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Mondiale U20

Alla vigilia dell'inizio dei campionati d'oltremanica abbiamo pensato di fare una chiaccherata con Roberto Santamaria il tallonatore di origine messinese in forza al Rugby Viadana e agli Aironi dal 2002 al 2013. Con 27 anni ancora da compiere e una brillante carriera nel nostro rugby Roberto ha scelto di trasferirsi in Inghilterra ed andare a giocare per i Doncaster Knights nel National 1 (terza categoria inglese). Carriera di tutto rispetto per Roberto che ha esordito in prima squadra nel 2005-6 in Coppa Italia e nel super10 l'anno successivo, annovera anche la trafila delle nazionali giovanili compresa la partecipazione alla JRWC in Francia del 2006. Nel 2011 ricopre i gradi di capitano degli Aironi in Rabodirect per 10 match in assenza di Marco Bortolami impegnato nella RWC in Nuova Zelanda, l'anno successivo con lo scioglimento della franchigia rimane a Viadana dove viene confermato capitano.

Ciao Roberto dopo oltre dieci anni di rugby e vita a Viadana, quando stai raggiungendo l'apice della maturità sportiva per un uomo di prima linea, cosa ti ha spinto a scegliere di andare in Inghilterra?

"Guarda credo che mi abbia spinto il fatto che se fossi rimasto in Italia e a Viadana avrei inevitabilmente assunto un ruolo da giocatore esperto, da senatore ma non è quello che voglio al momento visto che ho ancora voglia di mettermi in gioco per migliorare ulteriormente...non credo di essere arrivato e non mi sento arrivato a questo punto della mia carriera e della mia vita. In poche parole avevo bisogno di nuovi stimoli, volevo andare a confrontarmi con una realtà nuova e in un campionato più performante e sicuramente diverso dall'Eccellenza sopratutto visti gli obiettivi di promozione che ha il mio nuovo club. Provare qualcosa di nuovo è sempre qualcosa di positivo e che arricchisce. Di sicuro è una scelta personale, a Viadana mi trovavo benissimo, ero sicuramente stimato e avrei potuto continuare a svolgere un ruolo di primo piano e ancora da capitano ma ho scelto di andare a cercare nuovi stimoli per crescere ancora sia come uomo che come giocatore."

Perchè proprio Doncaster e che impressione ti ha fatto il tuo nuovo club, sopratutto essere in una realtà in cui sei l'unico italiano?

"Sarei andato via da Viadana unicamente per andare all'estero, quando ho cominciato a cercare ho avuto diverse offerte da diverse squadre del Championship (la seconda divisione inglese) ma le ho rifiutate tutte dal momento che parlando con i vari Director of Rugby mi dicevano che avrebbero puntato a un campionato tranquillo, insomma senza tante ambizioni, non c'era un progetto definito e chiaro. Nessuna delle tre squadre di Championship che mi ha contattato avevano le ambizioni giuste, non erano certo il Newcastle di Carlo Del Fava che ha poi ottenuto la promozione in Premiership, non sarei mai andato in un club dove non avrei mai potuto sognare e ambire di vincere. A qualsiasi livello per poter crescere e migliorare devi avere degli obiettivi ambiziosi da raggiungere. I Doncaster Knights mi hanno subito colpito per la chiarezza di intenti, dal modo in cui il Director of Rugby Clive Griffiths mi ha esposto il progetto. Tanto per chiarire Clive Griffiths è stato allenatore della difesa del Galles vincitore del Grande Slam e del Six Nations 2005, nonchè attuale allenatore della difesa del Canada, nazionale Gallese di Rugby Union e Rugby League.

L'obiettivo è semplice: vincere il campionato e successivamente scalare anche il Championship per arrivare in Premiership. Il livello della squadra è più alto del National 1 in cui militiamo e anche di quello del Championship, gran parte della rosa, rimodellata dopo la retrocessione dell'anno scorso, è composta da giocatori che hanno militato in seconda divisione o anche nella massima serie e anche dalla RaboDirect (Edinburgh e Cardiff). Molti dei miei compagni hanno confermato le motivazioni della mia scelta, quasi tutti sono stati spinti a scegliere i Knights per la professionalità mostrata da club e staff e dalle "facilities" cioè le strutture di altissimo livello di cui la cocietà dispone. Ti posso assicurare che qui ho visto una grandissima professionalità e cura del dettaglio che è difficile trovare anche a livello maggiore."

Tu sei giovane ma hai anche avuto un'ottima carriera quindi, qual'è la più grande soddisfazione sportiva che hai conseguito e qual'è quella che speri di ottenere?

"Vincere contro Munster o contro Edindurgh sono state grande soddisfazioni, ma anche fare il capitano degli Aironi per dieci partite in Celtic mi ha dato grandi soddisfazioni e fatto crescere sia a livello professionale e umano. Voglio tornare a divertirmi giocando a rugby, dal momento che motivazioni e stimoli sono fondamentali in questo sport e io non ho voluto adagiarmi e fare cose tanto per farle. Se non ci fossero stimoli e obiettivi adeguati mancherebbe certamente la voglia di entrare in campo a "prendere botte e far fatica". Sarei anche potuto andare via da Viadana prima dal momento che negli anni passati ho ricevuto proposte anche dalla Francia ma sentivo di non aver ancora completato il mio processo di crescita, penso sia giunto ora il momento per rincorrere altri sogni e traguardi sia sportivi come la promozione in Championship e personali come affrontare una nuova realtà di vita. Alcune occasioni tornano e vanno prese quando si presentano, come ho detto prima voglio tornare a divertirmi mentre gioco a rugby e ora non mi pongo limiti punto ad ottenere il massimo possibile!"

Chiaramente la tua scelta è anche in ottica futura, in Italia hai allenato le giovanili del Viadana e collaborato come preparatore atletico con Kaine Robertson per i Caimani del Secchia, hai compiuto questa scelta professionale e di vita anche per crearti un "bagaglio professionale/internazionale" per il futuro?

"Sicuramente, guarda qui sono già assistente allenatore della nostra under20, i Colts, per i quali mi occupo della mischia, della touche e sopraintendo al lavoro degli avanti. Al contempo sarò coinvolto in un progetto regionale dello Yorkshire per cui mi occuperò nello specifico della tecnica individuale di prime linee e tallonatori in vista di quello che sarà il trofeo delle regioni. Questo è anche possibile dal momento che l'impegno con il club, a differenza dell'Italia che prende l'intera giornata, è dalle 9 del mattino alle 3 di pomeriggio dopo di chè ho parecchio tempo libero da dedicare ad altre attività. In ottica futura, in ogni caso, vorrei mettere a frutto i miei studi in scienze motorie e la mia esperienza di giocatore proprio come allenatore, per poter trasmettere quei valori e quelle conoscenze che mi sono costruito e mi costruirò con impegno e dedizione nel corso della mia carriera ed esperienza di vita"

 

Rugbymeet augura un grandissimo in bocca al lupo a Roberto in vista anche della prima di campionato di sabato 7 settembre contro Blackheat.

 

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