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Il mondo del lavoro e di conseguenza l’industria dello sport stanno vivendo un momento senza precedenti. La crisi dovuta alla pandemia di Covid-19 sta facendo ridimensionare l’intero mondo sportivo, rugby compreso. Come sta accadendo in molte nazioni anche in Nuova Zelanda sono stati apportati tagli ai guadagni dei giocatori professionisti di rugby.

La New Zealand Rugby (NZR) e l’Associazione Giocatori neozelandese (NZRPA) hanno concordato oggi una serie di modifiche ai pagamenti che si applicano principalmente ai giocatori professionisti sotto contratto a livello di Super Rugby (All Blacks inclusi), Nuova Zelanda Sevens e Nuova Zelanda femminile. La riduzione degli stipendi interesserà solamente i giocatori che percepiscono oltre i 50.000 $ NZ, quindi chi guadagna oltre i 27.400 € all’anno. La mossa di NZR è particolare in quanto non si tratta di una vera e propria riduzione ma di un “congelamento” del 50% dei compensi, somme che verranno trattenute in questo momento di crisi per poi essere restituite post pandemia, quando l’industria del rugby neozelandese riprenderà a funzionare, non sono state specificate però delle ipotetiche date.

 

L'amministratore delegato della NZR Mark Robinson ha dichiarato: “Come la maggior parte delle aziende, le persone sono la risorsa più grande e il nostro personale e i giocatori sono sicuramente la nostra priorità numero uno. Volevamo trovare soluzioni che funzionassero per tutti i nostri giocatori e assicurassimo che tutti i settori del nostro rugby condividessero il dolore finanziario che stiamo attualmente sopportando.”

 

L'amministratore delegato della NZRPA Rob Nichol ha dichiarato: “I giocatori si impegnano a fare la propria parte per garantire il futuro a lungo termine di questo sport oltre a garantire che NZR gestisca al meglio le implicazioni finanziarie di Covid-19. Di conseguenza, abbiamo concordato di congelare immediatamente circa $ 25 milioni di dollari NZ (13 milioni di Euro), ovvero il 50% dei costi rimanenti previsti per i giocatori professionisti nel 2020.”

“Quanto l’industria del rugby potrà riprendere e le prospettive finanziarie miglioreranno sarà possibile ripristinare buona parte dei pagamenti congelati”.