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Come di consueto, dopo ogni match dell’Italia, pubblichiamo le pagelle del collaboratore di Rugbymeet Giorgio Sbrocco. Il tabellone dell’Olimpico diceva 10-68 a fine gara, lo sappiamo tutti, ma le pagelle di Sbrocco sono da interpretare a misura di rugby italiano e non di rugby stellare (quello che giocato gli All Blacks, ma poi si parlerà anche di loro). 

" Mettiamola così. Si fa presto a dire: so guidare un'automobile. O sono capace di andare in barca a vela. Ti guardi intorno, ci rifletti un attimo e scopri che il povero Shumi e il grande Giovanni Soldini, sapevano o sanno guidare rispettivamente l'auto e un due alberi in fibra di carbonio. Come mio cognato.

Tradotto: gli All Blacks oggi hanno giocato a rugby, lo stesso,  ha fatto l'Italia. Il tabellone, alla fine, ha detto però con estrema e impietosa chiarezza che i primi giocano il rugby dei grandi, Parisse e compagni ancora no.

Lo sapevamo anche prima che le squadre scendessero in campo, e nonostante fosse evidente il profilo inconfondibile di “Nuova Zelanda 2”, dato dai tecnici tuttineri alla formazione incaricata di svolgere a meglio l'Italian job dell'Olimpico. L'abbiamo sempre saputo. E non abbiamo dubitato nemmeno dopo la terza senza schiuma tracannata festanti (molto invidiosi e un poco increduli: io c'ero, davanti al televisore, quando l'Italia andava a Dublino e vinceva...) dopo il Soldiers stadium di Chicago e la fine della striscia vincente della banda Hansen.

Detto ciò, e sia chiaro una volta per tutte: i voti sotto riportati si riferiscono alla valutazione relativa al "come ti guido una Punto", ché una F1, noi e i nostri simpatici e coraggiosi ragazzi... solo in fotografia. O a Maranello, in gita premio.

Il ct Conor O'Shea se ne faccia una ragione (se già non se l'è fatta, come pensiamo sia accaduto). È bravo, preparato, competente e dotato della giusta dose di buon senso. Non ha mai detto che fra x anni vinceremo il Sei Nazioni né che, volendo, potremmo diventare quello che non siamo. Benvenuto!

 

Quanto alla partita di oggi, partendo dai migliori (guidatori di utilitarie accessoriate):

Favaro: voce del verbo placcare. Sempre e sempre per fare danni, e sempre senza risparmiarsi, e sempre. Per 80 maledetti e sanguinosi minuti. Se n'è andato a vivere in una delle città meno belle del mondo, lassù oltre il Vallo di Adriano. Ma la tempra e il coraggio sono quelli di sempre. Grande, insostituibile, necessario. Voto 10

Parisse: ha mestiere e classe da vendere, carisma come quelli veri. E si vede. Si segnala per un chip-grubber (!) davvero ben eseguito al 43' e per un guizzo tipico dei suoi vent'anni qualche minuto dopo che costringe il "nero" di turno al tenuto. Voglia di farsi male? Poca, come è in fondo giusto che sia. Anche lui, il giorno che dovesse andarsene... Voto: 8

Canna – Bronzini: è la mediana del futuro. Comunque lo si voglia vedere e comunque sarà. Il 9 si presenta in versione cane da tartufo, annusando un intervallo interno a bordo ruck, che ha il coraggio di prendere e di impegnare; il 10 suo collega usa mani, piedi e occhio come sanno fare le buone aperture. Non è Cruden e Carter non lo diventerà mai. Ma questo abbiamo. Conviene tenerselo. Voto (alla coppia): 8

Boni: una meta e subito, appena entrato. Ha gambe e attributi per non guardarsi intorno e per puntare solo a quella lontana e agognata linea bianca. Ci arriva perché è lì che vuole arrivare. Grande! Di più! Voto: 10 (ad minchiam e una tantum, ma meritato)

 

... quanto a quelli col foglio rosa (voto minimo: 5)

Padovani: All'11' ha fra le mani la palla della vita ma si impantana, mal sostenuto da gambe che non sono fatte per correre come il vento. E neanche come la brezza. Usa il piede come arma tattica e lo fa maldestramente. Vede passare Dagg in occasione della meta e capisce (da ragazzo intelligente qual’è) inchinandosi all'evidenza, la differenza fra uno veloce e il resto del mondo. Voto: 5.

Esposito: anche a lui tocca in sorte Dagg in versione Freccia nera e nell'impietoso paragone dei compassi sta tutta l'impotenza di chi ce la mette tutta ma... Ma! Il resto del match l'ha giocato in linea con la poca sostanza che è in grado di produrre. Al momento. Voto: 5

Citta – Lovotti: stare in prima linea è un mestiere duro. Quando quello che hai davanti è più forte di te, si nota subito. Male in chiusa, il resto purtroppo conta (molto) poco. Voto 5

Gega: menzione speciale (e negativa) per lui al minuto 73, quando a un passo dalla meta azzurra ha fra le mani Ioane, ragazzino impudente e sbarazzino di anni 19. Se lo lascia scappare. Non vale Ghira e lo si sapeva. Ma da questo a dire che ha giocato la partita della vita per dimostrarsi all'altezza del titolare... Voto: 5

McLean: messo a fare il primo centro, è evidente che sa dove andare e cosa fare. Anche in difesa, tutto sommato. Ma a tradirlo sono i ritmi complessivi decisamente troppo bassi in tutto ciò che fa. Non benissimo con il piede, che pure ha più volte dimostrato di saper usare con il giusto e ponderato raziocinio. Voto: 5

 

e infine: loro, gli All Blacks

Cane: capitano di giornata. C'è chi dice sarà lui il nuovo McCaw. Lo sostengo anch'io. Voto: 10

McKenzie: oggi ha alzato parecchia polvere e fatto più fumo che arrosto. Ma ha la stoffa di un grande, nonostante le misure. Scommettiamo? Voto: 8

Ioane: in Nuova Zelanda (e in gran parte del resto del mondo) si è giovani intorno ai 19-20 anni. Da noi fino alla soglie dei 30 e oltre. Il ragazzo è reduce da Rio (Olimpiadi) dove si è segnalato per essere una somma tendente all'infinito di forza e talento. Oggi ha giocato pochi minuti ma ha confermato tutto il bene che si dice in giro di lui. Voto: 9

Prima linea del XV di partenza: Urka! Voto: 10

 

E il contorno:

Nigel "the Principal" Owens: è il n.1 al mondo e lo sa. Conosce il gioco e sa come si amministra una partita, compresa quella apparentemente facile e scontata di oggi all'Olimpico. Regala alla Nuova Zelanda una meta largheggiando assai sul raggio d'azione consentito nei pressi di un ruck. Ha un dubbio, ma la sentenza la fa emettere dal Tmo. Accorto! Alla fine ci dà pure una mano. Ma con classe e talento, senza attirarsi le ire di alcuno. Decisamente: il migliore. Voto: 10

Pubblico dell'Olimpico: bello lo striscione del Rugby Castellana e belle tutte le altre macchie di festante colore ovale da cui lo stadio romano è stato nobilitato. Il popolo del rugby c'è! Onore al merito. Voto: 10 e lode. "

 

Leggi le dichiarazioni di Conor O'Shea e Sergio Parisse

Il report di Italia - All Blacks 10-68

Tabellino formazioni e statistiche di Italia - All Blacks

 

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Foto Alfio Guarise