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Parte domani l’edizione 2018 di quella che fu la lega Celtica, il torneo transnazionale con il meglio del Vecchio continente meno Inghilterra e Francia, alle cui fortune il rugby italiano agganciò il meglio del proprio “prodotto interno” con l’obiettivo strategico di riceverne in cambio quote (almeno dignitose) di competitività e credibilità internazionale da spendere in maglia azzurra.

La competizione, rinnovata nel format e nelle etnie dei partecipanti (che Parma e Treviso avessero retaggi celtici era discutibile, che ce l’abbiano le due franchigie sudafricane…) parte con un detentore gallese, gli Scarlets (Halpenny estremo) di base a Llanelli. Un omaggio alla qualità oggettiva del rugby del paese dei Dragoni e un dovuto riconoscimento al retaggio storico di un luogo e di una regione che hanno fatto grande il rugby europeo e scritto la storia di questo gioco. Numeri nuovi – sarà Pro14 – franchigie nuove e anche formula nuova, mutuata dal Top 14, con barrage che metterà in palio due posti in semifinale riservato alle seconde e alle terze delle due conference. Le giornate di gara saranno in tutto 21. Ogni squadra giocherà 2 volte contro tutte le altre del proprio raggruppamento, una volta contro quelle dell’altra, più due derby. Le Zebre sono in poule A, con Ospreys, Cardiff, Munster, Glasgow e Cheetahs; Treviso se la vedrà con Scarlets, Newport, Leinster, Ulster, Edimburgo e Southern Kings. Gli esperti in pronostici hanno già stabilito che “quello meno impossibile” è il girone della Benetton, mentre quello in cui sono inserite e Zebre… Quello dei pronostici estivi è un gioco pericoloso, sarebbe il caso di evitarlo. Perché gli unici dati vagamente oggettivi su cui basare una qualche previsione di massima sono i movimenti di mercato. Per dirne una: dalla comparazione del “chi va” con il “chi viene” dei campioni in carica si potrebbe (condizionale!) ritenere che si siano indeboliti. Stesso discorso per il (molto) ringiovanito Munster, mentre da Dublino e da Belfast (dove non abita più Pienaar) arrivano chiari segnali di “semifinale già in tasca”. Vedremo. Delle scozzesi pare Glasgow la franchigia meglio attrezzata e i Cheetahs la più forte delle due sudafricane. Delle italiane, nella speranza che la loro cifra tecnica non sia quella dell’amichevole di Monigo, Treviso è, sulla carta formazione che appare equilibrata in tutti i reparti (non ci voleva la rottura del crociato di Gega), allenata da un tecnico che conosce avversari e competizione e con un seguito di pubblico quantomeno dignitoso (quasi 4mila a fine agosto per un match senza nulla in palio sono, per il nostro rugby, un numero importante che testimonia di un affetto vero e di una passione autentica). Delle Zebre (Afamasaga centro promette cose interessanti…) poco si sa. Che siano in grado di disputare una stagione almeno tranquilla e trasparente quanto a tenuta della struttura societaria è nei voti di tutti gli appassionati. Che ci riescano o meno dipende da un certo numero di fattori, molti dei quali esterni al campo di gioco.

Pronostici? Ma sì, dai! Glasgow, Ospreys e Cheetahs nel girone A, Leinster, Scarlets e Ulster nel B. Non necessariamente in quest’ordine. Le italiane possono vincere dalle 3 alle 6 partite ciascuna, con Treviso nella parte alta della forbice, 3 derby esclusi. Al momento di chiudere questo pezzo non ci sono certezze circa la copertura televisiva del Pro 14 delle italiane. La formula che circola è che “sono in corso trattative e che nei prossimi giorni…”. Aspetteremo.

 

Il calendario del Guinness Pro14