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Antonio Zanichelli (in campo fino al 2000, poi panchine di under 18, 21, staff Aironi) alla sua terza stagione nella città di Giulietta, si giocherà domenica a Brescia l’ultima occasione dell’anno per (provare a) salire in Eccellenza. Il suo Verona, che di punti ne ha 24, sarà di scena a Brescia e, in contemporanea, Colorno (27) giocherà a Padova in casa della capolista Valsugana. “Per andare in semifinale dobbiamo vincere ma, soprattutto, dovrebbe vincere anche il Valsugana, senza lasciare bonus al Colorno”.

ï         Il che, tradotto in percentuale di farcela, quanto fa?
-          Non lo so. E vorrei fosse chiaro a tutti: non mi interessa, non ci interessa. Domenica chiuderemo una stagione che ci ha in buona sostanza soddisfatto, nel corso della quale abbiamo centrato alcuni dei traguardi che ci eravamo posti. La salita in Eccellenza non era fra questi. Certo che, se arrivasse la semifinale…

ï         Verona sereno, quindi…
-          Lo siamo da almeno un mese e mezzo. Credevamo che il discorso play off si fosse definitivamente chiuso all’indomani della partita persa in casa proprio con Brescia. Poi una serie fortunata di coincidenze e la nostra ritrovata competitività hanno reso possibile arrivare agli ultimi 80’ dell’anno con il verdetto ancora tutto da scrivere. So di non essere particolarmente originale se dico che – comunque vada sarà un successo – ma è esattamente ciò che penso e ciò che i ragazzi sentono alla vigilia dell’appuntamento dell’anno.

ï         Ma l’Eccellenza, par di capire, è fra i traguardi della società.
-          Lo è, confermo, e stimo che l’arco temporale più plausibile sia compreso fra i 2 e i 3 anni. Un cammino di avvicinamento che intendiamo compiere con i piedi saldamente piantati a terra, senza follie sul versante economico, con budget sensati, commisurati alla categoria e, potendo, valorizzando giovani. Del territorio e del nostro vivaio.

ï         Un Verona alternativo a Colorno e Medicei anche sul piano amministrativo…
-          Spendere tanto non è, di per sé, né un errore né un atto eticamente riprovevole. È che arrivare a mettere un milione per una stagione di serie A e poi non salire in Eccellenza… sono soldi cui hai dato fuoco! Per usare un’immagine delle mie parti.

ï         Capito. Niente spese pazze ma una squadra costruita secondo logica. Come?
-          Per esempio sfruttando la posizione geografica di Verona, che si trova a confinare con Padova e Brescia, due province che di giocatori di qualità e di giovani interessanti ne sfornano con una certa regolarità. Noi siamo nel mezzo, perché non approfittarne?

ï         Il Verona, nel corso dell’estate, ha ampliato la propria rosa in maniera significativa. Solo cambio generazionale alla base della scelta?
-          È stata soprattutto una questione di profondità. L’anno scorso abbiamo terminato la stagione con 30 giocatori. Pochi, obiettivamente. Abbiamo deciso di arrivare a 37, che ci pare la dimensione più adatta. Per farlo abbiamo acquisito 10 nuovi giocatori, tutti elementi motivati e in linea con il profilo che la nuova dirigenza ha dato al club. Proseguiremo su questa strada.

ï         Tornando a oggi: che rugby ha visto in questa seconda parte di campionato?
-          Un rugby in linea con la categoria, ovviamente. Ma non un rugby “calcia e spingi”, come qualcuno potrebbe pensare. Un rugby meno speculativo e sparagnino di certe partite di Eccellenza, tanto per intenderci. Gli errori non mancano, ovviamente, ma l’idea di provare a fare cose di qualità c’è e alcune squadre hanno mostrato ottime capacità di adattamento in questo senso. Colorno, Valsugana, Udine…

ï         E quanto alla formula, di questa serie A?
-          La definirei: discretamente crudele.Venti partite in stagione regolare, poi 2 semifinali e, se arriva, anche la finalissima. Fanno 23 partite, quasi nessuna dall’esito scontato. Mi allineo con quanti sostengono che sia più difficile salire dalla A che salvarsi in Eccellenza.

ï         Anche se la seconda fase… 2 retrocesse su 6.
-          In effetti, se c’è una criticità è proprio nel meccanismo di retrocessione. In Eccellenza ne scende una su 10, in A 4 su 12. Campionato tosto, confermo. Ma sinceramente non vedo grandi e più plausibili alternative.

ï         Chi entra in poule promozione e non è interessato ai play off, di fatto finisce la stagione a ai primi di gennaio…
-          Ma anche con un campionato a 12, chi termina il girone di andata a metà classifica, volendo, può considerarsi fuori pericolo. E se lo è può ricorrere al mercato. Esattamente come fanno alcuni club di serie A in vista della poule retrocessione. Non sono le formule a fare bello o meno bello un campionato. Sono i giocatori i veri protagonisti!

ï         A proposito di protagonisti: come vanno gli arbitraggi?
-          Non faccio nomi, ma mi sono appuntato quelli di quattro giovani fischietti ai quali auguro di fare la carriera che meritano. E di farla in fretta! Preparati atleticamente, lineari, chiari nel metro di valutazione, pacati e costantemente in controllo della partita anche sotto pressione.  Bravi, insomma. E tanto.

ï         Sorprese?
-          Una, una e mezza. La Capitolina che rischia di retrocedere e il Casale che è retrocesso domenica scorsa. Due formazioni che situerei tranquillamente nell’alto livello della categoria e che invece…

ï         E lo scudetto n. 87, chi lo vince?
-          Calvisano, che in finale batterà il Petrarca. I più forti sono loro e lo hanno più volte dimostrato. 

 

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Foto Verona Rugby