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“La nostra speranza è che questi giovani riescano ad andare oltre l’Eccellenza, diventando giocatori d’alto livello”

Inizia a prendere forma la Verona Rugby Academy, la prima accademia italiana dedicata alla palla ovale interamente privata e indipendente dalla federazione. Presentata ufficialmente a fine maggio, darà la possibilità ad una cinquantina di giovani atleti di accedere a una formazione tecnica di primo livello, seguiti da uno staff internazionale di allenatori, e di crescere contemporaneamente sotto il profilo educativo, personale e scolastico. “Forgiare atleti e crescere uomini” è la missione dichiarata dell’innovativa struttura, fortemente voluta da Raffaella Vittadello, presidente del club scaligero neo promosso in Eccellenza, che insieme al nuovo stadio sarà il fiore all’occhiello del futuristico e polifunzionale Payanini Rugby Center.

Finora si sono già svolte due giornate di selezione, l’1 e il 26 giugno. Altre due si terranno tra fine luglio ed agosto. Nel frattempo le richieste di iscrizione hanno superato abbondantemente le aspettative.

Ne abbiamo discusso con Zane Ansell, 42 anni, ex terza linea sudafricano, da 15 anni in Italia dove ha vestito le maglie di Mogliano, Benetton e Petrarca prima di iniziare la sua carriera da tecnico (assistant coach) nel club tuttonero, per passare nel 2015 al San Donà, inizialmente come allenatore della mischia e nelle ultime due stagioni come head coach.

Come sta andando la selezione dei candidati alla Verona Rugby Academy?

“Alla grande”, racconta Ansell, “Abbiamo ricevuto molte più richieste del previsto e nelle due giornate di selezione che abbiamo tenuto finora abbiamo constatato un buon livello generale da parte dei giocatori, in alcuni casi ottimo”.

Quanti ragazzi avete visto?

“Finora una cinquantina abbondante. La maggior parte veneti ma un buon numero di ragazzi sono venuti da altre regioni, dalla Liguria al Lazio. Altrettanti ne vedremo con le prossime giornate di selezione. C’è attenzione e richiesta da tutta Italia. E’ chiaro che per questioni logistiche sia più facile scegliere Verona per chi abita al nord ma l’obiettivo del club è andare a cercare talenti anche al sud, dove ci sono meno opportunità di accedere a strutture formative e sportive qualificate”.

E quanti saranno selezionati?

“Dobbiamo ancora decidere un numero finale. Inizialmente pensavamo a 40 iscritti. Ora, dopo queste due prime selezioni e in previsione delle prossime due siamo più orientati verso i 50. Ovviamente non potranno essere tutti residenti. Al massimo ne possiamo ospitarne 25 all’interno del Payanini Rugby Center. Gli altri torneranno a casa alla sera, quindi per lo più saranno giovani della zona o di provincie limitrofe”.

Come procede il lavoro dello staff tecnico, che oltre a lei vede coinvolti Grant Doorey (director of rugby del Verona) e Greg Sinclair (vice direttore Academy e skills coach)?

“Siamo già passati alla fase operativa dopo le prime riunioni, a fine maggio, per prepararci alla selezione dei candidati e fissare i primi obiettivi. Torno a Verona domani (sabato 7 luglio, ndr), dopo una settimana di vacanza con la mia famiglia, e per prima cosa raggiungerò Grant e Greg per confrontarci sulle prossime tappe del progetto”.

Avete dichiarato di volervi concentrare sul singolo atleta, sia sotto l’aspetto tecnico-fisico, sia sotto quello caratteriale-umano. E’ un suo orientamento personale o un’impostazione che proviene da Paesi con maggiore tradizione?

“Entrambe le cose. E’ vero, ci siamo posti come metodo la cura e la valorizzazione del singolo atleta, farne un protagonista in campo e nella vita. E’ una mentalità che proviene dai college anglosassoni, dove si ritiene che la formazione dell’uomo sia più importante della sua carriera da giocatore. Non a caso il club ha scelto tecnici stranieri con esperienza nelle scuole e nei settori giovanili all’estero. Per quanto mi riguarda poi, ci ho sempre creduto in questo tipo di approccio, sia quando ho iniziato a fare l’allenatore al Petrarca sia in questi ultimi anni a San Donà”.

In Italia allora cosa deve cambiare? Numero e qualità dei giocatori o l’approccio mentale a questo sport, da parte di atleti, tecnici e dirigenti?

“Per me è la mentalità da cambiare. L’Irlanda ha la concorrenza del calcio gaelico, eppure è attualmente la miglior nazionale d’Europa e le sue franchigie dominano la scena. Il Galles ha ancora meno abitanti e ha forte concorrenza dal calcio. Eppure lavora benissimo, grazie alla sinergia tra scuole, club, franchigie e federazione. I numeri contano fino a un certo punto. Mentre con un sistema formativo forte e diffuso capillarmente si lavora benissimo dovunque. Anche in Australia negli ultimi anni faticano un po’, in quanto a numeri, per la concorrenza del League e del Football Australiano, ma hanno scuole, college e club di grande tradizione che portano avanti questo tipo di mentalità”.

Siete la prima accademia italiana privata e indipendente. Vi ponete come un esempio da seguire?

“Penso che in futuro altri club seguiranno la scelta fatta da questa società. E che sarebbe un bene se arrivassimo a lavorare con altri club e con la federazione per creare e diffondere mentalità vincente. Anche per questo il nostro obiettivo non è solo costruire giocatori per il Verona Rugby. Il discorso è più generale. Non è solo Verona il centro del progetto ma la crescita e la possibilità di carriera per ogni atleta selezionato dalla nostra accademia. La nostra speranza è che la maggior di questi giovani riescano ad andare oltre l’Eccellenza, diventando giocatori d’alto livello”.

Dopo aver completato le selezioni quando partirà ufficialmente questa avventura?

“Partiremo con un corso intensivo per i selezionati la prima settimana di settembre. Con l’inizio delle scuole inizierà ufficialmente l’attività regolare dell’accademia”.

Ci sarà collaborazione con la prima squadra?

“Certamente, con Zanichelli siamo sempre in aggiornamento. Lavorando a stretto contatto con loro potremo formare meglio quei ragazzi che ancora sono distanti dal livello dell’Eccellenza. Sicuramente faremo almeno un allenamento settimanale con la prima squadra”.