Sei Nazioni: Inghilterra nel gruppetto dei pretendenti alla vittoria del Torneo?

Inutile girarci tanto intorno. Solo uno poco sano di mente eviterebbe, in sede di pronostico, di includere il nome dellInghilterra dal (ristretto) gruppetto dei pretendenti alla vittoria finale del Torneo. La questione Grande slam essendo, in assoluto, poco rilevante. Questa edizione 2016 non presenta, in questo senso, alcuno scostamento dalla consolidata norma.
I bianchi, che si presentano con un nuovo capo in plancia di comando (Eddie Jones, bravo di sicuro in campo e alla lavagna, quanto a capacità di tenere alto il tasso di coesione di un gruppo...) e con un debutto - Calcutta Cup a Murrafield sabato 6 febbraio - che dirà subito molte e importanti cose. In casa lInghilterra affronterà Irlanda e Galles, due formazioni con le quali non mancheranno desiderio di rivincita e voglia di ristabilire antiche gerarchie. La chiusura è a Parigi (19 marzo), per un match che in molti già pregustano con le sembianze della sfida finale. Un dentro o fuori che profumerebbe di contrapposizioni selvagge e di scontro epocale. Non sarà così, mettiamoci pure il cuore in pace. Ma sarebbe bello! E bellissimo è pensarlo. Con noi a Roma se la giocheranno domenica 14 febbraio.
La forza dellInghilterra, anche di quelle del dopo Lancaster e del dopo (brutto) Mondiale in casa è nel campionato di riferimento. Un torneo la Premiership - che, qualcuno ha già fatto osservare, propone e impone ritmi talmente usuranti da risultare deleteri per la Nazionale. Questione discussa e (molto) discutibile. Certo che un gruppo che per le prime due uscite taglia gente del calibro di: Josh Beaumont, Luke Cowan-Dickie, Maro Itoje, Matt Kvesic, Matt Mullan, Henry Thomas, Elliot Daly, Sam Hill, Semesa Rokoduguni e Marland Yarde, tanti problemi di qualità e di quantità pare, onestamente, non averne. E se mai si eleggerà il vero miglior giocatore del Torneo (con modalità di espressione del voto, per una volta, serie e non da sagra del folpo!), decido di sbilanciarmi, di espormi al rischio pernacchia e annuncio, da subito la mia preferenza per lArlecchino Mike Brown. A prescindere, come avrebbe detto il Principe De Curtis se mai lavesse visto giocare.