Concussion, neck injuries e quella prima linea infernale

Un antico detto rugbystico dice: "chi ha giocato in prima linea sicuramente andrà in paradiso perchè all'inferno c'è già stato!" Mai come in questo momento queste parole sono attuali, sono sempre di più i casi di concussion nel rugby moderno, problemi al collo e alla colonna vertebrale che obbligano giocatori di fama mondiale a lasciare la carriera definitivamente oppure a trascorrere lunghi periodi di inattività per tutelare la propria salute.
Ricordiamo ancora la lunga assenza dai campi da gioco di Francesco Minto, allontanato dal Club e dalla Nazionale per un problema alla colonna molto comune a tanti giocatori di mischia, ingigantito poi da alcune clausole assicurative, fortunatamente poi rientrato nel gruppo a pieno regime in seguito a numerosi e lunghi controlli. Sempre in Casa Italia lo scorso anno Carlo Del Fava, seconda linea Azzurra di origine sudafricana al tempo in forza a Newcastle annunciò il ritiro dal rugby giocato alletà di 33 anni proprio a causa di una lesione cervicale che avrebbe potuto sanare, senza certezze sulla buona riuscita, con almeno 2 operazioni.
Lelenco dei giocatori a rischio è in continua espansione, perché molti di loro dichiarano la condizione fisica precaria, ma molti altri tengono nascosto il problema per evitare ripercussioni sulla carriera sportiva non curandosi della propria incolumità.
Duane Vermeulen è da poco stato reintegrato dallo staff Springbok per la Coppa del Mondo dopo aver accusato dei problemi cervicali prima del match di Super Rugby tra Stormers e Lions. Recentemente anche il tallonatore australiano Tatafu Polota-Nau ha dichiarato di pensare seriamente al ritiro dopo lulteriore trauma cervicale, il giocatore ha provato anche a cambiare la propria tecnica di placcaggio ma si sa, in questi casi, listinto ha la meglio sulla tecnica e linfortunio era dietro langolo ad attenderlo. Il 29enne wallabies vorrebbe continuare la propria carriera - mi sento appagato per quello che ho fatto in campo, ma sento che posso dare ancora tanto a questo sport!. LARU comunque mantiene alto il livello di guardia e pur conoscendo le grandi potenzialità del giocatore lo hanno sospeso per salvaguardare la sua salute.
Citiamo altri nomi come il pilone inglese Andrew Sheridan, il campione del mondo All Blacks Tony Woodcock e in ultimo il 26enne pilone destro sudafricano Coenie Oosthuizen che abbandona la possibilità di giocare la RWC 2015 per precauzione.
Insomma prime linee e più in generale tutto il pacchetto di mischia è sempre più a rischio, negli anni il rugby ha alzato sempre di più l'asticella della prestanza fisica accentuando in modo considerevole gli impatti. Se una volta si diceva: "nel rugby c'è posto per tutti", forse oggi non è più così almeno per l'alto livello.
Già nelle categorie minori come la nostra serie B si iniziano a vedere fisici più strutturati e non proprio amatoriali, arrivando poi ai massimi livelli dove troviamo casi davvero estremi come ad esempio il nazionale francese Mathieu Bastareaud, un centro di 1 metro e 83 centimetri che porta a spasso la bellezza di 120kg, nemmeno immaginabile 15 anni fa (fatta eccezione per un certo Jonah Lomu).
Nei prossimi 10 anni, per giocare nel rugby amatoriale, basteranno i due/tre allenamenti serali del dopo lavoro per non mettere a repentaglio la propria incolumità?? Ci auguriamo proprio di si, ma una cosa è certa, solo il lavoro sul campo non basterà più.