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La terza e ultima chicca nel video della conferenza stampa di presentazione del nuovo ct dell'Italia Gonzalo Quesada (vedi a qui e qui le altre due) non è uscita dalla bocca dell'allenatore, ma da quella del direttore tecnico Fir e responsabile dell'alto livello Daniele Pacini. L'erede, e prima il braccio destro, di Franco Ascione.

Volendo fare a Quesada un giusto complimento, Pacini ha demolito vent'anni di scelte federali di commissari tecnici stranieri. Importanti allenatori che, come trapela dalle parole di Pacini, non parlavano e non si interessavano del movimento sottostante alla Nazionale. E questo è uno dei motivi dei tanti fallimenti. Scelte federali che, da alto dirigente, anche lui ha contribuito a fare.

LA FRASE - Queste le parole di Pacini: «Forse è dati tempi di George e Massimo, Coste e Mascioletti, negli anni '90 in cui grazie anche ai risultati noi conquistammo l'ingresso al Sei Nazioni, che con un allenatore, un commissario tecnico, chiamiamolo come vogliamo, si riesce a parlare veramente in maniera olistica (dal greco, significa totale, intero, tutto, ndr), a 360 gradi, della squadra, del sistema nazionale, ma anche del movimento italiano».

I DEMOLITI - Saranno fischiate le orecchie a Johnstone, Kirwan, Berbizier, Mallett, Brunel, O'Shea, Smith e Crowley. Gli otto ct stranieri succeduti a George e Massimo. Ma come, con tecnici dal loro pedigree non si parlava a 360 gradi del movimento che nutre la Nazionale? E allora cosa sono stati presi a fare? Per dare una 500 in mano a un pilota di Formula 1? Per nascondere che sotto il vestito non c'era niente o quasi? Vent'anni di scelte sbagliate, visto che non ci serviva solo un ct di grido, ma uno che intervenisse sul sistema. Speriamo che con Quesada sia davvero diverso.