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Foto Springboks
Foto Springboks

Il seconda linea degli Springboks Eben Etzebeth ha rotto il silenzio dopo l’episodio di eye-gouge - dita negli occhi - ai danni di Alex Mann e la successiva squalifica.

Etzebeth ha ricevuto 12 giornate di squalifica dopo essere stato giudicato colpevole di aver messo intenzionalmente le dita negli occhi del flanker gallese nelle fasi finali della partita terminata 73-0 per il Sudafrica ai danni del Galles al Principality Stadium di Cardiff.

L'ammissione

Il giocatore aveva ammesso il gesto, sostenendo però che fosse stato accidentale. Il pannello disciplinare indipendente non è stato d’accordo e ha confermato la sospensione.

L’episodio ha scatenato dure critiche da parte di ex giocatori e opinionisti – alcuni dei quali ex compagni di squadra – e, dopo giorni di silenzio, Etzebeth ha scelto di parlare pubblicamente attraverso un post su Instagram, diventato subito virale nella community del rugby.

Il messaggio di Eben Etzebeth su Instagram

Nel suo post, corredato da due video dell’azione incriminata, Eben Etzebeth spiega di voler fare chiarezza soprattutto per i giovani che guardano agli Springboks come un esempio.

“La rissa era praticamente finita quando il numero 7 del Galles mi ha colpito con una mano aperta su mento/collo. Si vede che sto guardando l’assistente dell’arbitro aspettando una sua reazione (tutto è successo molto velocemente, quindi è comprensibile che non abbia visto nulla). Senza reagire, subisco un altro strattone sulla maglia prima di andare avanti con un movimento simile.”

Le scuse di Eben Etzebeth

“Ciao a tutti, sono rimasto in silenzio, ma ora che l’udienza è finita credo di dover spiegare cosa è accaduto”, scrive Etzebeth nel suo post.

“Non sto dicendo di non essere colpevole: accetto la colpa. Ho commesso un errore e sono pronto a scontare la squalifica che merito.

“Non voglio che i giovani che guardano agli Springboks pensino che mettere le dita negli occhi di qualcuno sia OK, perché non lo è. Purtroppo gli errori capitano, e io ne ho commesso uno grande, di cui mi scuso.”

“Perché avrei dovuto farlo? È stato un errore”

Etzebeth spiega poi cosa lo ha portato al contatto visivo incriminato:

“Si vede chiaramente che il mio primo punto di contatto è sulla sua spalla con la mano aperta, proprio come aveva fatto lui, solo che lui mi ha colpito sul mento. Un altro punto da considerare: quando mi ha colpito ero fermo, senza molto movimento attorno. Quando provo lo stesso gesto verso la sua spalla, due giocatori gallesi cambiano completamente la dinamica dell’azione, e allo stesso tempo un mio compagno tira il numero 7 del Galles per il collo, modificando la direzione della mia mano e della mia forza.”

“Questo deve essere il mio ultimo cartellino rosso”

Il veterano degli Springboks sottolinea che si è trattato del primo cartellino rosso della sua carriera, promettendo che sarà anche l’ultimo.

“Perché ho pubblicato tutto questo? Per mostrare come sono andate davvero le cose e che non c’era alcuna intenzione. Non farei mai una cosa del genere di proposito: dopo anni di rugby so bene quali siano le conseguenze.

“Grazie a chi mi ha sostenuto. Mi dispiace per aver deluso voi e il gioco del rugby. Questo è stato il mio primo rosso da quando gioco, e voglio che sia l’ultimo.

“A chi si è arrabbiato guardando il replay al rallentatore: capisco perfettamente. Spero solo che ora abbiate un po’ più di contesto.”