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Il bello (si fa per dire) di avere pochi amici, è che quando tocca invitarli a una festa è quasi impossibile dimenticarne qualcuno. Il bello (si fa sempre per dire) di dover individuare 30 giocatori da portare al Sei Nazioni sapendo di poter scegliere (largheggiamo) fra 35, è che risulta quasi impossibile commettere (gravi) errori. Nel senso: male che ti vada convochi uno scarso. Ma è quasi impossibile (questione di calcolo delle probabilità) lasciare a casa uno forte per davvero. 

Pericolo che invece corre (beato lui) coach Eddie Jones, che per stilare l’elenco dei 33 da portare a Brighton al primo raduno di preparazione, qualche errore di valutazione deve comunque metterlo in conto.

Ciò premesso, l’attesa per conoscere i nomi dei giocatori che mister O’Shea chiamerà al primo collegiale pre Torneo (che saranno resi noti il 12 gennaio), non pare possedere i connotati dell’evento da disvelare, dell’arcano insondabile, del terno secco da centrare al primo colpo, e non giustifica alcun “toto liste” a uso e consumo di appassionati e addetti ai lavori.  Ma siccome oggi è il giorno dedicato alla Befana e alle befane, all’Ikea sono già stato e mia moglie è uscita con un’amica per un bagno ristoratore (abitiamo vicini alle terme)…

Indicherò di seguito i nomi di cinque giocatori sui quali, a  mio unico e sindacabilissimo giudizio, varrebbe la pena concedere la possibiltià di dimostrare il proprio valore su un palcoscenico tanto importante come quello del Torneo dei tornei. Dove, sia sommessamente rammentato a tutti, andiamo per vincerne una (il Galles al debutto o la Scozia all’ultima giornata) e, a sentire il nostro (onestissimo) ct: “I risultati non saranno l’aspetto più importante della nostra prestazione”. Insomma: se non ora, quando?

 

I “miei” cinque (rigorosamente uncapped) sono:

-          Dario Schiabel:  gioca centro a San Donà. Evito di fare i nomi di altri pari ruolo che nel passato anche recente sono stati chiamati a vestire la maglia azzurra col 12 o col 13 della Maggiore. Farà 20 anni a marzo. Un giro di prova al Sei Nazioni glielo concederei subito. Pur con caratteristiche (anche morfologiche) diverse, a livello di età vale Mirco Bergamasco

 

-          Nicola Grigolon (foto a dx): n.8 del Viadana. Ha perso un anno per infortunio, ne farà 23 in aprile. È il miglior ball carrier italiano in attività. Vale due Steyn e mezzo. La maglia di Parisse? Quando il capitano lascerà: anche sì

 

-          Luca Nostran (foto al centro): flanker del Petrarca, non ne ha ancora 24. Ha avuto una carriera “tortuosa” ma di sostanza, con molte salite, poche discese e nessun tappeto rosso srotolato al suo incedere. Gli ha fatto molto bene il periodo in serie A (Rubano). Ha fiuto della meta, un placcaggio che fa male e mani non da amputazione. Quando Favaro dovrà tirare il fiato…

 

-          Juan Ignacio Brex (foto a sx): centro al secondo anno a Viadana, italiano (eleggibile) per merito del padre siciliano, 25 in maggio, sa difendere, muove palla e gambe come i centri veri. Prima o poi alla maglia azzurra ci arriverà di sicuro. Si dice a giugno nel Tour sotto l’equatore. Io dico: subito.

 

-          Michele Andreotti: 24 anni appena compiuti, seconda lecchese del Calvisano. Me lo appuntai anni fa quando seppi della sua rinuncia alla RWC U20 per motivi di studio (non volle perdere la maturità). L’ho seguito e di lui ho chiesto notizie a Morelli (suo attuale capitano) che in mischia gli gioca davanti. “Un trattore, uno che lavora tanto e si fa notare poco. Da chi sta fuori”. Ritirato Geldenhuys, molti altri con queste caratteristiche non se ne vedono all’orizzonte. E poi ha un cognome che, anche all’estero…

 

Sia chiaro, trattasi di pensieri in assoluta libertà. La scelta, per nostra fortuna, sarà operata dal sig. Conor O’Shea e non c’è da dubitare che avrà i crismi della sensatezza, della logica e i tratti di una certa innata e ancestrale lungimiranza. Caratteristiche tipiche degli irlandesi. Gente (Trapattoni dixit), che “abita in un posto dove piove due volte alla settimana. La prima da lunedì a mercoledì. L’altra da giovedì a domenica”, mette panna e whisky sopra il caffè, non mangia la pizza senza Dip (salse varie), un dolce senza la sua crema, non macella vitelli. E quanto al tempo libero il comandamento di ogni buon irlandese è: mantieni il tuo pub e lui manterrà te. Certi come sono che “In paradiso non c’è la birra, per questo è bene berla tutta sulla terra”.

 

PS L'anno scorso ve ne avevamo dati 20 di nomi... Quasi tutti azzeccati! (ECCOLI)