Per lui dieci presenze in due stagioni nel Galles, con cui ha vinto il Grande Slam 2013 (titolare nel 26-9 contro l'Italia a Roma). Coombs fa parte dei 295 vecchi giocatori, una settantina gallesi, che hanno indetto una causa collettiva contro World Rugby e le federazioni di Galles e Inghilterra, come riporta il sito della BBC, per le conseguenze dei colpi alla testa. Un'azione simile è in corso anche in Francia. Le iniziative stanno facendo tremare il mondo del rugby e hanno già portato alla rigida stretta regolamentare sulle concussion in partita. Sono destinate a cambiare questo sport, com'è già successo in passato per il football americano e la NFL.

Coombs si è ritirato a 31 anni a causa di un infortunio al ginocchio e rivela: «Non è stato facile, ma era urgente conoscere le cause dei cambiamenti che c'erano nel mio fisico. La diagnosi è stata un colpo al cuore, ma ha dato risposte a domande che mi facevo da tempo. Le conseguenze della malattia sono state terribili per il mio matrimonio e il mio benessere. Annunciare questa diagnosi ai miei figli è stata una delle cose più terribili della mia vita».