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Nati da un’idea del vulcanico Tino Alessandrini, quando ancora si telefonava con i gettoni, il (tele)fax non esisteva e la vittoriosa amichevole allo Stoop con gli Harlequins del 2 gennaio del ’77 venne (giustamente) venduta per “l’impresa di Twickenham”, i Dogi stanno vivendo in questi giorni una sorta di seconda radiosa giovinezza. Non sui campi da gioco (eccezion fatta per le apprezzate rappresentative giovanili del Veneto) ma sulla carta stampata. Merito di Marzio Innocenti (presidente del CRV, detentore del marchio) e dei colleghi della redazione sportiva de Il Gazzettino che intorno alla proposta/provocazione di Innocenti (“chiedo alla Benetton: non firmate l’accordo celtico con Fir che vi impegna fino al 2020” le parole che hanno acceso i riflettori sull’argomento) hanno allestito una meritoria campagna di informazione e approfondimento. Marzio Innocenti, raggiunto telefonicamente, ha accettato di rispondere ad alcune domande in esclusiva per Rugbymeet.

ï         Cominciamo dalle ultime notizie: sentito da Antonio Liviero su Il Gazzettino di oggi, il presidente della Benetton Amerino Zatta sostiene che “l’ultima volta che si è parlato di un’ipotesi Dogi con gli altri presidenti è stato tre anni fa”…
-       Si tratta di un errore di datazione. Niente di grave o di irreparabile. Capita.

ï         Non è stato tre anni fa?
-       È stato poco prima di Natale. Natale 2016, preciso. A una cena.

ï         Lo stesso Zatta si dice comunque interessato ad aprire un confronto. Si tratta di una buona notizia. O no?
-       Assolutamente sì. Un progetto può, al massimo, essere presentato sulla base di un modello per forza di cose grezzo e solo parzialmente completo. Per definirlo occorreranno gli apporti di tutti. Per renderlo esecutivo: la voglia di fare di quanti si riconosceranno in alcuni passaggi operativi da concordare.

ï         Quali, in sintesi?
-       Occorre, occorrerebbe che Benetton cominciasse con il non sottoscrivere l’accordo con Fir, contestualmente i club che riterranno sensato e ragionevole avviare un progetto alternativo nel nome dei Dogi, si faranno avanti e dichiareranno le rispettive intenzioni.

ï         Al momento: chi sono questi club?
-       Rovigo e Petrarca in via definitiva. Altri si stanno muovendo in un’ottica di condivisione ma ancora non sono scesi in campo. Confido che lo faranno.

ï         Fra questi non c’è San Donà, per restare in Eccellenza…
-       Non al momento attuale, vero.

ï         Zatta dice anche chiaramente che per “mettere su” i Dogi occorreranno patti chiari e contributi finanziari “paritetici”, per citare il presidente dei Leoni…
-       Diciamo che il punto di partenza potrebbe essere: sapere quanto la Benetton è intenzionata a investire nei Dogi. Conosciuto l’ammontare di tale importo, gli altri saranno chiamati ad agire di conseguenza.

ï         Ma questo incontro, questo tavolo comune, ci sarà? Quando?
-       Assolutamente sì e in tempi brevi.

ï         E chi siederà intorno a questo tavolo?
-       Inviterò i rappresentanti di Benetton e di tutti i club veneti di Eccellenza, i consiglieri federali della regione (Zanovello, Beraldin, ndr) e Vittorio Munari.

ï         Vittorio Munari in qualità di…
-       Di unica persona di lingua italiana attualmente in grado di dire e fare cose sensate intorno a un progetto di franchigia.

ï         Alzando il tiro e ipotizzando: partono i Dogi. E l’Eccellenza?
-       Treviso torna a partecipare al campionato domestico con una squadra, le altre rivedranno le strategie operative e si riconvertiranno a una declinazione amatoriale del nostro sport. Grande attenzione alla formazione dei giovani e i migliori… nella franchigia regionale. Esattamente come avviene in Irlanda, Scozia e Galles. Il rugby di club questo deve essere, non altro.

ï         Torniamo per un attimo alle risorse, le palanche. Chi le metterà?
-       Tutti coloro che crederanno possibile realizzare un tale progetto. Dirigenti di club intenzionati a rivedere le modalità del proprio in Eccellenza, ma non solo. Il tessuto economico del Veneto possiede risorse di alto profilo e dispone di una rete diffusa di imprenditorialità. Due componenti  che potrebbero, io mi auguro che lo facciano, costituire il propellente per un’impresa capace di ridisegnare la storia del rugby nella nostra regione.

ï         Nessun pronostico ma un’impressione: ce la farete? Ce la faranno i Dogi a diventare la bandiera del Veneto ovale?
-       Voglio credere che, sì, saremo capaci di un tale salto di qualità

ï         Ottimista?
-       Il mio è l’ottimismo della volontà.