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Finalmente una volta tanto possiamo dire che il prossimo Sei Nazioni sarà più combattuto del passato. Al diavolo la partita con Tonga. L’Italia ha concretizzato poco quelle occasioni avute nel primo tempo, ma per quanto visto gli Azzurri avrebbero dovuto chiudere la prima frazione di gioco sul 21-0. Non è stato così. Troppa superficialità sicuramente; poca confidenza con l’orologio e incapacità di gestire il tempo quando sulla carta si è dati per favoriti. Insomma la strada sarà lunga, ma almeno per il 2017 ci sarà da divertirsi. World Rugby lo ha capito e alla fine la rivoluzione c’è stata con il nuovo sistema di punteggio. 

L’Italia ha ottenuto una sola vittoria su tre. Poco? Si… ma con chi l’abbiamo maturata. Con un XV fatto per il 50% da giocatori con poca esperienza e esordienti. Diamo uno sguardo alle altre nazionali con chi hanno giocato:

Il Galles si è affidato ormai ai soliti noti e i risultati sono stati molto deludenti: una “vittoria” sofferta con il Giappone, la sconfitta di schianto con l’Australia e la vittoria con il Sud Africa.

L’Inghilterra ha giocato con 14 giocatori esperti nelle due partite in cui ha vinto, in attesa dell’Australia.

L’Irlanda ha schierato il XV migliore contro gli All Blacks, mentre un ampio turnover è stato fatto per la sfida con il Canada.

La Scozia e la Francia hanno giocato con 12/15 giocatori esperti nelle tre partite in cui sono state coinvolte.

Insomma per l’Italia questi Test match sono stati dei Test a tutti gli effetti, a differenza delle altre nazionali che, forti di una squadra già forte, hanno schierato nomi già noti ai tifosi. E non guardiamo al risultato con gli All Blacks! A Durban, lo scorso ottobre, i neozelandesi hanno schiantato gli Springboks con 9 mete. In campo c’erano Lienert-Brown, Naholo, McKenzie, Todd e in panchina Crockett, Faumuina, Kerr-Barlow, Squire e Taylor… praticamente quasi la stessa squadra affrontata dall’Italia. E i sudafricani avevano le prime scelte. Finì 57-15.

Con chi potrà giocarsela l’Italia al Sei Nazioni? Con tutte! Nono… magari.
Inghilterra-Irlanda sarà la finale anticipata visto che queste due nazionali stanno rilanciando al meglio il rugby europeo.

Gli unici che stanno vivendo un periodo morto sono i Dragoni, ora dati in gestione a Rob Howley (Gatland pensa al tour di luglio con i Lions). E gli Azzurri li affronteranno nella prima sfida all’Olimpico. È un’occasione troppo ghiotta! Poi ci sono Francia e Scozia. Ma i Galletti e i Cardi stanno attraversando un periodo troppo buono. L’Irlanda punta alla vittoria ma non è detta l’ultima parola. 

Insomma due sono le cose. Se si apre bene con il Galles ci sono buone opportunità di fare grande il torneo. In caso contrario… non è detta l’ultima parola. O’Shea ha cambiato il modo di concepire il gioco. Se riuscirà ad imperniare un lavoro di “mental-coach” sarà possibile sfruttare al massimo il potenziale degli azzurri.

 

Fabrizio Sicignano

 

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Foto Alfio Guarise