Canada - Italia, la preview e le formazioni

È un gruppo che, a giugno inoltrato e ormai quasi finito, ha bisogno, soprattutto, di riposare. Con la testa e con i muscoli. Anche se non esattamente in quest’ordine. Di staccare la spina, di andare in vacanza e di dimenticare per qualche giorno priorità e obblighi che per tanti lunghi mesi ne hanno accompagnato la vita e marchiato le opere, scandito i tempi. Perché così deve andare, così è giusto che vada. In un mondo in cui l’unico comandamento accettato e condiviso è quello dello spettacolo che, sempre e comunque, deve andare avanti, stare qualche settimana senza analizzare partite, pesare prestazioni e immaginare futuri sviluppi del nostro amatissimo movimento ovale, non potrà che fare del bene. A tutti.
Ma prima di staccare tocca andare al Bmo Field di Toronto dove (18 da noi, da loro sarà mezzogiorno) l’Italia incontrerà quel Canada che all’ultima WC ha battuto di misura (23-18 a Leeds) e a fatica, al termine di un Tour contrassegnato da grandi chilometraggi e da carichi fisici per niente irrilevanti. Un tour stancante, a dirla tutta. Intrapreso e portato a termine da un gruppo di bravi soldatini non esattamente entusiasti di andare a prendere le ultime botte della stagione dall’altra parte del globo o quasi, reduci da una stagione che molti di loro vorranno quanto prima dimenticare, se non proprio cancellare dalla memoria.
Era il debutto di Mr Conor O’Shea e del nuovo equipaggio che guiderà le sorti del nostro rugby (tutto, par di capire, non solo il XV del Six Nations e della WC), alla vigilia dell’ultimo impegno ufficiale il bilancio dice: una persa e una vinta. Chiudere in positivo il conto, o non farlo, dipenderà da come gli Azzurri chiuderanno gli 80’ nella capitale dell’Ontario. Che l’esito della sfida conti più dell’arido dato statistico, buono per gli annali e poco altro, è fuori discussione. Sarebbe imperdonabile azzardo sostenerlo. Ma è indubitabile che accomiatarsi dalla stagione di uno dei peggiori Sei Nazioni della (nostra) storia con un bel risultato a favore, sarebbe cosa buona. Magari non giusta, ma buona di sicuro sì.
Il ranking dice: Italia al 13esimo posto (dietro la Georgia) a punti 71.57, Canada al posto n. 17 con punti 65.19. Che tradotto banalmente (leggasi: un tanto al chilo) fa uno scarto a nostro favore di almeno 10 punti sul tabellone alla sirena. Non è una quotazione da bookmaker, nessuno ci metta delle palanche, però... anche perché l’Italia, a Toronto, ha già giocato e vinto un paio di volte (37-9, 25-16).
Per la terza uscita americana l’irlandese che comanda la stanza dei bottoni ridisegna completamente la metà squadra (in effetti poco più di un terzo) che va dal n. 10 al 15, puntando su Odiete estremo e la coppia Venditti – Esposito alle ali. Centri di peso e di sostanza (leggasi: impatto) composta dal nuovo Boni e da Campagnaro. E in cabina di regia si rivede Tommasino Allan che farà coppia con Gori, anticipando la stagione celtica in maglia Benetton. Davanti partiamo con Lovotti e Cittadini piloni e il meta man Gega al tallonaggio, con Geldenhuys e Fuser a cementare (ce ne sarà bisogno in chiusa) il blocco dei primi cinque. Terzo bollo consecutivo per l’instancabile Favaro sul lato aperto, con Mbandà sulla chiusa e l’altra Zebra Van Schalkwyk al centro del reparto di terza linea. In panchina quelli che ancora non hanno messo piede sul terreno di gioco (Simone Ferrari e Alberto Lucchese esclusi), compresi i due richiamati dell’ultimo minuto Negri e Sarto senior. Non giocherà Barbieri, che a Toronto è nato e di si è formato ma che è già rientrato in Italia per infortunio.
Giorgio Sbrocco per Rugbymeet
Le formazioni di Canada - Italia
Foto Elena Barbini
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